Il nuovo Fondo per la gestione delle crisi d’impresa è attivo e ha una dotazione di 300 milioni di euro, cui si aggiungeranno altri 250 milioni nel 2021. Il via libera arriva con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto firmato dal ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. Il provvedimento, infatti, attiva il “Fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali e la prosecuzione dell’attività d’impresa”, questo il nome completo del nuovo strumento istituito dal governo con il decreto Rilancio.
Il Fondo, spiega il Mise in una nota, consente allo Stato di entrare nel capitale delle aziende in crisi (attraverso Invitalia) con un investimento massimo di 10 milioni di euro e per un periodo non superiore a 5 anni. L’obiettivo del Fondo, prosegue il ministero, è facilitare la ristrutturazione di imprese in difficoltà, prevedendo una combinazione di aiuti all’investimento e alle tutele occupazionali.
Oltre alle aziende titolari di marchi storici di interesse nazionale, possono accedere al Fondo le imprese con oltre 250 dipendenti e quelle che, indipendentemente dal numero degli occupati, svolgono una funzione strategica per l’Italia, rivestendo un ruolo chiave nel promuovere lo sviluppo e il benessere della collettività.
L’intervento nel capitale di rischio dovrà essere accompagnato da un apporto di investitori privati pari almeno al 30%. Il tetto dei 10 milioni vale per il complesso degli interventi e può essere superato solo se solo partecipano anche Regioni o altre amministrazioni locali. La deroga per le Pmi vale anche nei casi di proroga di sei mesi della cassa integrazione straordinaria per cessazione.
“È un fondo innovativo, che abbiamo fortemente voluto per potenziare gli strumenti a disposizione del Governo, al fine di trovare soluzioni alle crisi aziendali attraverso nuovi processi di ristrutturazione – spiega la sottosegretaria allo Sviluppo economico, Alessandra Todde – Si tratta di interventi in conformità alla normativa europea, che hanno una importanza strategica nel fronteggiare le conseguenze del Covid sul tessuto produttivo del Paese. Inoltre, il provvedimento introduce il divieto di delocalizzazione per almeno 5 anni. Con il Fondo, l’Italia torna a fare concretamente politica industriale, tutelando i lavoratori e investendo nel made in Italy”.