Banche di nuovo nella tempesta. A Piazza Affari Bpm cede oltre il 4% dopo lo scatto di ieri, Bper il 4%, Banco popolare il 3,72% e Ubi il 3,59%. Male anche Unicredit che cede oltre il 3% e Intesa -3,11%. Giù il Ftse Mib -1,27% mentre lo spread torna a salire a quota 368 con rendimento al 5,42%.
La pioggia di vendite sul comparto bancario è ripartita ieri dal Portogallo e dalla Spagna: prima l’annuncio dell’aumento di capitale del portoghese Banco Espirito Santo, poi il crollo dei profitti della spagnola Banesto. A Madrid proprio il settore bancario, fortemente esposto all’immobiliare, rappresenta uno dei punti più critici della tenuta del sistema. Oggi la Banca di Spagna ha reso noto che i prestiti che le banche spagnole hanno ricevuto a marzo dalla Bce sono balzati a 227,6 miliardi di euro, con un aumento di quasi il 50% sui 152,4 miliardi di febbraio. Corre ormai lo spread Bono-bund a quota 415 punti base e la tensione sale sulla sorvegliata speciale Madrid, dove il mercato nutre dubbi sull’efficacia delle manovre del governo per uscire dalla crisi e dove sprofonda l’Ibex del 2,2%. Più contenuti i cali sulle principali piazze europee: Francoforte cede lo 0,70%, Londra lo 0,44%, Parigi lo 0,94%.
Alle tensioni sui debiti dell’eurozona si sono aggiunte questa mattina le notizie in arrivo dalla Cina: il tasso di crescita dell’economia cinese si è attestato all’8,1% nel primo trimestre dell’anno, al livello più basso dal 2009. Sul Wsj il presidente del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde parla di “un elevato grado di instabilita” che grava sull’economia globale. Ma, precisa, le prospettive sono migliori di qualche mese fa: il Fondo ha rivisto al rialzo rispetto a gennaio le stime di crescita mondiali, quando prevedeva una crescita per il 2012 del 3,3%. Tuttavia le nuove stime, che saranno diffuse la prossima settimana, non sono ottimiste come quelle dello scorso settembre, quando il Fmi prevedeva un +4%. Il maggiore rischio per l’economia mondiale è l’Europa.
Piazza Affari in mattinata registra in più anche un carrello della spesa record dal 2008 (nonostante inflazione stabile al 3,3% a marzo) e il dato sulla produzione industriale di febbraio che cala dello 0,7% su gennaio e crolla del 6,8% su base annua, archiviando il peggior dato dal 2009. Mentre si moltiplicano le chiusure di pmi e gli episodi di suicidi di piccoli imprenditori sotto la stretta della crisi e del credit crunch, dal presidente Giuseppe Mussari arriva una prima indicazione di quante risorse Bce verranno fatte confluire nell’economia reale. La stretta al credito “è un tema che affronteremo col ministro Passera nella prossima settimana. L’idea è stanziare un primo plafond di 5 miliardi di euro, credo, sulla liquidità della Bce per investimenti a 5 anni per lanciare un segnale chiaro di speranza alle imprese”, ha detto Mussari in un’intervista a Radio 1 Rai.
Sul Ftse Mib perdono terreno anche Fiat -2,8% e Atlantia -3,2%. In controtendenza sul listino corrono Finmeccanica +5,19% e Ansaldo Sts +2,59% sull’interesse di Hitachi per il 50% di Ansaldo Breda e del 29% di Ansaldo Sts: secondo le indiscrezioni di stampa la due diligence è in dirittura d’arrivo e a breve è prevista la visita agli stabilimenti industriali.
In luce anche Luxottica +1,20%, Diasorin +0,84% e Mediaset +0,70%. Corre Premafin +6,39% dopo la promozione del target price da parte degli analisti di Equita da 0,53 a 0,9 euro, con la conferma del giudizio hold.