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Dallo “slow food” allo “slow travel”

Il movimento ‘slow food’, che si oppone al frenetico ‘fast food’, si estende ad altri campi della vita. L’invecchiamento della popolazione ha molte conseguenze negative – principalmente le maggiori spese per sanità e pensioni – ma dietro a ogni crisi c’è un’opportunità e gli stuoli di anziani rappresentano un mercato di sbocco per nuovi prodotti e nuovi servizi. L’Agenzia pubblica che incoraggia il turismo in Thailandia sta promuovendo un nuovo concetto di ‘viaggi lenti’: lo ‘slow travel’ si dirige a questo segmento di viaggiatori, che avranno, secondo le indagini di mercato, il tempo, la voglia e i mezzi per assaporare un turismo riflessivo, ecologico, culturale e talvolta anche medico. In effetti, queste iniziative (e non si vede perché gli stessi concetti non possano essere visitati anche da altre grandi mete turistiche come l’Italia) intendono ‘pescare’ sia nel mercato dei baby boomers, sia in quello, che si sta estendendo anch’esso, di coloro che apprezzano le sensibilità ambientali (alberghi “verdi”, aree protette…). Lo studio commissionato dall’Agenzia afferma che ogni giorno 8mila americani e 8500 giapponesi raggiungono i sessant’anni, e nel mondo questo segmento di popolazione assomma ormai a 700 milioni, il 10% circa della popolazione mondiale.

http://www.bangkokpost.com/business/tourism/252476/slow-travel-pitched-to-ageing-boomers

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