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Crollano la Borsa di Shangai (-7%) e lo yuan. La Ferrari cerca la pole position a Piazza Affari

Inizio dell’anno shock in Cina: la Borsa di Shanghai perde il 7% e chiude la seduta – Yuan ai minimi da 5 anni – A Piazza Affari debutta la Ferrari, che cerca subito la pole position partendo da 44 euro ad azione, ma Meteo Borsa segnala nuvole anche per i mercati europei – Ansaldo Sts, duello rovente sull’Opa – Banche in bilico tra effetto merger e bail-in

Crollano la Borsa di Shangai (-7%) e lo yuan. La Ferrari cerca la pole position a Piazza Affari

Allacciate le cinture. A giudicare dalle prime battute, il 2016 promette di essere un anno molto turbolento. Shanghai ha gettato la spugna nella prima seduta dell’anno: la Borsa ha infatti accusato, nel pomeriggio un ribasso superiore al 7%, sotto una pioggia di vendite. Ma, secondo le nuove regole in vigore da oggi, un calo superiore al 7% provoca l’immediata chiusura della seduta. Tutti a casa, insomma.

Ad innescare la frana è stato l’andamento deludente dell’attività manifatturiera, scesa a dicembre per il quinto mese di fila, come non accadeva dal 2009, secondo quanto segnalato dai dati Pmi. E’ stata la scintilla che ha innescato la caduta dello yuan, oggi ad un passo dalla soglia storica di 6,50 sul dollaro, ai minimi dal maggio 2011 dopo il fixing presso la Banca centrale. Si è così innescata una reazione a catena sui mercati, preoccupati dalla prospettiva di una guerra valutaria. 

Tokyo perde il 2,6%, seguono a ruota Hong Kong (-2,1%) e la Corea (-1,9%). Si indeboliscono le valute asiatiche e il dollaro australiano. Il Vietnam ha abbassato la parità ufficiale sul dollaro, come non accadeva dalla crisi di agosto. Avanza intanto lo yen (120,30 sul dollaro) e muove al rialzo anche l’euro (1,0870 sulla valuta Usa).

RIMBALZA IL PETROLIO. APERTURA NEGATIVA PER L’EUROPA 

L’escalation del confronto tra l’Iran sciita e l’Arabia Saudita, che ha richiamato gli ambasciatori da Teheran dopo l’esplosione della rabbia per l’esecuzione dell’Iman al Nimr, ha provocato un rimbalzo dei prezzi del greggio: il Brent tratta ora a 37,95 dollari il barile (+1,8%) dopo aver sfiorato i 39 dollari, il Wti americano tratta a 37,5 dollari (+1,3%). 

Meteo Borsa segnala così un avvio al ribasso anche per le Borse europee. Oltre ai fattori di crisi in arrivo da Oriente, la marcia dell’Eurozona sarà frenata dalla difficoltà ad assicurare un governo in Spagna, con effetti sia sulle azioni che sul mercato del debito. In mattinata usciranno i dati Pmi sull’attività manifatturiera delle principali economie. In avvio i futures segnalano Londra -37 punti, Parigi -33 punti e Francoforte -162 punti.

LA ROSSA E FIAT CHRYSLER ALLA RICERCA DEL PREZZO GIUSTO

Le turbolenze geopolitiche e valutarie non dovrebbero guastare più di tanto la festa della Borsa italiana, miglior listino del 2015. Il nuovo anno si apre alle 9 con uno show eccezionale: il debutto italiano del titolo Ferrari, scortato a palazzo Mezzanotte da una selezione di “Rosse” da favola e da un corteo di Vip: oltre a Sergio Marchionne, John Philip Elkann e a Piero Ferrari, pronti a replicare la cerimonia di Wall Street, ci sarà anche il premier Matteo Renzi. Al di là degli aspetti mediatici, l’evento di oggi dà il via ad una nuova vita sia per Ferrari che per l’ex controllante Fiat Chrysler, da oggi orfana della creatura di Enzo Ferrari.

Nei prossimi giorni gli azionisti Fca, infatti, riceveranno un’azione Ferrari ogni 10 azioni Fca da loro possedute, più un conguaglio di 1 centesimo di euro. L’assegnazione fisica delle azioni avverrà domani (o dopodomani per i titoli non custoditi in Monte Titoli). Il primo giorno di quotazione regolare delle azioni Ferrari derivanti dallo scorporo sarà venerdì 8, quando, a processo ultimato, si potrà avere finalmente un’idea più precisa del valore riconosciuto dal mercato a Ferrari e a Fca dimagrita. 

