Chissà che cosa ne penserebbe il genio ribelle e anticonformista di Jimi Hendrix. O altri suoi colleghi famosi come Eric Clapton, Keith Richards, George Harrison o Bruce Springsteen. Chissà quante ne hanno usate, loro, di chitarre Fender. Consumate a suon di virtuosismi che hanno entusiasmato fan di tutte le generazioni e magari, per qualcuno di loro, persino distrutte nella foga di un concerto di quelli da non dimenticare.
Dal 1946, anno in cui fu costruita per la prima volta da Leo Fender, sono passati quasi 70 anni. E ora, grazie a tutti questi leggendari artisti che l’hanno resa un cult del panorama musicale, la chitarra più venduta del mondo è finalmente pronta al grande salto: la quotazione in Borsa.
Il simbolo del rock sbarca a Wall Street, dunque. A dare il “la”, è proprio il caso di dirlo, alla nuova avventura sarà un’Ipo da 200 milioni di dollari, per la quale la società ha già fatto richiesta presso la Commissione della Borsa statunitense e che servirà per ripianare i debiti. La Fender Musical Instruments Corporation ha tuttavia chiuso il 2011 in positivo, con un fatturato da 700,6 milioni di dollari, realizzando quasi la metà delle vendite (45%) fuori dagli Stati Uniti – in particolare sul mercato europeo – e con un profitto di nuovo col segno “più” (3,2 milioni) dopo un 2010 da profondo rosso (-17 milioni).
“L’anno scorso – ha dichiarato il mitico costruttore in un comunicato – siamo stati i numeri uno come quota di mercato negli Usa per quanto riguarda le chitarre elettriche, acustiche, i bassi e gli amplificatori”.
Che cosa ne avrebbe pensato Jimi Hendrix? “Un giorno anche la Borsa si inchinerà al suono di una chitarra”.
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