Lo scandalo, per ora quasi del tutto assente sui media italiani, sta in realtà coinvolgendo mezza Europa. L’Horsegate, ovvero il caso delle lasagne surgelate della Findus a base di carne tritata di cavallo (e non di manzo come indicato), assomiglia sempre di più a una psicosi stile “mucca pazza” (o sarebbe meglio dire “cavallo pazzo”): partendo dalla Gran Bretagna, dove è stato reso pubblico, si sta allargando a macchia d’olio in un giro di business che coinvolge anche Francia, dove hanno sede l’azienda produttrice (Spanghero) e la Comigel che tratta i surgelati per conto di Findus, Romania (da dove proviene la carne contestata), e infine Olanda e persino Cipro, dove hanno sede i due fornitori che hanno trattato a prezzi ultraconcorrenziali la materia prima, mentendo probabilmente sulla sua qualità.
Ma soprattutto il caso si sta allargando a molti altri prodotti, gettando nel panico la grande distribuzione agroalimentare (in Francia, Gran Bretagna e Svezia la Findus ha già ritirato i prodotti incriminati dal mercato e sporto denuncia contro ignoti): non si tratterebbe solo delle lasagne, come denunciato inizialmente dall’Agenzia britannica per la sicurezza alimentare, ma anche di moussaka e di hachis parmentier (tipico piatto francese, un pasticcio di carne), delle lasagne della concorrente Picard oltre che di vari piatti (cannelloni, pasta al ragù, etc) che compaiono proprio sotto i marchi della gdo, da Auchan a Carrefour.
Mentre il governo britannico tramite il ministro dell’Ambiente Owen Paterson lancia accuse pesanti (“E’ una cospirazione criminale internazionale”), Findus da parte sua si ritiene parte lesa e ha fatto sapere, per voce del direttore generale di Findus France Matthieu Lambeaux, di “essere una vittima” e di aver già predisposto dei rigorosi test sui prodotti, che potranno così tornare regolarmente nei punti vendita in caso di esito positivo già in questa settimana. La multinazionale con sede a Londra accusa in particolare Spanghero e Comigel (che fornisce in tutto 16 Paesi europei) di non aver effettuato i necessari controlli sull’origine della carne. Intanto in Romania è stata già aperta un’inchiesta per stabilire in quale stadio della filiera il manzo si sia tramutato in cavallo, e dunque per accertare le eventuali responsabilità delle aziende coinvolte.
Nel frattempo, mentre gli organismi di tutela della salute e le associazioni dei consumatori di mezza Europa sono sul piede di guerra, per l’industria agroalimentare – che al momento minimizza – lo scandalo potrebbe avere conseguenze più che pesanti dal punto di vista economico e dell’immagine. In particolare proprio per Findus, storico marchio leader del mercato dei surgelati in molti Paesi (tra cui la Francia, dove ha una quota dell’8% davanti alla carne Bigard e alle patatine fritte Mc Cain), che di recente si era distinto per diverse iniziative etiche: dalla pesca responsabile all’eliminazione dell’olio di palma (una delle prime aziende a farlo, prima del caso Nutella), al grande rilancio del “made in France”, con un investimento di oltre 10 milioni di euro nel mega stabilimento di Boulogne-sur-Mer. Solo quella fabbrica ha registrato nel 2012 un +7,6% delle vendite, per 192 milioni di euro, facendo della Francia il secondo mercato europeo del gruppo che fattura in tutto 1,2 miliardi di euro nel continente.
Findus, che in Europa è seconda solo al gruppo Iglo, ha poi una proprietà non da poco conto: il marchio dell’indimenticabile Capitano e dei bastoncini che hanno segnato un’intera generazione appartiene infatti alla banca d’investimento JPMorgan e ai fondi High Bridge e Lion Capital.
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