Mantova è sul gradino più alto del podio per qualità della vita in Italia. Di pochi giorni fa la pubblicazione dell’indagine svolta da ItaliaOggi e dall’Università La Sapienza di Roma sulle 110 provincie italiane.
Un anno d’oro per Mantova anche Capitale della Cultura 2016 e, insieme a Sabbioneta, già patrimonio mondiale dell’umanità dal 2008. A pieno titolo è considerata uno dei maggiori centri del rinascimento italiano ed europeo e i Gonzaga -nei secoli- l’hanno resa una vera e propria città-corte.
Accanto a tutto ciò è naturale scegliere Mantova anche per parlare di cucina tradizionale, in questo inizio di dicembre e di festività. I suoi piatti parlano di classicità, alla quale è piacevole tornare per il momento più familiare dell’anno.
Tra i capisaldi dell’enogastronomia locale sono noti -tra i primi piatti- i tortelli di zucca e più in generale la pasta fresca oltre al celeberrimo riso alla pilota. Il Palato Italiano, club di gourmet che porta alla ribalta il meglio dell’enogastronomia italiana, annovera tra le aziende agricole di riferimento chi produce riso italiano certificato nella zona di Castel d’Ario, dove la coltivazione del riso iniziò tra il 1500 e il 1600. Antichi mulini per cereali furono trasformati in pile per la lavorazione del riso, da qui la denominazione di riso alla pilota.
Mantova è una città per ogni stagione, che si arrivi a settembre per il Festival della Letteratura o in qualunque altro periodo, le carte dei migliori ristoranti propongono i prodotti più autentici di un territorio ricco e che offre secondi a base di pesce d’acqua dolce e carni cucinate in stracotti, lessi o cotechini. Agli amanti del genere non sfugga quindi di guarnire un piatto di bolliti con le migliori mostarde mantovane. Anche in questo caso Il Palato Italiano si è appassionato al lavoro di produttori che -con maestria- trattano la frutta rispettandone sapore, profumo e colore, usando solo materie prime italiane e senza utilizzare conservanti. Le cotture lente consentono di lavorare con delicatezza la frutta e la verdura, preservando così le caratteristiche organolettiche. Ogni produttore vive poi un istante di alchimia nel dosare sapientemente la senape, per conferire il sentore piccante e speziato.
Mostarda Mantovana from Il Palato Italiano on Vimeo.
Doveroso includere nella panoramica il Grana Padano, considerato un vero e proprio orgoglio della provincia. Se le sue origini si fanno risalire a circa 1000 anni fa a opera dei monaci dell’Abbazia di Chiaravalle, quella mantovana è una delle provincie più vocate alla produzione, regolata dai rigidi disciplinari del Consorzio.
Questa città e il suo territorio meritano una visita scandita da ritmi rilassati e che quindi possa includere anche il tempo per un’escursione nel Parco del Mincio e nella campagna mantovana, magari per fare visita a una delle aziende agricole presenti. Vedere la maestria dei casari all’opera e sentirli raccontare di lavorazioni antiche aggiungerà ulteriore autenticità a un’esperienza di viaggio tanto gradevole.
Con piatti così importanti viene spontaneo pensare all’accompagnamento di una nota alcolica che – nell’ambito della produzione locale – spazia dal brio del Lambrusco mantovano ai vini delle colline moreniche tra i quali Cabernet, Merlot, Chardonnay. Il primo è prodotto nell’area dell’Oltrepò mantovano, tra Viadana e Sermide, l’area a più antica tradizione vitivinicola della provincia; i secondi fanno capo al territorio di colline basse nella parte settentrionale del mantovano, che racchiude il bacino del Garda.
E se tra pranzi e cene si fosse troppo sazi per un dolce, prima di lasciare la città si potrà rimediare con uno stop in qualche pasticceria del centro: tornare a casa con una torta Sbrisolona -la specialità mantovana alle mandorle- terrà vivo il ricordo di questo generoso territorio e invoglierà a pianificare una nuova visita.