Le due città lombarde martoriate dal coronavirus si uniscono per il riconoscimento del Mibact. Un progetto sostenuto anche da altre città per “chiudere “ con questo triste 2020.
Ci credono e meritano sostegno. Brescia e Bergamo uniscono le forze per diventare Capitale italiana della Cultura nel 2023. Profondamente provate dal coronavirus con lutti e immagini indimenticabili che hanno fatto il giro del mondo, le due città vogliono lasciarsi alle spalle questo triste 2020. Puntano sulla cultura, sulla storia , sulle eccellenze del territorio. Hanno molto in comune e senza nessun limite organizzativo hanno preso la rincorsa per un riconoscimento molto ambito. I due sindaci -Emilio Del Bono di Brescia e Giorgio Gori di Bergamo- sanno di avere buone chances da qui alla proclamazione. Lo provano anche le prime adesioni spontanee alla loro candidatura da parte di altri Sindaci. Acquisita quella di Pesaro, a stretto giro è arrivata anche quella di Ancona. Due città altrettanto belle e ricche d’arte , che in pratica rinunciano a candidarsi fra tre anni.
Sia Brescia che Bergamo interpretano la gara del Ministero retto da Dario Franceschini come opportunità per riconnettersi ai circuiti turistici italiani ed internazionali. La pandemia, un capitolo agghiacciante per i libri di storia. Ora in campo il progetto che secondo l’Agenzia aise ha già incassato il sìdi UBI Banca,Istituto che ha solide radici in questa parte di Lombardia e che sarà partner ufficiale dell’iniziativa. L’interesse del mondo produttivo e degli affari tiene bene a mente anche la presenza di una economia diffusa riconosciuta come sostenibile dall’Europa. Già, le imprese.
Pochi giorni prima che esplodesse l’epidemia aziende grandi e medie di Bergamo come TenarisDalmine,Italcementi, Radici Group, agricola Agrigal, hanno ricevuto il riconoscimento di aziende sostenibili a livello europeo in un evento promosso dall’Eco di Bergamo e dall’Agenzia ANSA. Brescia e il circondario con oltre 8 mila aziende due anni fa ,invece, erano al sesto posto per ecosostenibilità nel Rapporto GreenItaly dI Unioncanere e Fondazione Symbola .
Il lavoro che le due città dovranno approntare sarà multidisciplinare come da lungo tempo richiede il bando per le candidature.Gli sforzi delle città si orientano verso l’integrazione tra bisogni culturali, enogastronomia , appeal ambientale, tradizioni. Brescia e Bergamo racchiudono una lunga e straordinaria storia di valori umani. Negli anni del boom economico sono state la destinazione finale per migliaia di italiani dalle aree arretrate, come per molti immigrati in tempi più recenti. L’arte, le architetture urbane, i musei, i paesaggi si combinano con i doveri di chi produce ricchezza senza comprimere desideri di riscatto. Non l’Eldorado – sia chiaro- ma qualcosa che stimola le capacità organizzative di due territori che una dannata epidemia ha messo in crisi. L’industria sarà certamente il fulcro della candidatura. Industria non “ come mero erogatore di risorse economiche, ma come detentore di una cultura del lavoro che unisce competenza, innovazione, creatività e cosmopolitismo”è stato scritto. Due anni sono sufficienti per vincere.