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D’Amico International Shipping corre e la Borsa la premia

La multinazionale tascabile D’amico International Shipping, che è una delle principali compagnie private di trasporto marittimo, ha presentato una semestrale con tutti gli indicatori in crescita e la Borsa la premia – Ormai D’amico – spiega il cfo Giovanmi Barberis – il nostro è il titolo più scambiato nel segmento Star di Piazza Affari

D’Amico International Shipping corre e la Borsa la premia

Il trimestre è andato oltre le nostre aspettative, già ottimistiche. Ovunque c’è il segno più: crescono i consumi dei prodotti raffinati, crescono gli stoccaggi ed i margini di raffinazione”. Giovanni Barberis, chief financial officer di D’Amico International Shipping descrive così il momento di grazia della multinazionale tascabile di casa nostra, uno dei cinque grandi nel mondo del trasporto dei prodotti raffinati, in pieno boom a mano a mano che tornano a crescere  i consumi di benzina in Europa. I numeri della trimestrale confermano il momento d’oro: D’Amico International Shipping ha realizzato un utile netto di 18,7 milioni di dollari nel secondo trimestre rispetto a 1,4 milioni del corrispondente periodo del 2014 con ricavi di 81,2 milioni di dollari (da 48,6 milioni).

La performance è stata premiata dalla Borsa. In termini di prezzo perché il titolo D’Amico, oggi +0,5% all’indomani dei risultati, ha messo a segno un rialzo del 22% nell’ultimo mese (+43% rispetto ai sei mesi fa). Più ancora in termini di volumi: la “vecchia” D’Amico che scambiava 10 mila “pezzi” è ormai un ricordo del passato. Oggi la media è di 2,5 milioni di azioni per seduta (con punte di 7), numeri che hanno permesso alla società di diventare il titolo più scambiato del segmento Star di Borsa italiana, detenuto di maggiori fondi di investimento del settore a partire da Oceanic.

Al di là dei risultati finanziari, conta soprattutto il valore di polso della congiuntura del gruppo D’Amico, che permettono alcune riflessioni. A partire da un dato illuminante: “Ormai il trend si è consolidato – spiega Barberis – la gente torna ad usare l’auto. E così cresce la richiesta di navi cisterna anche perché nel frattempo ha preso corpo il trend di allontanamento dei luoghi di raffinazione da quelli di consumo, di cui abbiamo parlato negli ultimi anni”. 

1) Dietro l’evoluzione del mercato del greggio, infatti, c’è la crescita dei nuovi poli di raffinazione. L’avviamento della raffineria di Aramco a Yanbu e l’espansione della raffineria a Ruwais negli Emirati Arabi Uniti che hanno stimolato la domanda di navi cisterna per i prodotti raffinati. Anche se queste due raffinerie non hanno ancora operato a pieno regime nel corso del trimestre, la maggiore produzione nell’area ha sostenuto la domanda di navi cisterna. Con la manutenzione delle raffinerie ormai giunta al termine, le stime sulla capacità di raffinazione globale del greggio per il secondo trimestre 2015 hanno raggiunto quota 78,7 milioni di barili al giorno, un record senza precedenti.

2) Il risultato è stata una ripresa impressionante dei prezzi di noleggio: 19.026 dollari nel primo semestre 2015 e di 19.533 dollari nel secondo trimestre, in netta crescita rispetto ai prezzi (12.677 dollari e 13.144 dollari dello stesso periodo dello scorso anno). In questa cornice D’Amico punta a rafforzare e a rinnovare la flotta secondo le indicazioni in arrivo dai grandi clienti (le Big Oil). “Nel secondo trimestre 2015 sono state ordinate 4 nuove navi LR1 (Long range -75.000 dwt), che si aggiungono al nostro piano di nuove costruzioni già in essere per un piano di investimenti di 20 nuove unità, per un investimento totale pari a circa 667 milioni di dollari”.

3) Le prospettive? “Difficile fare previsioni. Ma è probabile che il prezzo del greggio sia destinato ad oscillare tra i 50 e i 70 dollari almeno fino al 2016. Esiste naturalmente l’incognita della Cina, che pesa sul trasporto dry”. Acquisizioni? “No, nel nostro settori non funzionano. Si comprano le navi, purché efficienti. Ma quelle non le vende nessuno, per ora. Le flotte, però, sono in grande evoluzione. Conta l’effetto del nuovo canale di Panama che consente di puntare su navi più larghe di maggiori dimensioni”.  

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