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Cultura e creatività in Italia incidono per 296 miliardi di euro. In pole software e videogiochi

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Nel 2023, il settore culturale e creativo ha generato un valore aggiunto di 104,3 miliardi di euro e ha impiegato oltre 1,5 milioni di lavoratori, con una crescita del +5,5% rispetto al 2022, superando i livelli pre-pandemia del 2019. Complessivamente, il settore contribuisce con 296,9 miliardi di euro all’economia italiana, includendo gli effetti indiretti.

Questi sono alcuni dei dati presentati nel rapporto annuale “Io Sono Cultura 2024”, realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere, il Centro studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne e Deloitte, con il supporto dell’Istituto per il credito sportivo e culturale. Giunto alla sua quattordicesima edizione, il rapporto sottolinea il ruolo cruciale della cultura come motore di crescita, contribuendo al 5-6% del Pil e influenzando l’occupazione con un impatto moltiplicativo che può raggiungere il 16-17%. Il documento evidenzia la complessità e l’evoluzione del settore, che comprende una vasta gamma di attività, dalle performing arts al design, e la necessità di raccogliere dati per comprendere meglio le attuali dinamiche.

Il rapporto, che mette in risalto il ruolo cruciale del sistema culturale e creativo per l’economia italiana, è stato presentato oggi da Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, Andrea Prete, presidente di Unioncamere, Alessandro Rinaldi, vicedirettore del Centro studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne, Valeria Brambilla, socio e amministratore delegato di Deloitte & Touche Spa, e Beniamino Quintieri, presidente dell’Istituto per il Credito sportivo e culturale.

Segnali positivi di crescita emergono, soprattutto nel Mezzogiorno, sebbene persistano sfide come la precarietà lavorativa e la frammentazione delle risorse. Le città con attrattori culturali rivestono un ruolo fondamentale nel turismo, che rappresenta quasi la metà della spesa totale.

Il rapporto affronta anche l‘impatto delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale, presentando sia opportunità che sfide. Viene sottolineata l’importanza di sviluppare competenze digitali superiori, necessarie per i professionisti del settore.

Oltre ai dati economici, il rapporto mette in evidenza l’impatto sociale della cultura, che promuove competenze relative alla diversità e all’inclusione, fondamentali per un’allocazione ottimale delle risorse e per sostenere uno sviluppo sostenibile.

Crescita del valore del sistema culturale e creativo

Nel 2023, il sistema culturale e creativo italiano ha registrato una crescita importante, generando un valore aggiunto di 104,3 miliardi di euro, con un incremento del 5,5% rispetto al 2022. Gli occupati nel settore sono stati 1.550.068, con un aumento del 3,2%, confermando il ruolo centrale della cultura come motore economico e sociale per l’Italia.

Le regioni leader per specializzazione culturale e creativa sono Lombardia, Lazio e Piemonte, tutte superiori alla media nazionale. Milano si distingue come la provincia con il maggior valore aggiunto e occupazione, seguita da Roma e Torino. Al Sud, la Campania ha la maggiore incidenza nel settore (4,3%), mentre Calabria e Sardegna mostrano segnali positivi, con crescenti valori aggiunti e occupazione.

Lombardia e Lazio continuano a essere le regioni più produttive in ambito culturale, mentre Calabria e Sardegna evidenziano le crescite più significative nel settore.

Videogiochi ed editoria i settori più in crescita

Tra i settori in maggiore espansione spiccano i videogiochi e l’editoria. Il comparto dei software e videogiochi ha generato 16,7 miliardi di euro, rappresentando il 16% del valore complessivo del sistema culturale e creativo. Un dato che ormai sottolinea l’importanza del digitale e dei media interattivi nell’economia italiana.

Anche l’editoria ha registrato una crescita consistente, contribuendo in modo sostanziale alla ricchezza della filiera culturale. La crescita degli operatori nel settore è stata accompagnata da un aumento delle imprese coinvolte, che ha raggiunto quasi 283.000, pari al 5% del totale degli operatori economici nazionali. Il settore ha recuperato e superato i livelli pre-pandemia, confermando il ritorno della domanda di contenuti culturali.

Il comparto dei software e videogiochi si distingue come il principale generatore di ricchezza, seguito dall’editoria e dalla stampa con 11,5 miliardi di euro. Anche architettura e design contribuiscono in modo sostanziale, evidenziando la diversità e la complessità della filiera culturale italiana.

Nonostante la crescita, persiste una certa precarietà occupazionale. Settori come le performing arts e le arti visive presentano quote significative di lavoratori con contratti a termine, mettendo in evidenza la necessità di politiche più stabili per garantire la sicurezza lavorativa.