MARANELLO PARTE DA 44 EURO. LA”NUOVA” FCA DA 8,5 

Gli ultimi prezzi di mercato prima della separazione assegnavano a Fiat Chrysler un prezzo di 12,9 euro, a Ferrari di 47,9 dollari a Wall Street (contro il collocamento a 52 dollari). Ad un cambio euro dollaro a 1,092, ne risultava che l’azionista con dieci azioni Fca si ritroverà stamane a possedere anche un’azione Ferrari del valore di 43,94 euro. Siccome il rapporto è 1/10, ne risulta che il valore di Fca, al netto di Ferrari, è 8,51 euro (ovvero 12,90 euro – 4,39 euro).

E’ il prezzo giusto? Su Ferrari gli analisti Usa sono divisi: sui sei che coprono il titolo, due suggeriscono buy, due consigliano hold, infine due suggeriscono sell, sottolineando il peso modesto del merchandising sul fatturato dell’azienda: non più del 20%, un po’ poco per classificare la società più come marchio del lusso che produttore d’auto. Sarà importante capire come il mercato digerirà l’aumento del flottante ed assorbirà gli inevitabili arbitraggi. Finora, con la quotazione a Wall Street, era in circolazione solo il 10% del capitale, da oggi si sale al 66,5% (il 23,5% è controllato da Exor, il 10% da Piero Lardi Ferrari). 

Non meno interessanti gli interrogativi per Fiat Chrysler all’inizio di un’annata che potrebbe risultare decisiva per un merger con un concorrente. Nell’attesa gli operatori sono già concentrati sui conti del quarto trimestre, in uscita alla fine di gennaio. Sarà l’occasione per fare il punto sulle prospettive di Alfa Romeo, Maserati e Jeep. Per ora, nonostante la brillante performance borsistica 2015 (+35%, seconda solo a Renault) al netto di Ferrari, Fiat Chrysler tratta ad un multiplo Ev/Ebitda del 30% più basso rispetto alla media del settore. 

Stasera, infine, verranno comunicati i dati delle immatricolazioni di auto in Italia a dicembre. 

ANSALDO STS, DUELLO ROVENTE SULL’OPA

Grazie alle novità di casa Agnelli (da non trascurare il prossimo ingresso definitivo di Partner Re nel portafoglio di Exor), Piazza Affari sarà oggi al centro delle attenzioni. Ma non mancano altre novità degne di attenzione. 

Finmeccanica dismette da stamane i panni della holding trasformandosi in una “one company” articolata in sette divisioni attive in quattro settori. Tra poche settimane sarà comunicato il nuovo nome della società. Ma stamane gli occhi del mercato sono concentrati su Ansaldo Sts. Il consiglio di amministrazione della società, dopo una seduta fiume, si è spaccato a metà sulla valutazione del prezzo stabilito per la vendita alla giapponese Hitachi. Quattro consiglieri hanno ritenuto che il prezzo dell’Opa (in programma da oggi), fissato a 9,5 euro, non sia adeguato. Altri quattro hanno ritenuto il prezzo congruo, uno si è astenuto. L’offerta pubblica di acquisto partirà regolarmente, visto che non si trattava di un parere vincolante, ma la spaccatura potrebbe influire sul giudizio della Consob invocato da diversi fondi d’investimento: Finmeccanica, secondo le accuse, avrebbe praticato uno sconto su Ansaldo Sts in cambio di un maggior prezzo per Ansaldo Breda, non quotata.

BANCHE IN BILICO TRA L’EFFETTO MERGER E IL BAIL IN 

Non meno storiche le novità in materia bancaria. Da stamane è in vigore il bail in, fonte di preoccupazioni ma anche detonatore del prossimo big bang, inevitabile, del credito di casa nostra. Non a caso le Popolari italiane hanno chiuso l’anno con performance stellari, a partire dalla Banca Pop.Milano (+70%), a metà del guado tra il Banco Popolare (+28%) e l’Ubi. I prossimi mesi saranno decisivi per questo ed altri merger, sempre più urgenti. Da notare che in Europa l’indice Stoxx del settore bancario ha chiuso l’anno in calo del 2,6%.

FISCHER (FED): USEREMO L’ARMA DEL RIALZO DEI TASSI

Sarà una settimana ricca di statistiche e di dati macro dopo la pausa vacanziera. In Europa spicca l’andamento dell’inflazione in uscita giovedì. Nella stessa giornata l’Istat diffonderà i dati sull’occupazione in Italia. In uscita anche i dati sulla fiducia dei consumatori. 

In Usa Stanley Fischer, vicepresidente della Fed, ha già agitato le acque nel corso del week end rilevando che la Banca centrale dovrà aumentare i tassi d’interesse nel caso che l’economia mostri segnali di surriscaldamento. Un commento che cade nell’imminenza della pubblicazione, mercoledì sera, dei verbali dell’ultima riunione della Fed che ha deciso il primo rialzo dei tassi dopo otto anni. Venerdì arriveranno poi i dati sull’occupazione americana di dicembre. 

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