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Da Trump a Draghi, da Musk a Altman, passando per Lagarde e Milei: ecco i protagonisti che hanno segnato il 2024

Dal piano di Mario Draghi per un’Europa più competitiva al ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, passando per le conquiste di Elon Musk tra tecnologia e politica. Ma anche la Bce guidata da Christine Lagarde che taglia finalmente i tassi alla riforme economiche “estreme” del Presidente Milei mentre Altman (OpenAi) e Huang (Nvidia) guidano la rivoluzione dell’IA. Ecco i personaggi del 2024

Da Trump a Draghi, da Musk a Altman, passando per Lagarde e Milei: ecco i protagonisti che hanno segnato il 2024

Il 2024 è stato un anno che ha visto alcune delle figure più influenti della scena economica e politica mondiale consolidare il loro potere o emergere nuovamente sulla ribalta internazionale. Mario Draghi ha proposto una visione per rilanciare l’Europa con un ambizioso piano di riforme e di investimenti, mentre Christine Lagarde ha inaugurato un cambio di rotta alla Bce, abbassando i tassi d’interesse dopo anni di politiche restrittive. Elon Musk ha continuato a plasmare il futuro con le sue innovazioni tecnologiche e il suo crescente peso politico, mentre il Nobel per l’Economia è stato assegnato a Daron Acemoglu, Simon Johnson e James A. Robinson per i loro studi sulle istituzioni e la prosperità economica.

Sul fronte politico, il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca ha catalizzato l’attenzione globale, così come la controversa leadership di Javier Milei in Argentina. Anche il boom tecnologico di Nvidia, guidato da Jensen Huang, ha segnato profondamente quest’anno, in un contesto dominato dall’ascesa dell’intelligenza artificiale, con Sam Altman e OpenAI in prima linea.

Vediamo cosa ha contraddistinto questi protagonisti nel corso dell’anno.

Mario Draghi suona la sveglia all’Europa

Governatore della Banca d’Italia prima e della Bce poi, presidente del Consiglio, protagonista dello scenario economico italiano e mondiale, nel 2024 Mario Draghi suona la sveglia all’Europa con una “terapia” di riforme radicali, una sorta di doppio piano Marshall. Si tratta di un piano da 800 miliardi per riformare l’Europa. A settembre, infatti, l’ex premier ha presentato a Bruxelles il suo report che contiene centosettanta proposte divise in cinque macro-capitoli su come evitare il declino e iniziare a competere in modo più efficace contro Stati Uniti e Cina, investendo sulla competitività. Debito comune, completamento del mercato unico, innovazione, obiettivi climatici e sicurezza i pilastri dei report Draghi: una sorta di manuale di istruzioni per mettere l’Europa in grado di fronteggiare le sfide che ha difronte con decisioni anche solo a maggioranza. Obiettivo numero uno: evitare l’immobilismo.

A seguire, dopo la rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca, Draghi è tornato a svegliare l’Europa e con una lezione di realismo ha sottolineato che con il tycoon non valgono gli anatemi ma bisogna trattare tutti insieme, insistendo sulla necessità di negoziare per evitare i dazi promessi dal nuovo presidente Usa. Riuscirà l’Europa a recepire gli avvertimenti di Draghi, a procedere con massicci investimenti e radicali riforme per evitare un futuro deludente?

Donald Trump, il ritorno

Il 2024 ha segnato il ritorno di Donald Trump sulla scena politica mondiale, con la sua vittoria alle presidenziali contro Kamala Harris. La sua riconquista del potere ha dimostrato che Trump conserva una forte presa sul popolo americano, riflettendo le profonde divisioni politiche ed economiche che caratterizzano l’attuale panorama statunitense. Il suo ritorno al comando non è solo un fatto politico, ma anche economico, con Trump che ha già promosso politiche protezionistiche e misure destinate a rafforzare l’industria statunitense. Nonostante non abbia ancora ufficialmente preso il potere (lo farà il 20 gennaio), le sue dichiarazioni hanno già avuto un impatto sui mercati finanziari, influenzando le dinamiche economiche mondiali. Dalle sue promesse di alzare i dazi contro l’Ue, il Messico, il Canada o chiunque danneggi l’economia americana, alla proposta di ridurre le tasse fino alla sua controversa squadra di governo, Trump continua a orientare le discussioni politiche ed economiche. Le sue politiche, tuttavia, non sono prive di rischi. Le promesse elettorali di Trump, come l’aumento delle tariffe doganali e l’espulsione degli immigrati, sollevano interrogativi sulle potenziali conseguenze negative per l’economia. C’è anche la sua intenzione di porre fine il più rapidamente possibile alla guerra in Ucraina, ma i dettagli su come intenda farlo sono ancora incerti.

