Adesso che anche il Napoli ha annunciato, come da previsioni, l’arrivo di Luciano Spalletti, possiamo dire che il valzer è quasi terminato. Certo, manca ancora la Lazio, che per il post Inzaghi pensa a uno tra Sinisa Mihajlovic (il preferito dai tifosi), Sarri (il più gradito dal punto di vista tecnico, ma c’è distanza sull’ingaggio) e Walter Mazzarri (l’outsider), ma il grosso dei giochi è stato fatto, quantomeno in Italia. Mai come quest’estate le big hanno deciso di cambiare in massa, basti pensare che, delle prime 10 della classifica, solo Milan e Atalanta resteranno con gli stessi allenatori e il discorso vale ancor di più allargando l’orizzonte alle altre, dove solo Genoa e Cagliari non toccheranno nulla. Pioli, Gasperini, Ballardini e Semplici nuovamente in sella, il resto è pura rivoluzione: l’Inter ha preso Simone Inzaghi, la Juve Allegri, il Napoli Spalletti, la Roma Mourinho, la Fiorentina Gattuso, il Torino Juric.
Lazio, Sassuolo, Sampdoria, Verona, Bologna, Udinese e Spezia, seppur per motivi differenti, non sanno ancora chi li guiderà verso i rispettivi obiettivi e anche le tra le neopromosse l’unica certa è la Salernitana, che ha già confermato Castori (poi bisognerà capire come Lotito risolverà il problema della multiproprietà, ma questa è un’altra storia), mentre Empoli e Venezia devono fare i conti con i numerosi spasimanti di Dionisi e Zanetti. Insomma, sarà una Serie A nuova di zecca in tutti i sensi, perché cambiare allenatore vuol dire stravolgere tutto, dalle tattiche alla preparazione atletica, fino, ovviamente, alle strategie di mercato. Difficile sbilanciarsi ora su quali possano essere i matrimoni migliori, visto che molto dipenderà da acquisti e cessioni, ma qualche idea si può già avere. L’Inter, ad oggi, è l’incognita maggiore, perché passare da un vincitore seriale come Conte a un giovane (per quanto già esperto) come Inzaghi è sicuramente un salto nel buio.
È evidente che Marotta avrebbe fatto volentieri a meno di questo, ma le diverse vedute hanno fatto sì che si arrivasse al divorzio, peraltro senza nemmeno tentare un confronto (il tanto atteso vis a vis con Zhang, infatti, non c’è nemmeno stato per volontà proprio del club). Riuscirà Inzaghino a far dimenticare Antonio? Lo vedremo, di certo però non avrà un compito facile, tanto più che le linee guida della proprietà prevedono un ridimensionamento (Hakimi è già sul piede di partenza) abbastanza netto. Convince molto di più invece la mossa della Juventus, che dopo la scommessa Pirlo si rimette nelle mani di un top manager come Allegri, già capace di conquistare 5 scudetti, 4 Coppe Italia, 2 Supercoppe e due finali di Champions in bianconero. Max avrà le chiavi della macchina in tutto e per tutto, dunque starà a lui plasmare la nuova Juve e il suo background autorizza a pensare che lo farà nel migliore dei modi. Ispira fiducia anche la scelta di De Laurentiis, che con Spalletti trova un tecnico affidabile e capace, anche se è bene capire quale sarà l’obiettivo stagionale: qualificarsi in Champions, infatti, è la specialità della casa del tecnico di Certaldo, vincere qualcosa, invece, è già diverso.
Grande attesa poi per il ritorno in Italia di José Mourinho, che arriva a Roma con un curriculum immenso (di gran lunga il migliore di tutti), ma anche con un paio di pesanti fallimenti da superare. Il Mou di qualche anno fa autorizzerebbe a sognare addirittura lo scudetto, quello di Manchester United e, soprattutto, Tottenham, non dà garanzie nemmeno per la qualificazione alla Champions. Molto, comunque, dipenderà dal mercato che riusciranno a fargli, ma è chiaro che Friedkin lo ha scelto per fare la differenza, a prescindere dagli uomini. Giudizio sospeso anche sul matrimonio tra Gattuso e la Fiorentina, entrambi desiderosi di rilancio dopo i fallimenti di questa stagione, mentre convince, almeno sulla carta, la scelta di Cairo di puntare su Juric, il cui stile battagliero ben si sposa con la tradizione del Torino. Il resto lo capiremo strada facendo, per quanto sia ipotizzabile che i giochi si completino entro una settimana, un po’ dappertutto. Poi sarà la volta del mercato giocatori, ma se il buongiorno si intuisce dal mattino, allora ne vedremo davvero delle belle.