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Cristoforetti: “Sognavo le astronavi, viaggio tra le stelle”

INTERVISTA A SAMANTHA CRISTOFORETTI, astronauta dell’Esa e prima donna italiana nello spazio con il record di permanenza – “La Stazione Spaziale Internazionale è come un campeggio di lusso delle dimensioni di un campo di calcio: siamo arrivati in orbita in 9 minuti” – “Mi hanno promesso di rimandarmi presto in orbita per fare la passeggiata spaziale” -” Sulla Luna o su Marte andrei anche domani”

Cristoforetti: “Sognavo le astronavi, viaggio tra le stelle”

“Da piccola sognavo l’Enterprise di Star Trek e lo Space Shuttle”, da grande è diventata l’astronauta dei record, la donna che con i suoi 199 giorni nello spazio ha conquistato il primato di permanenza europeo.

Intervenuta all’evento “Viaggiare tra le stelle: dalla Luna a Marte”, organizzato a Roma dalla Sioi (Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale), in collaborazione con  l’Agenzia spaziale italiana (Asi) e con l’Agenzia Spaziale Europea (Esa), Samantha Cristoforetti è riuscita a catalizzare su di sé l’attenzione di una platea che per più di un’ora l’ha ascoltata in affascinato silenzio mentre raccontava con naturalezza e simpatia la sua esperienza sulla Stazione Spaziale internazionale. Momenti che per un capitano dell’Aeronautica, astronauta dell’Agenzia Spaziale Italiana nonché prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea rappresentano forse la normalità, ma che chiunque altro dei presenti in sala ha seguito con sbigottito interesse.

Seduti accanto a lei, il presidente della Sioi, Franco Frattini, che nel corso del suo discorso introduttivo ha sottolineato come lo spazio sia “uno dei pochi temi che unisce gli attori globali, un settore di pace in cui le tensioni tra Paesi si attenuano”, e il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston che però messo i puntini sulle I: “Marte resta un obiettivo a 20/30 anni; le destinazioni per l’esplorazione umana sono infinite, ma non con le tecnologie attuali”. La strada è ancora lunga dunque e passa anche attraverso programmi precisi e soprattutto investimenti ingenti. Andare su Marte, ha spiegato Battiston, costa “dieci, anche venti volte in più dell’ISS, parliamo di mille miliardi di dollari di investimenti che la politica dovrebbe mettere sul piatto”.

Cristoforetti, come si fa a diventare un astronauta?

“Non c’è una strada unica, le biografie dei singoli sono molto diverse. La mia storia è iniziata da bambina, quando sognavo le astronavi, fantasticavo sull’Enterprise di Star Trek e sullo Space Shuttle. Crescendo ho sviluppato un interesse per la scienza e la tecnologia. Ho studiato ingegneria aerospaziale all’Università tecnica di Monaco di Baviera, in Germania. Poi per caso, al quarto anno di ingegneria, è arrivata la legge sul servizio militare volontario femminile. Finito il percorso di studi sono stata ammessa all’Accademia aeronautica di Pozzuoli dove ho ricominciato tutto da capo e sono stata addestrata come pilota militare.

Nel 2009 sono stata selezionata in una classe di nuovi astronauti europei. Alla fine, dopo una dura selezione siamo rimasti in sei, tra cui anche il collega Luca Parmitano. Abbiamo girato il mondo nelle stazioni spaziali internazionali: Stati Uniti, Russia, Europa, Giappone, Canada. Alla fine siamo riusciti a volare tutti. Dopo sei anni di addestramento è toccato anche a me”.

È stata la prima donna italiana a volare nello spazio. Come è andato il lancio?

“Nel 2014 ho fatto parte della spedizione 42 Futura. Il lancio è avvenuto il 23 novembre dal Cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan. Ci si lancia sempre da lì, anche se Mosca sta cercando di portare a compimento un nuovo cosmodromo in territorio russo. A bordo del veicolo Soyuz abbiamo raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale (ISS). È stato tutto molto veloce, si arriva in orbita in meno di nove minuti, viaggiando a 28mila km all’ora, 7 km al secondo. La velocità è fondamentale per restare in orbita intorno alla terra. Siamo arrivati in 4 orbite, cioé in circa sei ore. Bisogna sottolineare che l’Iss si trova a 400 km dalla terra, relativamente molto vicina”.

Com’è la vita “lassù”?

“L’ISS è un campeggio di lusso delle dimensioni di un campo di calcio. Eravamo in sei, tre già a bordo e tre arrivati con la Suyuz. Si vive bene, non c’è la lavatrice però quindi dobbiamo usare i vestiti e gettarli dopo un po’. Dormiamo in una cuccetta grande come una cabina telefonica in cui teniamo anche i nostri effetti personali. Ci si arrangia un po’ ma si riesce ad avere un angolino confortevole. Facciamo molto sport, ci alleniamo ogni giorno con pesi, corsa, bicicletta. L’allenamento non è importante solo per la muscolatura ma anche per la massa ossea e soprattutto ci permette di tornare dalla stazione spaziale in buone condizioni fisiche.

Consumiamo cibo in busta, disidratato a volte. Le verdure disidratate sono terribili, ma raramente c’è cibo fresco e quando c’è occorre consumarlo rapidamente perché non abbiamo frigoriferi. Poi ovviamente la maggior parte del tempo è impiegata nel lavoro. Lavoriamo nei moduli pressurizzati, molti dei quali costruiti qui in Italia. Il Columbus, modulo laboratorio, per esempio è stato costruito a Torino. Effettuiamo ricerche ed esperimenti scientifici”.

Di che tipo?

“Sulla fisiologia umana, analisi biologiche, stampa di oggetti 3D in assenza di peso. Sottolineo che l’assenza di peso non è assenza di gravità come molti pensano, quest’ultima a 400 km dalla terra è ancora molto forte, all’incirca il 90% di quella che c’è sulla superficie terrestre. Però non ci sono i suoi effetti, quindi se io salgo sulla bilancia il peso risultante è zero, perché in quel momento io, la bilancia, la stazione spaziale e tutto il resto siamo in uno stato di caduta libera intorno alla terra.

L’assenza di peso mette in evidenza tutta una serie di fenomeni sia nei sistemi biologici sia in sistemi fisici che non si manifestano sulla terra o che vengono mascherati dall’effetto della gravità. Quindi su questo effettuiamo delle ricerche”.

Quali sono i suoi progetti imminenti, tornerà nello spazio?

“Il professor Battiston (presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, ndr.) mi ha promesso di rimandarmi presto in orbita per farmi fare la passeggiata spaziale, il grande rimpianto della mia missione è non aver avuto occasione di farla, anche se a bordo ho avuto una responsabilità molto grande”.

Se dovesse scegliere, preferirebbe andare sulla Luna o su Marte?

“Io andrei anche domani sia sulla Luna che su Marte, ma bisogna essere realistici, sono traguardi ancora lontani. C’è tanto da lavorare e soprattutto servono investimenti molto ingenti. Ci vorranno ancora anni e anni prima di poter vedere di nuovo un uomo sulla Luna o di poter arrivare su Marte. Ma nel prossimo futuro si raggiungeranno anche dei successi intermedi che ci daranno molta soddisfazione e per i quali bisognerà essere molto contenti. Un primo obiettivo potrebbe essere il deep space gateway, una base in orbita intorno alla Luna come punto di partenza per missioni sulla superficie lunare”.

Come mai il suo nome è finito nella lista dei possibili candidati del Pd alle prossime elezioni?

(Sguardo sbigottito) “Come? Ma chi lo ha detto? Di questa candidatura non so assolutamente nulla”.

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