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Crisi, ministero Sviluppo economico: 128 tavoli di confronto, 300 i dossier

FIRSTonline

Sono 128 i tavoli di confronto al ministero dello Sviluppo economico che riguardano aziende grandi e piccole, 300 i dossier. La dimensione dell’attuale situazione di crisi è ulteriormente documentata da questi numeri.

I 128 tavoli sono stati attivati dal 2011, di questi 18 riguardano aziende in amministrazione straordinaria. Il dato si riferisce ad imprese che nel corso del 2011 e nei primi mesi di quest’anno abbiano avuto almeno un tavolo di confronto avvenuto a seguito di convocazione ufficiale con la partecipazione di sindacati, azienda ed eventuali altre istituzioni interessate. Il dato non contempla le aziende che sono state comunque “trattate” e per le quali non c’è stato un tavolo di confronto. Di questi 128 casi, 54 sono sostanzialmente risolti o in fase di risoluzione: il tavolo resta formalmente aperto per accompagnare la chiusura delle vertenze e le relative procedure oltre a consentire il costante monitoraggio delle intese raggiunte in sede ministeriale.

Settore automobilistico in senso lato e tecnologia dell’informazione le aree maggiormente coinvolte dalla crisi e per le quali è stato avviato il confronto presso il ministero: 24 le aziende automotive, 23 quelle dell’Ict. Seguono la chimica (18 aziende coinvolte), tessile e moda (15 aziende), alluminio e materiali ferrosi (complessivamente 14 aziende), elettrodomestici (11 imprese), siderurgia e navalmeccanica.

Tra i principali casi risolti, spiccano quelli delle aziende Antonio Merloni (elettrodomestici), Atr (materiali compositi), British american tobaco (agroalimentare), Caffaro, Candy, Cesame (idrosanitari), Electrolux, Eni Novamont, Gambro (elettromedicali), Grimeca (automotive), I.Ti.Erre (abbigliamento), Ilmas (aerospazio), Indesit, Keller (materiali ferrosi), Livingston (trasporti), Meraklon (chimica), Omsa, Golden Lady, Sammarco (automotive), S.Giorgio, Microelectr (apparati per energia), Ti group automotive, Tamoil, Vibac e Vinyls (chimica), Alcatel Lucent, Simpe (chimica). Tra le soluzioni trovate, la cessione ad altri imprenditori, la reindustrializzazione con altre società, la riqualificazione o la diversificazione produttiva, la ricollocazione presso altre aziende.

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