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Da Picasso a Warhol, a Genova i capolavori della Johannesburg Art Gallery

Fino al prossimo 3 marzo 2019 sessanta capolavori dei maggiori artisti del Novecento e provenienti da uno dei musei più noti del Sudafrica saranno visitabili nel Palazzo Ducale del capoluogo ligure. La rassegna è in ricordo del centenario della nascita di Nelson Mandela

Da Picasso a Warhol, a Genova i capolavori della Johannesburg Art Gallery

Un filo rosso collega l’Italia al Sudafrica in occasione del centenario della nascita di uno dei simboli del continente a sud del mondo, Nelson Mandela nato nel 1918.

Sessanta opere, tra olii, acquerelli e grafiche, fino al 3 marzo 2019 ripercorrono oltre un secolo di arte internazionale, attraverso alcuni degli artisti maggiori al mondo da Claude Monet a Edgar Degas, da Dante Gabriel Rossetti a John Everet Millais, da Pablo Picasso a Francis Bacon, da Roy Lichtenstein a Andy Warhol e molti altri.

Dal 17 novembre 2018 al 3 marzo 2019, il Palazzo Ducale di Genova ospita la mostra che presenta i capolavori della Johannesburg Art Gallery, aperta al pubblico nel 1910, e che vanta un patrimonio di grande valore artistico.

L’esposizione è prodotta e organizzata da ViDi, in collaborazione con Comune di Genova e Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, curata da Simona Bartolena, propone opere provenienti dalla prestigiosa pinacoteca sudafricana e che rappresentano la commistione di stili e correnti artistiche che hanno scandito il Novecento.

Il racconto espositivo prende avvio dall’Ottocento inglese e da due opere di William Turner e prosegue con il dipinto di AlmaTadema, La morte del primogenito, raffinata e malinconica scena ambientata in un oscuro e immaginifico Egitto, e con una serie di lavori firmati dai maggiori esponenti dei Preraffaelliti, quali John Everett Millais e Dante Gabriel Rossetti di cui viene esposto un capolavoro, Regina cordium, la regina di cuori, ovvero Elizabeth Siddal, con la quale il pittore visse un’intensa e al tempo stesso sfortunata storia d’amore, conclusa con il probabile suicidio della donna.

La mostra continua con un’ampia sezione dedicata agli esiti della pittura di fine Ottocento e si apre con quei pittori che scelsero un nuovo approccio al vero in pittura, come Jean-Baptiste Camille Corot, che sono presenti in mostra con un piccolo Paesaggio, Gustave Courbet con lo scorcio della scogliera normanna di Étretat e Jean-François Millet. Non manca la generazione impressionista, introdotta da autori quali Eugéne Boudin e Johan Barthold Jongkind, che viene rappresentata da Edgar Degas (Due ballerine), Claude Monet (Primavera) e ancora Alfred Sisley.

Il percorso prosegue con alcuni protagonisti della scena post-impressionista: Paul Cézanne (I Bagnanti), Vincent Van Gogh (Ritratto di un uomo anziano), Pierre Bonnard, Edouard Vuillard.

Varcando la soglia di quel Novecento che sarebbe stato definito il secolo breve dallo storico e scrittore britannico Eric Hobsbawm, s’incontrano le opere di due dei maestri più celebrati del secolo: Henri Matisse e Pablo Picasso che aprono alle nuove istanze dell’arte contemporanea, con Ossip Zadkine e altri. Ancora, si vola oltre Manica con le opere dei britannici Francis Bacon e Henry Moore, e oltreoceano con le opere della Pop Art americana di Robert Lichtenstein e Andy Warhol, di cui si presenta il trittico dedicato a Joseph Beuys.
La rassegna si chiude con un occhio particolare sull’Africa: si possono ammirare le opere di Maggie Laubser, una delle esponenti dell’espressionismo sudafricano e i lavori di Maude Sumner, Selby Mvusi e George Pemba, pittori dai forti interessi per il sociale che raccontano le tradizioni del paese, ma anche la vita urbana e la realtà dell’Apartheid.

La mostra, oltre a presentare un’ottima selezione di opere di grandi maestri, consente di scoprire l’affascinante storia della Johannesburg Art Gallery.

Principale protagonista della nascita e della formazione della collezione museale fu Lady Florence Phillips, moglie del magnate dell’industria mineraria Sir Lionel Phillips. Donna dal grande fascino, a sua volta collezionista, convinta che la sua città dovesse avere un museo d’arte, persuase il marito e alcuni magnati dell’industria a investire nel progetto. Già alla sua apertura, il museo presenta una selezione di opere di straordinaria qualità e modernità, un nucleo arricchitosi poi negli anni, grazie a nuove acquisizioni e donazioni.

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