“Daje capità, domenica due gol”. L’augurio, in perfetto dialetto e spirito romanesco (sponda giallorossa), arriva tramite sms dall’ex compagno David Pizarro, recentemente passato al Manchester City. Se contro la Lazio Francesco Totti scenderà in campo (come parrebbe, nonostante il pestone al piede sinistro rimediato in allenamento) e confermerà il pronostico del centrocampista cileno, realizzando il sogno di metà della Roma calcistica, diventerà il primo marcatore nella storia del derby.
Proprio lui che questa gara l’ha sempre sentita più di altre, più di tutti, fino a diventarne il simbolo da 18 anni a questa parte: tra i tanti record messi insieme dal Pupone, c’è infatti anche quello delle stracittadine disputate. Ben 30, distanziando nettamente Masetti e Aldair fermi a 24 e 20. Ma gli manca il primato dei gol segnati agli odiati rivali: i suoi 8 messi a segno, molti dei quali decisivi (indimenticabile il “Vi ho purgato ancora” dell’11 aprile 1999), lo collocano al secondo posto a una sola lunghezza da Delvecchio (9 reti in sole 15 partite…) e Da Costa.
Ma l’edizione numero 170 del derby della Capitale, in programma domenica alle 15, non ruota solo intorno ai record del Capitano giallorosso. Innanzitutto scende in campo più agguerrita che mai la Lazio di quel “Reja-uomo-derby” tanto invocato dai romanisti, ma che intanto nell’ultima sfida del 16 ottobre gliele ha suonate, 2-1 in rimonta. I biancocelesti sono reduci dal caso diplomatico seguito all’ennesimo scontro tra l’allenatore e il ds Tare (con tanto di telenovela dal titolo: “dimissioni sì, dimissioni no”) ma cercheranno di approfittare proprio del derby per andare a caccia del terzo posto sinonimo di Champions e per tenere a distanza i cugini, che perdendo andrebbero a -10, dicendo probabilmente addio ai sogni europei.
Per l’occasione, anche gli aquilotti ritroveranno il loro capitano (c minuscola, ubi maior…), Stefano Mauri, assente proprio dalla stracittadina dell’andata, quando rimediò uno strappo alla coscia. Da allora, fitto mistero sulle sue condizioni e anche qualche sospetto (moderatamente fondato, stando agli atti dell’inchiesta) di un possibile coinvolgimento nel calcioscommesse, altro tema che ha scosso non poco l’ambiente dalle parti di Formello.
Mauri a parte, sarà sicuramente il derby di quel Miroslav Klose già mattatore all’andata, che pare essere rientrato in forma nelle ultime settimane dopo un periodo di appannamento. Anche per lui un “brivido da pestone”, rimediato in uno scontro di gioco nell’amichevole di mercoledì tra Francia e Germania: ma i tifosi laziali possono stare tranquilli, scenderà in campo.
Così come sarà in campo, dopo il castigo di Bergamo, Daniele De Rossi. Non facile la sua stagione fin qui: prima le polemiche sul rinnovo del contratto, poi finalmente la firma (che alla faccia del fair play finanziario e della linea verde della società, costerà alla Roma 50 milioni nei prossimi 5 anni per un giocatore che ne avrà 34), e infine il caso – ancora aperto – dell’esclusione dalla partita con l’Atalanta di domenica scorsa. De Rossi ha pagato un ritardo di pochi minuti con una decisione che è parsa francamente eccessiva e che stando alle voci di spogliatoio avrebbe scosso non poco l’ambiente a Trigoria.
Il giocatore ha comunque chiesto scusa, mentre il ds Baldini ha scelto l’operazione-trasparenza sulla vicenda, salvo poi pentirsene: “Sono state fatte ricostruzioni fantasiose di quello che è avvenuto domenica a Bergamo. Abbiamo scelto la strada della trasparenza per dire tutto quello che succede, ma evidentemente non serve”. Sintetico il commento di Heinze: “Una situazione così non mi era mai capitata in carriera”.
Dal giallo-De Rossi alla soap opera Reja-Lotito: accendete la tv, il derby è già iniziato.