Sale il Mezzogiorno ma divario con il centro ancora ampio

Nel 2023, si è osservata una dinamica positiva nel Mezzogiorno. Il Sud ha mostrato segnali di ripresa, con un incremento del valore aggiunto e dell’occupazione. Le Calabria e Sardegna hanno registrato le crescite più significative: +10,1% per il valore aggiunto e +6,8% per l’occupazione in Calabria; +9,4% e +6,5% in Sardegna​. Sebbene la distanza con le regioni del Centro-Nord sia ancora ampia, questi dati suggeriscono una possibile inversione di tendenza e un recupero graduale.

Il ruolo delle nuove generazioni

Un elemento interessante emerso dal rapporto è l’importanza crescente dei giovani nel sistema culturale e creativo, sia nella produzione che nella fruizione dei contenuti. I social media come TikTok e Instagram hanno svolto un ruolo cruciale nella veicolazione dei contenuti culturali, abbassando l’età media dei fruitori e coinvolgendo un pubblico sempre più giovane​.

Altro aspetto fondamentale è l’innovazione tecnologica. La digitalizzazione ha spinto diversi settori a integrare nuove tecnologie nei processi produttivi. In particolare, l’uso dell’intelligenza artificiale sta rivoluzionando comparti come il design, l’architettura e la comunicazione, contribuendo a migliorare la personalizzazione dei contenuti e l’efficienza produttiva​.

La ripresa del patrimonio storico e artistico

Il settore della valorizzazione del patrimonio storico e artistico ha continuato a crescere, recuperando, seppur non completamente, le perdite di posti di lavoro registrate negli anni post-pandemici. L’occupazione in questo settore rappresenta il 37% dell’intero sistema culturale, con una crescita del 6,9% rispetto all’anno precedente​.

Il rapporto sottolinea anche le sfide legate alla crisi climatica e alla necessità di un approccio sostenibile nell’economia culturale. L’Italia ha l’opportunità di diventare protagonista nella transizione ecologica grazie al suo patrimonio cultura.

“La forza della nostra economia e del Made in Italy deve molto in tutti i campi alla cultura e alla bellezza, più che in altri paesi. Cultura e creatività, oltre ad arricchire la nostra identità e alimentare la domanda di Italia nel mondo, possono aiutarci ad affrontare insieme, senza paura, le difficili sfide che abbiamo davanti, a partire dalla crisi climatica. L’Italia, forte di oltre un milione e mezzo di addetti culturali e creativi, può offrire un contributo importante ad una transizione industriale e verde a misura d’uomo e, anche per questo, più competitiva e più capace di futuro, come sostiene il Manifesto di Assisi. Anche da questo deriva la forza del nostro export” ha dichiarato Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola.

“La filiera culturale e creativa ha raggiunto in Italia una dimensione industriale rilevante, come testimoniano i dati del rapporto presentato oggi, e deve poter rappresentare un asse portante delle politiche di rilancio economico e sociale del nostro paese. Fornire un supporto finanziario adeguato è prerequisito essenziale per consentire al settore di affrontare le sfide poste dalla digitalizzazione e attivare un cambio di passo nel ritmo degli investimenti pubblici e privati. Attualmente, i comuni destinano solo il 28% della spesa in conto capitale alle attività culturali. Come banca pubblica per lo sviluppo sostenibile del paese, attraverso lo sport e la cultura, è nostro compito sostenere gli operatori del mercato con una finanza volta alla promozione di progetti ad alto impatto per i territori, rivolgendo un’attenzione particolare al Mezzogiorno, custode di un enorme patrimonio culturale da valorizzare” ha commentato Beniamino Quintieri, Presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale.

Prime venti province per valore aggiunto e occupazione del Sistema Produttivo Culturale e Creativo
Anno 2023 (valori assoluti e incidenze percentuali sul totale Italia)

Valore aggiuntoOccupazione
Pos.ProvinceMilioni di euroIn % sul totale ItaliaPos.ProvinceNumero di occupatiIn % sul totale Italia
1Milano18.48917,71Milano207.78113,4
2Roma14.11813,52Roma180.68211,7
3Torino5.7195,53Torino79.3735,1
4Napoli3.2723,14Napoli54.7273,5
5Bologna2.7152,65Firenze39.8442,6
6Firenze2.6662,66Bologna37.5042,4
7Brescia2.0402,07Padova30.2422,0
8Bergamo2.0041,98Brescia29.0381,9
9Padova1.9841,99Bergamo28.8931,9
10Verona1.8441,810Verona28.3101,8
11Vicenza1.8191,711Treviso26.9441,7
12Monza-Brianza1.7301,712Bari26.8631,7
13Treviso1.7271,713Vicenza26.5671,7
14Venezia1.5141,514Venezia25.0161,6
15Modena1.4861,415Monza-Brianza23.0751,5
16Genova1.4701,416Genova22.4021,4
17Bari1.4271,417Modena22.3261,4
18Varese1.3011,218Palermo20.8471,3
19Palermo1.1791,119Varese19.9351,3
20Trento1.1761,120Trento16.9241,1
Fonte: Unioncamere – Centro Studi Tagliacarne, Fondazione Symbola, 2024
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