Quest’anno Google ha un avversario in più nella sua continua lotta per rimanere ai vertici di internet. Non si tratta di Microsoft, né di Facebook né tantomeno di Amazon o Apple. Il principale avversario di Big G non è un gruppo, non è una società, non è un colosso hi-tech ma una persona, precisamente una donna, che rappresenta le istituzioni europee.
Si tratta di Margarethe Vestager, commissario Ue per la concorrenza, ed ex ministro dell’Economia danese. Parte principalmente dalla sua azione il deciso cambio di passo europeo sulla concorrenza, soprattutto nel settore internet e più in generale del digitale. Infatti, quella di Margarethe Vestager non è solo una crociata contro Google ma contro i tanti giganti di internet che stanno dominando il mercato europeo rendendolo tutt’altro che libero.
La lady di ferro danese non si è limitata a chiedere di accelerare le indagini che vedono coinvolti Amazon e Apple per gli accordi fiscali siglati negli scorsi anni con Irlanda e Lussemburgo. Vestager ha già annunciato di voler aprire un’indagine sul settore dello shopping online per contribuire al progetto del mercato unico digitale e mettere all’angolo quelle imprese che secondo il commissario Vestager adottano misure che “limitano il commercio elettronico transfrontaliero”. Dunque, Amazon e compagnia sono avvisati e potrebbero ricevere comunicazioni a loro molto sgradite nei prossimi mesi. Va ricordato che le indagini sugli aiuti di Stato ad Apple e Amazon concessi da Lussemburgo e Irlanda sono agli sgoccioli e potrebbero presto allargarsi a tante altre società digitali Usa come eBay e Cisco.
Per quanto riguarda Google, che rischia una super multa fino al 10% delle sue entrate annue, in settimana il motore di ricerca più usato al mondo ha stretto un accordo con otto testate europee, fra cui l’italiana ‘La Stampa’, per lanciare il progetto DNI (Digital News Initiative), una partnership che punterebbe a supportare il giornalismo di qualità attraverso la tecnologia. Ora, come faranno a dare una svolta in un argomento delicatissimo come questo non è dato sapere visto che negli ultimi anni proprio Big G ha contribuito a mettere in crisi i grandi media tradizionali nella loro avventura sul web. Molto probabilmente quella di Google è un’iniziativa mirata anche a migliorare le pubbliche relazioni proprio alla luce delle indagini dell’Antitrust o della chiusura del servizio Google news in Spagna.
Non è solo il mondo di internet a tremare. Il commissario Vestager, infatti, potrebbe dare presto un nuovo sprint alle indagini sugli accordi di licensing tra i grandi “studios” cinematografici made in Usa e le pay tv europee. Gli accordi sono finiti sotto la lente di ingrandimento della Commissione Ue già nel gennaio 2014 con un dossier in cui si cercherà di comprendere se tali intese impediscano alle emittenti europee di fornire i loro servizi all’esterno dei confini nazionali rifiutando così potenziali clienti di altri Paesi membri dell’Unione Europea.