Honda subito, ma solo a certe condizioni. La frenetica giornata di ieri sembrava poter portare il trequartista giapponese già ora alla corte di Allegri, ma i giochi non sono ancora fatti, anzi…
“Il Milan conosce la nostra posizione, sanno cosa e quanto vogliamo – ha dichiarato in serata Roman Babaev, dg del Cska Mosca. – Se vogliono Honda devono rispettare le leggi del mercato, non avere la convinzione e la presunzione che siccome loro sono il Milan siamo pronti a spedirgli il giocatore gratis, già impacchettato. Noi non abbiamo l’obiettivo di cederlo adesso, giocherà con noi fino a dicembre. Piaceva a molti club inglesi e le loro offerte erano il doppio di quanto ci offre il Milan. Il giocatore vuole diventare rossonero, noi siamo pronti ad accontentarlo, ma senza sconti. E lui sa che nel mercato ci sono delle regole e di gratis non c’è niente”. Parole dure, che però sanno tanto di pretattica. Perché la trattativa per portare il giapponese a Milano subito prosegue serrata, e i segnali che giungono dalla capitale russa (dichiarazioni di Babaev a parte) sono piuttosto positivi.
Anzitutto i rossoneri possono contare sulla volontà di Honda, che ha espresso pubblicamente il suo desiderio di trasferirsi. “Qui ho giocato tre buone stagioni, ma ora voglio cambiare aria e il club lo sa. Non so come stanno andando le trattative e se si tratti solo di una questione di soldi. In inverno comunque cambierò squadra”. In quel caso lo farà a parametro zero, non certo un buon affare per il Cska. Che, non a caso, sta cercando una soluzione con gli emissari del Milan, volati fino a Mosca per trattare a oltranza.
L’incontro di ieri è stato positivo: in aiuto di Via Turati ci sono alcuni sponsor del giapponese, piuttosto interessati a vedere il loro testimonial in Serie A piuttosto che nella Russian Premier League. L’offerta è così salita a 3 milioni, a fronte dei 5 chiesti dal Cska. “Il giocatore vuole venire a tutti i costi, è tifoso rossonero fin da bambino – ha spiegato gongolante Galliani. – Penso che sarà decisivo l’incontro di domani (oggi per chi legge, n.d.r.), per ora non posso aggiungere altro”.
Meno frenetico il mercato di Inter e Juventus, attualmente impegnate su altri fronti. Su quello societario i nerazzurri, che a breve potrebbero assistere allo storico passaggio di consegne dalla famiglia Moratti a Erick Thohir, su quello tecnico i bianconeri, a cui manca solo un esterno sinistro, oltre che un paio di cessioni importanti.
Sono giorni delicatissimi per la proprietà interista, che non a caso, pur presenziando nelle varie occasioni ufficiali (ieri Massimo ha assistito al 3-1 sul Vicenza), sfugge a qualsiasi tipo di dichiarazioni. Con il tycoon indonesiano ci sarà a breve (qualcuno sussurra già oggi) un meeting decisivo in quel di Londra, sede dei rispettivi studi legali. Il passaggio di proprietà (380 milioni per il 75% delle quote) darebbe una svolta al mercato interista, al momento fermo e ancora lontano dalla conclusione.
Diverso il discorso della Juve, che ha già quasi completato le operazioni in entrata. Per rendere davvero felice Conte manca un esterno sinistro, identificato in Zuniga o, in alternativa, in Biabiany e Kolarov. Prima di sferrare l’attacco decisivo Marotta deve però vendere, e la lista dei possibili partenti è piuttosto lunga. Si va da Matri (piace al Napoli) a Quagliarella (non si registrano nuove offerte dopo quella, fallita, del Norwich), passando per Isla (su di lui c’è sempre l’Inter) e Vucinic (piace allo Zenit San Pietroburgo).
Momenti decisivi invece per il Napoli, che vuole acquistare al più presto il “nuovo Cavani”. Quasi sfumato Leandro Damiao, l’obiettivo è Gonzalo Higuain, per il quale è già stato raggiunto un accordo con il Real Madrid. Ai blancos andrebbero 37 milioni più 3 di bonus, ora manca solo il sì dell’argentino. Che prende tempo, perché non convinto dalla proposta sui diritti d’immagine. De Laurentiis vorrebbe che essi venissero ceduti totalmente al Napoli, il giocatore, forte di sponsor importanti (su tutti la Nike) non la pensa così. La soluzione potrebbe derivare da un contratto biennale da 5 milioni a stagione, che lascerebbe al Pipita gli introiti della multinazionale americana, da ridiscutere poi successivamente, a obblighi con la stessa esauriti.