Chiusura in rosso per Piazza Affari, -1,64% 24.142 punti, appesantita dai titoli finanziari, mentre lo spread fra decennale italiano e tedesco risale a 130.80 punti base (+5,65%) dopo aver toccato un minimo di 111 punti, da due anni, il 25 aprile scorso. La crisi politica irrompe sui mercati e mette sotto pressione l’Italia. Oggi Milano è in maglia nera dietro a Francoforte -0,28%; Parigi -0,17%; Londra -0,02%. In controtendenza Madrid +0,28%. Anche Wall Street apre debole e al momento prosegue guardinga in attesa di sentire Donald Trump alle due del pomeriggio (le 20 ora italiana) a proposito dell’accordo sul nucleare con l’Iran. Mentre Washington potrebbe abbandonare l’intesa e reintrodurre sanzioni contro Teheran, la UE conferma il suo sostegno a quel patto.
L’incertezza penalizza pesantemente il petrolio, zavorrato anche dall’allarme Venezuela dove la situazione si è ulteriormente aggravata dopo che ConocoPhillips ha vinto un arbitrato internazionale per gli espropri subiti nel 2007.
Brent -3,09%, 73,82 dollari al barile, dopo la galoppata dei giorni scorsi. Secondo alcuni analisti il calo del prezzo sembra rispecchiare l’abitudine di “comprare sulle voci e vendere sulla notizia” tipica dei mercati, che non si aspettavano una dichiarazione di Trump in tempi così rapidi.
Il dollaro resta forte contro l’euro e il cambio fra moneta unica e biglietto verde scende a 1,186 (-0,5%).
La seduta è particolarmente negativa per l’obbligazionario tricolore, in un contesto di flessione per la quasi totalità del comparto europeo. Il rendimento del Btp 10 anni sale all‘1,87% e paga pegno al rischio di nuove elezioni nel mese di luglio. Intanto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è al lavoro per la scelta del premier e dei ministri che dovranno comporre l’esecutivo di garanzia da inviare alle Camere alla ricerca di una fiducia che in queste ore pare difficile, stando alle dichiarazioni di Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
La situazione rischia di causare un peggioramento sul debito Target2 dell’Italia, che invece è sceso in aprile per il secondo mese consecutivo.
In Piazza Affari, in corrispondenza dell’uscita di molte trimestrali, anche superiori al consensus, una pioggia di vendite si abbatte sulle banche. In fondo al listino Bper -3,98%; Ubi -3,47%; Finecobank -3,46%. Pesante Unicredit, -3,17%, dopo I’attacco del fondo speculativo Caius per gli strumenti cashes del 2008, che porterebbero a una errata valutazione dei parametri di capitale e nonostante la secca recplica della banca “Abbiamo una solida posizione, da quei titoli nessun impatto”. Intesa -0,57% limita i danni dopo risultati nettamente superiori alle previsioni.
In calo le utility, a partire da Italgas, -3,63%, nonostante i conti del primo trimestre abbiano confermato le attese.
Giù Brembo -3,51% dopo la trimestrale.
Telecom si sgonfia,-2,37%, all’indomani della nomina dei vertici.
Gli acquisti tornano su Moncler, +3,49%, che si riporta in vetta al listino dopo una serie di sedute negative. Bene Prysmian +1,75%; Buzzi +1,13%; Luxottica +0,73%; Exor +0,37%.
Fra i titoli più piccoli brilla Fila (+6,11%), in scia all’annuncio dell’acquisto del gruppo statunitense Pacon per 340 milioni di dollari. La “Fabbrica italiana lapis ed affini” si mette in pancia così uno dei principali operatori nel mercato statunitense di prodotti per i settori scuola e art&craft.
Al momento del perfezionamento dell’operazione, il cda di Fila chiederà all’assemblea il via libera a un aumento di capitale per 100 milioni di euro. Il completamento è soggetto a condizioni sospensive, tra cui l’approvazione antitrust.
In calo Piaggio, -1,4%, alla luce della trimestrale.