L’intervento del regolatore cineseha fatto vittime nella Borsa di Shanghai (-7,76% in chiusura), che era peraltro vulnerabile a un correzione dopo gli stellari aumenti degli ultimi 12 mesi. All’origine del tonfo c’è la decisione delle autorità di vietare l’erogazione di nuovi prestiti a tre grandi broker.
Le autorità cinesi hanno sospeso per tre mesi Cetic Securities, il principale broker cinese per valore di borsa, Haitong Securities e Guotai Junan Securities. Negli ultimi sei mesi la Borsa di Shanghai ha realizzato un rialzo del 60% e secondo alcuni analisti la decisione delle autorità di controllo dei mercati è anche legata ai timori della rapida crescita dei corsi azionari del comparto finanziario.
La debolezza del mercato azionario cinese ha fatto rafforzare lo yen, e la spiegazione è che i rischi nel mercato sono aumentati e quindi i flussi di capitali vanno nelle valute-rifugio, di cui una è quella giapponese. Lo yen, comunque, si è indebolito del 20% e oltre nell’ultimo anno. Il Nikkei si rafforza e passa di nuovo quota 17mila.
L’euro è debole, a 1,155 contro dollaro, e l’attesa, naturalmente, è per la riunione della Bce di giovedì 22. Draghi sta cercando di forgiare un consenso attorno al QE, ma la decisione sarà probabilmente presa a maggioranza. L’oro continua a essere forte in questi giorni turbolenti, e quota 1277 $/oncia. Il greggio è in altalena, e l’ultima quotazione lo vede a 48,4 $/b WTI (il Brent sempre sotto 50, a 49,8). L’Iraq sta pompando petrolio a livelli record e nei mercati continua a dominare un surplus di greggio rispetto alla domanda. Il franco svizzero è in piena parità con l’euro; a questo punto converrebbe agli svizzeri entrare, come ventesimo paese, nella moneta unica! Stabili i futures azionari su Wall Stret.
