“Lo spread conta, è importante, pesa sui conti dello Stato, influenza il prelievo fiscale, determina il costo dei finanziamenti privati”. Lo ha affermato l’ad di Intesa Sanpaolo, Enrico Cucchiani, durante una presentazione a Milano, aggiungendo che “100 punti base di spread in più sul Bund significano 20 miliardi di euro in più di costo del debito pubblico ed è un costo da pagare”.
Cucchiani ha inoltre osservato che “il differenziale tra lo spread massimo (575 pb) e quello minimo (248 pb) corrisponde a 65 miliardi di euro di costi aggiuntivi per le finanze pubbliche. Se si supera la soglia di 700 pb, sarà un livello di non ritorno, oltre il quale l’unica soluzione possibile è l’intervento del Fondo monetario”, ha detto ancora il numero uno di Intesa Sanpaolo.
Per quanto riguarda il suo ruolo all’interno dell’Istituto, Cucchiani ha sottolineato di essere “un manager” e di voler continuare “in questo ruolo fino a che gli azionisti lo riterranno opportuno. Qualcun altro, che è presidente per ruolo, per storia e per cultura farà il presidente”.
Dopo aver incassato oggi la soddisfazione di uno dei principali azionisti, la Fondazione Cariplo, per il suo operato, l’amministratore delegato ha escluso le ipotesi di un suo diverso ruolo nella futura governance della Banca, i cui organi saranno rinnovati con l’assemblea di aprile.
A chi gli ricordava che nell’occasione scadranno anche le presidenze del consiglio di sorveglianza e del consiglio di gestione, attualmente ricoperte rispettivamente da Giovanni Bazoli e Andrea Beltratti, Cucchiani ha ricordato che “sono gli azionisti che decidono”.