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Da Berkshire ad Apple, ecco chi c’è nel club del trilione: classifica e new entry

Pixabay

Lo chiamano “club del trilione” e a ben vedere potrebbe essere il titolo perfetto per un film. Si tratta di un cenacolo finanziario esclusivissimo di cui fanno parte pochissime società al mondo, ma in cui tutte sognano di entrare. Qualcuna ci riesce per poco e poi è costretta ad abbandonarlo (è successo a Tesla e Tsmc solo per citarne alcune). Poche, pochissime riescono a restare sedute a quel tavolo per lungo tempo. Come si fa? Semplice a parole, difficilissimo nei fatti: mantenendo la propria capitalizzazione di Borsa sopra i 1.000 miliardi di dollari. 

Fino a ieri, nel club del trilione, c’erano sette società al mondo: 6 sono statunitensi, tutte appartenenti a quell’universo dorato che è al momento l’Hi-Tech, una è saudita. Ieri, mercoledì 28 agosto, al tavolo dei trilionari si è seduto un altro colosso, sempre made in Usa, ma l’unico fuori da quel mondo tech che garantisce utili e investimenti, l’unico a rappresentare la cosiddetta “old economy”. Stiamo parlando di Berkshire Hathaway la holding fondata da Warren Buffet, che due giorni prima del 94esimo compleanno dell’oracolo di Omaha, ha segnato un’altra pagina fondamentale della sua lunga storia finanziaria, raggiungendo una capitalizzazione di mercato superiore ai 1.000 miliardi di dollari.  

La prima azienda a superare i 1.000 miliardi di capitalizzazione 

In principio fu Apple. La società di Cupertino può essere considerata la fondatrice del club del trilione, avendo raggiunto un market cap a dodici zeri il 4 agosto del 2018, ben sei anni fa. Poi però arrivò il crollo del mercato azionario statunitense e la capitalizzazione di Borsa di Apple scese sotto quota 800 miliardi di dollari. Il titolo iniziò una lenta ripresa l’anno successivo, tornando sopra quota 1.000 miliardi nel dicembre del 2019 e oggi è diventata l’azienda più capitalizzata del mondo. Per intenderci, se Apple fosse un Paese, il suo market cap la renderebbe il settimo Paese a livello globale, dietro solo a Stati Uniti, Cina, Giappone, Germania, India e Regno Unito. In sostanza, la capitalizzazione di mercato di Apple è superiore al PIL di Francia, Russia, Canada e altri 200 Paesi. 

La storia di PetroChina

Non tutti però attribuiscono ad Apple la fondazione del Trillion dollar club. Undici anni prima di Cupertino, infatti, sorprendendo tutto il mondo, un’altra società aveva raggiunto l’agognata cifra. Era il 5 novembre del 2007 e sulla Borsa di Shanghai PetroChina toccò quota 1,194 trilioni di dollari nel giorno della sua offerta pubblica iniziale (Ipo), raggiungendo lo stesso prezzo anche ad Hong Kong. Fu un fulmine a ciel sereno che non si rivide più. Come racconta la Cnbc, il valore di mercato di PetroChina crollò a meno di 260 miliardi di dollari alla fine del 2008, diventando la più grande distruzione di ricchezza degli azionisti nella storia del mondo. Alla base del crack c’era la crisi finanziaria (era l’epoca dei subprime) e il crollo dei prezzi del petrolio. Quando PetroChina fece il suo debutto nel 2007, i prezzi del greggio Brent erano superiori a 140 dollari al barile. Oggi sono quasi la metà.

Club dei trilionari, chi c’è? Ecco la classifica

Sette società statunitensi a cui si aggiunge un colosso saudita. Sei sono big tech, una (Berkshire Hathaway, appunto) viene classificata da Wall Street come “diversified”, avendo in portafoglio assicurazioni, ferrovie, energia e beni di consumo. L’ultima è un colosso petrolifero.

E ancora: tre delle otto società in classifica vantano una capitalizzazione superiore ai 3 trilioni di dollari, una supera i due trilioni. 

Di seguito, ecco la classifica aggiornata delle otto società con una capitalizzazione di mercato superiore ai 1.000 miliardi di dollari. 

  1. Apple (Usa, tech): 3.444 trilioni di dollari
  2. Nvidia (Usa, tech): 3.09 trilioni di dollari
  3. Microsoft (Usa, tech): 3.052 trilioni di dollari
  4. Alphabet (Usa, tech): 2.014 trilioni di dollari
  5. Amazon (Usa, tech): 1.793 trilioni di dollari
  6. Saudi Aramco (Arabia Saudita, oil): 1.789 trilioni di dollari
  7. Meta (Usa, tech): 1.307 trilioni di dollari
  8. Berkshire Hathaway (Usa, diversified): 1.001 trilioni di dollari.

E i colossi europei?

Nessuna tra le grandi società europee si avvicina nemmeno lontanamente al club del trilioni. Basti pensare che Novo Nordisk, la società con la più alta capitalizzazione di mercato del vecchio continente, attualmente vanta un market cap di poco superiore ai 600 miliardi di dollari. E le altre hanno ancora più strada da fare. Scorrendo la classifica troviamo infatti Lvmh (378 miliardi di dollari), Asml (349 miliardi), Sap (254 miliardi) Hermès (252 miliardi). E le italiane? Al primo posto c’è Ferrari con 79 miliardi. Seguono Enel con 69 miliardi e Intesa Sanpaolo con 66 miliardi.

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