Ma il 2024 può essere definito un anno “benedetto” per Trump, che il 13 luglio è sopravvissuto anche a un tentativo di assassinio durante un comizio in Pennsylvania. Un episodio che ha rafforzato la sua posizione e consolidato l’immagine di una figura politica capace di superare le avversità. “The Donald” si prepara a travolgere il mondo nei prossimi quattro anni di presidenza, nonostante le controversie legali e politiche che lo circondano.

Elon Musk tra tecnologia e politica

Se pensiamo a un nome simbolo del 2024, è senza dubbio quello di Elon Musk. Nel corso dell’anno, Musk ha consolidato la sua posizione come una delle figure più influenti al mondo, spaziando dalla tecnologia alla politica e alimentando dibattiti in diversi ambiti sociali. Tesla e SpaceX, i pilastri tecnologici di Musk, hanno raggiunto importanti traguardi nel 2024. Tesla si prepara al lancio del “Cybercab”, un innovativo robotaxi autonomo, mentre SpaceX ha portato a termine oltre 130 missioni spaziali, avvicinandosi al sogno dell’esplorazione e della colonizzazione di Marte. Anche Starlink, il servizio di connessione internet tramite satelliti, continua a espandersi. Successi che hanno ulteriormente incrementato la ricchezza personale di Musk, che ha superato i 400 miliardi di dollari, una cifra che potrebbe salire di altri 56 miliardi, se non fosse per l’opposizione del giudice del Delaware al super bonus legato ai risultati di Tesla.

Parallelamente ai suoi successi imprenditoriali, Musk ha giocato un ruolo sempre più attivo nella politica statunitense, sostenendo apertamente la campagna di rielezione di Donald Trump. Il supporto si è manifestato attraverso endorsement pubblici, partecipazione a comizi e donazioni a comitati di azione politica pro-Trump. Musk ha utilizzato la sua piattaforma X (ex Twitter) per diffondere messaggi polarizzanti e sostenere il dibattito politico, arrivando persino ad essere scelto a ruolo di guida nel comitato federale Doge, incaricato di tagliare il budget federale.

Non sono mancati però i momenti controversi. Musk, noto per la sua propensione a commentare argomenti di ogni genere, è stato criticato per alcune dichiarazioni poco opportune, tra cui quelle sui magistrati italiani. A queste si aggiungono le difficoltà di X, che sotto la sua ala continua ad essere un flop con la fuga di utenti dal social. Che si tratti di innovare con Tesla e SpaceX o di influenzare la politica tramite X, Elon Musk continua a essere una delle figure più discusse e influenti del nostro tempo.

Sam Altman e l’espansione dell’Intelligenza artificiale

Il 2024 è stato l’anno in cui l’intelligenza artificiale ha raggiunto una consacrazione mondiale, e gran parte del merito va a Sam Altman e a OpenAI, la società che ha creato ChatGPT. Dopo aver ripreso il controllo dell’azienda, Altman ha guidato l’azienda verso nuovi traguardi, consolidando il suo ruolo di leader nel settore dell’IA. L’obiettivo di democratizzare l’intelligenza artificiale, rendendola accessibile a un pubblico sempre più ampio, è stato il fulcro della sua strategia. Tra gli sviluppi chiave di quest’anno, spiccano l’accordo con Microsoft per integrare l’IA nel software Copilot e l’arrivo di ChatGPT su WhatsApp e il lancio del nuovo motore di ricerca con l’IA, SearchGPT che vuole “sfidare” Google. Nel 2024, OpenAI ha lanciato anche il modello multimodale GPT-4 e Sora, una nuova generazione di IA capace di generare video realistici. Grazie a importanti alleanze, come quella con Microsoft, e a finanziamenti record, OpenAI è diventata una delle aziende più valutate al mondo, con una valutazione di 157 miliardi di dollari, supportata da investitori di rilievo come Thrive Capital, Microsoft, Nvidia e SoftBank.

