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Cumulo contributi pensione: bufera fra Inps e casse private

Sembrava ci fossimo quasi, invece niente. Per i professionisti, il cumulo gratuito dei contributi previdenziali versati all’Inps e alle casse autonome rimane un sogno. Almeno per ora.

Il problema riguarda il costo di gestione delle pratiche per le pensioni in regime di cumulo: 65,04 euro una tantum per ciascun trattamento.

L’Inps ritiene che questa spesa “debba essere sostenuta dagli Enti coinvolti nella liquidazione – si legge in una nota – in misura proporzionale alle rispettive quote di pensione erogate”. In altri termini: il pagamento di quei 65 euro dovrebbe essere diviso tra Inps e casse professionali.

Ma l’Associazione degli enti previdenziali privati (Adepp) non è d’accordo, perché – sostiene – la legge ha affidato soltanto all’Inps la gestione delle pratiche di cumulo e proprio a questo scopo lo Stato ha riconosciuto all’Istituto di previdenza “un maggior finanziamento che, a regime, raggiungerà l’importo di 89 milioni di euro all’anno”. Soldi che arrivano dalla fiscalità generale, quindi anche dalle tasse versate dai professionisti: sarebbe perciò “una discriminazione inaccettabile – afferma in un comunicato il presidente dell’Adepp, Alberto Oliveti – imporre ai nostri iscritti di pagare lo stesso costo due volte”.

L’Inps però ha replicato che quei 65,04 euro si riferiscono esclusivamente alla gestione del pagamento delle pensioni in cumulo e che l’Istituto “non ha ricevuto alcun finanziamento dal Governo per la copertura di questi costi”, per i quali la legge rimanda a un accordo tra le parti. Gli 89 milioni di cui parla l’Adepp, infatti, servono solo a finanziare “i maggiori oneri di spesa previdenziale” determinati dalle nuove pensioni.

Ma non è finita. Lo scorso febbraio Inps e Adepp hanno presentato la convenzione quadro sul cumulo gratuito dei contributi previdenziali. Mancava solo il via libera delle singole casse professionali, che proprio ieri hanno inviato il documento firmato sia all’Inps sia al suo presidente Tito Boeri. In questo modo, secondo l’Adepp, è stato superato “l’ultimo ostacolo formale al pagamento degli assegni a chi ha già fatto domanda” e “se l’Istituto continuerà a non pagare, d’ora in poi gli interessati potranno azionare eventuali rimedi giudiziari nei confronti dell’Inps”.

Tuttavia, l’Istituto ha risposto che la convenzione presentata il mese scorso “prevedeva esplicitamente la ripartizione” degli oneri di gestione e che il testo firmato dalle casse “è stato modificato ad arte rispetto a quello precedentemente redatto”. Il documento inviato ieri, insomma, non ha valore, perché “non risponde a un accordo tra le parti”.

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Categories: Pensioni