Le piccole e medie imprese italiane stanno cercando di mettere a fuoco ciò che potrebbe accadere loro nel corso di quest’anno a causa della Crisi del Golfo. In base a una survey di Promos Italia, agenzia per l’internazionalizzazione, su circa 200 piccole e medie imprese di tutto il Paese, il 66,9% ritiene che il “blocco” avrà ripercussioni immediate, il 24,8% non nel breve periodo, mentre il restante 8,3% sostiene che non ci saranno conseguenze.
In particolre il 33,6% teme disordini di mercato e interruzioni e ritardi nelle catene produttive; il 26,1% una riduzione di import ed export e il 22,4% un’altra fase inflattiva. In ogni caso sembrano certe anche le ricadute sul fatturato del 2024, l’82% delle imprese che hanno partecipato alla survey prevede un impatto inferiore al 25% del fatturato annuo.
Da Pozzo: “Il nostro sistema imprenditoriale non può permettersi un altro contraccolpo”
“Dalla nostra indagine emerge chiaramente la preoccupazione delle imprese per questa nuova emergenza internazionale – spiega Giovanni Da Pozzo, presidente di Promos Italia – unitamente alla consapevolezza che la situazione avrà ripercussioni certe sul fatturato del 2024. Il nostro sistema imprenditoriale non può permettersi un altro contraccolpo, è necessario porre rimedio quanto prima a questa crisi riportando i flussi nel Canale di Suez ad un regime di normalità”.
Gli scambi con il Medio Oriente a settembre 2023 valgono 22 miliardi
Gli scambi tra Italia e Asia nei primi nove mesi del 2023 valgono 154 miliardi di cui 92 miliardi sono di import e 62 miliardi di export. Valgono 39 miliardi gli scambi tra Italia e Medio Oriente nei primi nove mesi del 2023, di cui 22 miliardi sono di import e 17 miliardi di export.
La Lombardia – secondo un’elaborazione di Promos Italia sui dati ISTAT sui primi nove mesi del 2022 e del 2023 – è la regione principale nel commercio con l’Asia, dove gli scambi ammontano a 46 miliardi di euro, con 19 miliardi in esportazioni Seguono il Veneto con 17 miliardi e l’Emilia Romagna con 16 miliardi. Ma la Lombardia è prima anche nel commercio con il Medio Oriente con 7 miliardi di scambi commerciali, di cui circa 5 miliardi di export., seguita da Sicilia con 6 miliardi e Veneto con 5 miliardi.
Tra le province, prima Milano con 11 miliardi di import dall’Asia e 9 miliardi di export, e con quasi mezzo miliardo di import dal Medio Oriente e 2 miliardi di export.Segue Siracusa con 5 miliardi di import dall’Asia e 4 miliardi dal Medio Oriente. Arriva poi Roma con 4 miliardi di import dall’Asia e 2 miliardi di export e 1,4 miliardi di import dal Medio Oriente e mezzo miliardo di export. Seguono poi Napoli, Torino, Vicenza, Bologna. Firenze, Bergamo.
Tra i settori, con l’Asia, nei primi nove mesi 2023, prevale l’import di petrolio, con 19 miliardi; di metalli con 11 miliardi in nove mesi; di tessili con 10 miliardi, di computer ed elettronica con 8,5 miliardi. Per export primi i macchinari con 12 miliardi e la moda con 11 miliardi. Tra i settori, con il Medio Oriente, nei primi nove mesi 2023, prevale l’import di petrolio, con 16 miliardi, prodotti petroliferi con 3 miliardi in nove mesi. Nell’export primo settore è quello dei macchinari con 4 miliardi e i mezzi di trasporto con 2 miliardi.