L’atmosfera è quella della grande attesa. A Bruxelles come ad Atene sono ore ad alta tensione in vista del prossimo vertice Ue, che si terrà domenica nella capitale belga. I leader dell’Eurozona sono chiamati a decisioni fondamentali sul destino del fondo salva-Stati (Efsf) e sulla possibilità di ricapitaliazzare il sistema bancario continentale. C’è poi naturalmente da stabilire il taglio del debito greco.
La cancelliera Angela Merkel e il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, hanno cercato di smorzare le aspettative dei mercati sostenendo che dall’appuntamento del 23 ottobre non emergerà alcuna soluzione definitiva. Insomma, l’incubo non finirà a partire da lunedì.
Una cautela forse eccessiva, che nei giorni scorsi ha fatto cadere le Borse europee e non ha mancato di far saltare i nervi all’altro protagonista della politica continentale, Nicolas Sarkozy. Il presidente francese ha vestito i panni del profeta di sventure: se il summit Ue si chiuderà con un nulla di fatto, secondo il numero uno dell’Eliseo potrebbe saltare l’euro. E se salta l’euro, addio Unione Europea.
Sembrerebbe abbastanza per ipotizzare l’aprirsi di una frattura fra Parigi e Berlino. Eppure oggi il quotidiano inglese “The Guardian” parla di un “accordo bazooka” già raggiunto e pronto per essere ratificato da Bruxelles. Merkel e Sarkò avrebbero trovato un’intesa sul potenziamento del Fondo salva-Stati: attraverso la leva finanziaria, l’Efsf sarebbe in grado di moltiplicare per cinque la sua potenza di fuoco, passando dagli attuali 440 milioni a circa due miliardi di euro.
La notizia non è stata confermata ufficialmente, ma ha comunque avuto un effetto calmante sui mercati azionari. A metà pomeriggio tutti i listini del Vecchio Continente guadagnano fra lo 0,5 e l’1%. Maglia rosa è Milano, in positivo di oltre due punti. Con buona pace delle agenzie di rating, che anche oggi hanno risvegliato l’Europa con la solita dose di cattive notizie (S&P ha declassato 24 banche italiane, mentre da Moody’s e Fitch sono arrivati downgrade rispettivamente per il debito spagnolo e per Fiat).
Ma se le indiscrezioni giornalistiche valgono a rasserenare per un pomeriggio il cuore dei broker, certo non sono sufficienti a placare la protesta che in queste ore sta montando ad Atene. Nella capitale greca è cominciato oggi lo sciopero generale di 48 ore convocato da sindacati e movimenti contro le misure di austerity che il governo dovrebbe approvare domani.
Circa 125mila le persone già scese in piazza per quella che si preannuncia come una delle più grandi manifestazioni degli ultimi anni. Gli scontri non mancano: centinaia di giovani ateniesi stanno scagliando in queste ore pietre e bombe molotov contro i cordoni di poliziotti schierati a protezione del Parlamento. Stanchi di aspettare che arrivi domenica.