È quasi raddoppiato nel 2024 il ricorso alla composizione negoziata della crisi d’impresa, vale a dire l’iter volontario e stragiudiziale per il risanamento delle aziende in crisi, che garantisce anche la possibilità di restare sul mercato. Nel 2023 sono infatti state presentate 600 istanze, diventate 1.089 nel 2024. Parallelamente, crescono anche le procedure di liquidazione giudiziale, che fanno registrare 9.203 aperture. È quanto emerge dall’Osservatorio sulla crisi d’impresa di Unioncamere, che analizza tutti gli istituti e le procedure della Codice della Crisi dal 2021 al 2024.
“L’adesione alla composizione negoziata sta crescendo”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Andrea Prete. “Questo è un fatto positivo perché consentirà a tante aziende oggi in difficoltà di restare operative una volta riequilibrata la propria posizione. Lo strumento funziona e sta dando i suoi frutti. Emerge però una maggiore adesione e un superiore tasso di successo da parte delle imprese di maggiori dimensioni, in forza della propria organizzazione più solida e strutturata. Per questo, soprattutto le piccole imprese vanno supportate aiutando la consapevolezza dell’imprenditore, affinché approdino alla procedura senza indugio, non appena si presentano situazioni di difficoltà”.
La composizione negoziata
Tra le imprese che hanno fatto ricorso alla Composizione negoziata prevalgono le società di capitale (81,5%) e quelle tra 2 e 50 addetti, dove si concentra il 73,5% dei richiedenti, mentre il 49,6% delle imprese fa registrare un valore della produzione tra 1 e 10 milioni di euro. Il numero medio di addetti, comunque, è pari a 56. La maggioranza delle imprese opera nelle attività manifatturiere (25,9%), nel commercio all’ingrosso e al dettaglio (23,3%) e nelle costruzioni (12,2%).
I dati, evidenzia Unioncamere, mostrano che è sensibilmente aumentata nel tempo la dimensione e la struttura media delle aziende che fanno ricorso alla Composizione negoziata, in termini di valore della produzione, numero di addetti e forma giuridica delle stesse. Al tempo stesso occorre, però, sottolineare che il successo della Composizione negoziata riguarda molto più le dimensioni aziendali medio-grandi piuttosto che le micro e piccole, dove il tasso di chiusura con esiti favorevoli è decisamente inferiore.
Le altre procedure
Rimane contenuto il ricorso al concordato semplificato, cui si può accedere solo se non risultano praticabili le soluzioni previste all’esito della composizione negoziata, con una leggera crescita nel 2024 (85 domande) rispetto al 2023 (69 domande).
L’utilizzo degli accordi di ristrutturazione, invece, si conferma costante con più di 300 aperture all’anno negli ultimi quattro anni (326 nel 2024). In decrescita, invece, nel triennio 2021-2023, il ricorso al concordato preventivo, quasi dimezzato poiché passato da 1.067 aperture nel 2021 a sole 678 del 2023, con una lievissima inversione di tendenza nel 2024 (84 domande in più rispetto all’anno precedente), per un totale di 762 aperture.
La liquidazione coatta amministrativa si attesta sul valore di 236 procedure nel 2024 (in leggerissima risalita rispetto ai due anni precedenti).