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Cybersecurity: italiani preoccupati per la sicurezza online ma non abbastanza protetti

Pixabay

La protezione dei dati personali è diventata una priorità per milioni di italiani, costantemente connessi online per motivi personali e professionali. Il timore di subire un furto di identità o un crimine informatico è ormai pervasivo, ma, secondo i risultati della ricerca condotta da Europ Assistance Italia in occasione del Data Protection Day, non tutti gli italiani si sentono adeguatamente protetti.

Il 41% degli italiani si sente esposto ai rischi informatici e teme in particolare per i propri figli (48%) e per i familiari anziani (45%). Un dato che cresce tra i più giovani: il 46% degli intervistati tra i 25 e i 34 anni esprime preoccupazioni, ben sopra la media nazionale del 38%. La paura più comune riguarda il furto d’identità, temuto dal 56% degli italiani, con picchi del 68% tra i giovani adulti. Anche i rischi legati ai pagamenti digitali sono molto sentiti, con il 60% dei rispondenti preoccupati per la sicurezza del proprio conto bancario e il 56% per account Amazon o PayPal.

Una consapevolezza che si scontra con la realtà delle protezioni

Nonostante la consapevolezza dei rischi, solo una parte degli italiani si protegge adeguatamente. Sebbene il 79% affermi di utilizzare antivirus e antimalware per proteggere i propri computer, la protezione dello smartphone risulta meno diffusa: appena il 51% ne possiede uno. Inoltre, solo il 37% degli italiani conosce gli anti-ransomware, una forma di protezione ancora poco diffusa tra i consumatori.

Il divario tra la consapevolezza e le reali misure adottate per la protezione è evidente. La maggior parte degli intervistati dichiara di non sentirsi in grado di proteggersi autonomamente e il 49% ritiene che aziende e istituzioni non stiano facendo abbastanza per garantire la sicurezza dei dati personali. La necessità di un esperto per la protezione dei dati è avvertita da quasi metà della popolazione, mentre il 47% non saprebbe come reagire in caso di furto d’identità.

Le piccole imprese e la crescente vulnerabilità digitale

Anche le piccole e medie imprese (Pmi) si trovano a fronteggiare una crescente minaccia informatica. Il 38% dei responsabili della protezione digitale delle Pmi considera elevato il rischio di attacchi informatici, con un aumento dell’8% rispetto al 2023. I timori principali riguardano crimini informatici (50%), furti d’identità (49%) e attacchi ransomware (46%). Inoltre, il 60% degli intervistati ritiene che il lavoro da remoto comporti più rischi informatici, soprattutto a causa dell’uso di reti meno sicure e dispositivi personali.

Anche in questo caso, la consapevolezza dei rischi è alta: il 78% dei responsabili aziendali conosce soluzioni per proteggere l’identità online, tra cui antivirus e antimalware. Come per i consumatori, però, la protezione non è sempre all’altezza delle minacce. La gestione delle password è una delle misure di protezione più utilizzate, ma il 28% degli intervistati usa le stesse password sia in ambito personale che lavorativo, un comportamento che espone ulteriormente al rischio.

Cyberattacchi: una realtà che coinvolge sia i consumatori che le aziende

Oltre il 30% degli italiani dichiara di essere stato vittima di un attacco informatico o di conoscere qualcuno che lo è stato. Il 45% di questi attacchi è avvenuto nell’ultimo anno. Tra le tipologie di attacchi più comuni, il phishing, i virus e il furto di dati sensibili sono i più diffusi. Le piccole imprese non sono esenti da questa realtà: il 51% dei responsabili di Pmi ha subito o conosce qualcuno che ha subito un attacco, con un incremento del 18% rispetto all’anno precedente.

La crescente diffusione degli attacchi ransomware e l’aumento degli attacchi alle Pmi sono segnali inequivocabili che la protezione digitale non è più un’opzione, ma una necessità per tutti, dai consumatori ai piccoli imprenditori.

In occasione del Data Protection Day, l’invito a tutti è chiaro: bisogna prendere consapevolezza della crescente vulnerabilità digitale e adottare misure concrete per proteggere i propri dati. La sicurezza online non è solo una questione tecnica, ma un impegno collettivo che coinvolge istituzioni, aziende e cittadini.

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