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Cultural Heritage Advisor: ecco come il turn over generazionale spinge le famiglie a tutelare il patrimonio culturale

Museo del Prado

Un consulente patrimoniale culturale (in inglese Cultural Heritage Advisor) dovrebbe innanzitutto conoscere la storia familiare o pubblica del patrimonio ma anche il significato e i valori culturali delle persone impegnate e del luogo dove si opera, ciò garantisce risultati efficaci in termini di progettazione e coinvolgimento nel portare a termine un progetto di successo. Spesso ci si può trovare innanzi a pratiche patrimoniali e culturali troppo personali, mettendo a rischio progetti e reputazioni. Tuttavia, ponendo il patrimonio e la cultura in prima linea nei progetti critici, in un insieme di condivisioni si possono creare partnership vivaci e sostenibili. Senza partecipazione di tutti, nulla si realizzerà.

Va detto che sale a 219 il numero delle famiglie che per la gestione del proprio patrimonio soprattutto in virtù del cambio generazionale scelgono un Family Office. Ed è all’interno di queste realtà che si profila sempre più la figura di un Advisor da dedicare al patrimonio culturale che abbia esperienza sia nell’ambito culturale sia finanziario.

La giornata tipo di un Cultural Heritage Advisor può essere molto varia

Ogni giorno può essere diverso, si può iniziare da una ricerca specifica, o completare una strategia di valorizzazione di un bene da collocare sul mercato, o avere riunioni a non finire, o prendere un treno/aereo per raggiungere un cliente che chiede urgenza, o valutare soluzioni con singoli dealer o bayer, o rappresentare un cliente in un asta, o cercare negli archivi documentazione utile ad un progetto e infine farsi suggestionare emotivamente dalla sindrome di Stendhal. Il ruolo è una specie di descrizione generica che copre un’ampia gamma di discipline. A un livello più ampio, tuttavia, il lavoro consiste nel comprendere i valori culturali di un patrimonio culturale e quindi preparare raccomandazioni appropriate per preservare tali valori. Tuttavia, ci vuole tempo per sviluppare queste competenze e nessuno si butta subito a capofitto. Ho iniziato a lavorare nel settore del patrimonio in arte poi allargandomi ad altri asset e da allora sono trascorsi più di venti anni fa. All’epoca mi occupavo di comunicazione istituzionale e finanziaria, che resta comunque la base della mia carriera, e avere avuto questa formazione mi ha aiutato moltissimo a crescere in reputazione.

Combinare conoscenza economica finanziaria con la cultura e l’arte è stato solo destino

Ho avuto la fortuna di incontrare e imparare da diversi professionisti che hanno lavorato in diversi settori complementari, ognuno con personalità diverse e un’ampia varietà di competenze. Ho visto che non ci sono due persone che hanno successo nello stesso modo e coloro che all’inizio sembrano più diffidenti si sono rivelati i partner migliori per svolgere un lavoro fantastico. Le difficoltà non mancano e qualcuno deve cedere, ma avendo un fine comune si può trovare una strada comune e se non fosse così sarebbe inutile proseguire. Dopo aver fatto questo lavoro per alcuni anni, ho imparato che posso diventare piuttosto severa e inflessibile quando si tratta di consegnare un lavoro di alta qualità. Oggigiorno la cosa più importante per me è conoscere le persone con cui e per chi lavoro. Senza questa conoscenza diventa difficile comprendere il perché di scelte altrui nella precedente gestione patrimoniale e anche se non condivisibili, vanno comunque riprese per essere riformulate in un contesto nuovo e più efficiente rispetto al passato. Alcuni incarichi possono sembrare così grandi e schiaccianti che a volte hai solo bisogno di mollare tutto e dedicartici completamente. Non mancano progetti ed incarichi che possono davvero prosciugare le tue energie. Importante dimostrare professionalità e fiducia in tutti i momenti anche in quelli più difficili da gestire, dove può prevale la mancata razionalità o i conflitti personali – spesso infondati – dei committenti.

Penso che la gente rimarrebbe sorpresa da quanto possa essere vario il lavoro di un consulente patrimoniale e questo è parte di ciò che rende difficile spiegarlo in modo semplice

Per scrivere relazioni sul patrimonio bisogna sviluppare una certa familiarità con materie come storia di tutti i beni culturali, architettura, fotografia, diritto del patrimonio, archeologia, antropologia e approfondire storia della filosofia e del territorio. E a tutto questo si aggiunge alle capacità di comunicazione che derivano dall’esperienza e dalla capacità di saper ascoltare. “Conosco persone che lavorano in questo settore da alcuni anni e che dicono di stare ancora studiando”. Io ci sono dentro da decenni e so che sto ancora imparando. Detto questo, però, può essere molto divertente. La maggior parte del lavoro consiste, in primo luogo, nel comprendere le idee del committente e cercare la migliore soluzione perché avvenga un beneficio. Direi anche che essere premurosi e cortesi con gli altri è sempre importante. A differenza di altri campi, in cui non si sa mai veramente di chi è il rapporto che si sta leggendo, nel settore del patrimonio culturale alla fine si incontrano tutti e sebbene ciò possa essere ostacolante, è anche parte di ciò che rende il lavoro speciale.

“È solo nel valore del rispetto che si crea una vera e indiscutibile credibilità”

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Categories: Arte