Non sono mancati ostacoli lungo il percorso. Il discusso passaggio da organizzazione no-profit a società a scopo di lucro ha portato all’uscita di figure chiave come il cofondatore John Schulman e il Chief Technology Officer Mira Murati, avviando una fase di riorganizzazione interna. E poi vi sono le numerose controversie legali e le sfide normative che hanno colpito OpenAi come la recente multa da 15 milioni di euro in Italia per violazione del Gdpr. Un’altra questione rilevante riguarda i diritti d’autore legati all’allenamento del suo algoritmo: per superare queste difficoltà, l’azienda continua a stringere accordi e collaborazioni con case editrici e media.

Altman non si ferma più e prosegue la sua corsa ai confini dell’innovazione, puntando a un futuro in cui la superintelligenza artificiale possa accelerare la scoperta scientifica globale.

Jensen Huang e il boom di Nvidia

Nel 2024, Nvidia ha registrato una crescita senza precedenti, spinta dalla domanda esplosiva di chip per l’intelligenza artificiale e dal boom dei settori della grafica e dell’elaborazione dati. Sotto la guida di Jensen Huang, l’azienda è passata da una situazione di incertezza a una delle più grandi capitalizzazioni al mondo. Nel terzo trimestre del 2024, Nvidia ha raggiunto un fatturato record di 35,1 miliardi di dollari, grazie all’introduzione di innovazioni tecnologiche chiave, come le nuove GPU dedicate all’intelligenza artificiale, che hanno rivoluzionato il mercato. Huang è riuscito a capitalizzare il boom dell’AI e, nonostante alcuni periodi di volatilità, Nvidia è diventata uno dei principali attori tecnologici globali. Anche il portafoglio personale di Huang ha beneficiato del successo dell’azienda. Tra giugno e i primi di settembre, il fondatore e Ceo ha venduto 5,3 milioni di azioni di Nvidia, incassando 633,1 milioni di dollari.

Christine Lagarde dice addio al tono restrittivo: giù i tassi, ma con prudenza

Ha detto addio al tono restrittivo ma la prudenza sul 2025 è del tutto evidente. E dunque, Christine Lagarde a dicembre ha deciso di andare avanti con un altro taglio dei tassi, ma di procedere con la gradualità di un quarto di punto alla volta e senza legarsi le mani con impegni sul futuro. La presidente della Bce segna il 2024 riuscendo a raggiungere un compromesso fra le anime della Banca centrale europea: allentare la stretta monetaria di fronte alla crescita che peggiora e abbandonando l’intonazione restrittiva di politica monetaria. Ma senza strappi, quindi escludendo nell’anno che sta volgendo al termine un taglio più robusto da mezzo punto percentuale.

A Francoforte, insomma, Lagarde – e con lei le anime che compongono il consiglio direttivo della Bce – ha tenuto in conto le richieste delle “colombe” di dare più ossigeno alla crescita, ma anche della prudenza invocata dai “falchi“. Un approccio col bilancino: il comunicato finale e le parole di Lagarde abbandonano la formula secondo cui la Bce “manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi”. Segno che la banca centrale intende andare perlomeno verso una politica neutrale, se non espansiva come chiedono le “colombe”, portando i tassi verso un livello che Lagarde ha quantificato “poco al di sopra” del 2 per cento. Quando? Gli economisti prevedono si raggiunga entro giugno 2025.

Javier Milei e le riforme economiche in Argentina

Nel 2024, Javier Milei ha portato avanti una serie di riforme economiche radicali in Argentina, mirando a risolvere l’iperinflazione e la recessione. Le sue politiche di austerità, tra cui il taglio della spesa pubblica e l’eliminazione di ministeri, hanno contribuito a ridurre l’inflazione, ma a un alto prezzo sociale. Nonostante la diminuzione della povertà, Milei ha suscitato critiche per l’alto costo delle sue misure, che hanno ridotto i salari e aumentato la disoccupazione. Sul piano politico, la sua proposta di dollarizzare l’economia e la ristrutturazione dello Stato hanno segnato una rottura con il passato, ma le sue tensioni con la Corte Suprema e con le istituzioni democratiche continuano a essere una questione spinosa.

I tre del Premio Nobel per l’Economia 2024

Il Premio Nobel per l’Economia 2024 è stato assegnato a Daron Acemoglu, Simon Johnson e James A. Robinson per i loro studi sull’influenza delle istituzioni giuridiche e politiche sulla prosperità economica. Le loro ricerche hanno esplorato come le istituzioni determinano la crescita e la distribuzione della ricchezza e come evolvono nel tempo. Acemoglu e Johnson, entrambi professori al MIT, e Robinson, professore all’Università di Chicago, offrono nuove prospettive su come affrontare le sfide economiche future attraverso l’analisi delle istituzioni politiche ed economiche.

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