Mario Draghi si dimette, la Bce alza i tassi di 50 punti base, ma la Russia riapre il Nord Stream 1 e aumenta le forniture all’Eni (-1,56%) offrendo (casualmente?) un argine al malumore dei mercati.
Anche Piazza Affari limita i danni rispetto alla mattina e perde lo 0,71% (21.196 punti base), ma veste ancora la maglia nera in Europa, mentre lo spread vola a 229 punti base (+6,04%), in una giornata campale per l’Italia con le dimissioni confermate dal premier e la Bce che ha alzato i tassi per la prima volta in 11 anni e nella misura massima di quanto stimato fin qui, cioè 50 punti base. La mossa dell’Eurotower ha fornito momentaneamente un po’ di ossigeno all’euro, che ben presto ha però ripiegato e ora tratta contro il dollaro sui livelli di ieri, in area 1,02.
Il varo dell’atteso scudo anti-spread non è invece servito ad arginare le vendite sui titoli di Stato del Belpaese.
La seduta è stata volatile, ma più tranquilla nel resto d’Europa: Amsterdam tiene la buona rotta già vista nella vigilia e sale dell’1,47%; poco mosse Parigi (+0,27%), Francoforte (-0,27%), Madrid (-0,22%) e Londra (+0,21%).
Volatilità a Wall Street e petrolio in calo
Il copione è simile a Wall Street nella mattina americana. I guadagni di Tesla (+7,5%) sostengono il Nasdaq, ma l’inatteso aumento delle richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione preoccupa un po’ gli investitori, che guardano anche al prossimo appuntamento con la Fed a fine mese, che dovrebbe alzare i tassi di 75 punti base, aumentando le probabilità di recessione per il 2023, secondo Reuters, al 40%.
I timori di un rallentamento economico, sottolineato anche dal superindice dell’economia Usa, sceso a giugno dello 0,8% (in misura superiore alle stime), frena il petrolio, già allarmato dall’aumento delle scorte a stelle e strisce visto ieri. Il Brent cede il 3,34% e tratta a 103,34 dollari al barile.
La Russia riapre i rubinetti, ma non abbastanza
Inverte la rotta rispetto a ieri invece il gas, mentre riparte, dopo dieci giorni di manutenzione, il Nord Stream 1, principale canale verso l’Europa. La Germania dice però che non raggiungerà il suo obiettivo di stoccaggio di gas al 90% entro novembre se le forniture rimarranno al livello attuale, circa il 40% della capacità.
Secondo Bundesnetzagentur, il regolatore della rete, la minore capacità influisce anche sul trasferimento di gas ad altri Paesi europei, tra cui Francia, Austria e Repubblica Ceca.
Per quanto riguarda l’Italia, “Gazprom ha comunicato per la giornata di oggi la consegna di volumi di gas pari a circa 36 milioni di metri cubi, a fronte di consegne giornaliere pari a circa 21 milioni di metri cubi effettuate nei giorni scorsi”, scrive Eni.
Spread e rendimenti in rialzo
L’addio a Palazzo Chigi di Super Mario, l’uomo del “whatever it takes” che salvò l’euro, unitamente all’intervento forte della Bce sui tassi (deciso all’unanimità), pesano sul secondario italiano, dove il rendimento del decennale cresce a +3,45%, mentre quello del Bund di pari durata è a +1,17%
Lo scossone è in ogni caso relativamente contenuto, sia per il varo dello scudo, sia per il fatto che la situazione era diventata difficile nella maggioranza e le elezioni si terranno entro 70 giorni. Inoltre è in atto un mutamento nelle forze politiche in campo che potrebbe portare anche qualcosa di buono: Equita ritiene che per una questione importante come il Pnnr “sia negoziabile a livello Ue un’estensione delle scadenze, e che qualunque nuova coalizione di governo abbia interesse a spingere su progetti e riforme del Recovery Plan”.
Banche depresse a Piazza Affari
Poste, il maggior possessore di titoli di Stato italiani, è la blue chip peggiore del giorno e registra un calo del 4,88%.
Sono in rosso anche gli altri titoli finanziari: Banco Bpm -4,04%, Unipol -3,65%, Unicredit -3,37%, Azimut -3,13%, Bper -3,13 e Intesa -2,77%.
Nella parte più bassa del listino ci sono inoltre tre titoli legati alla stabilità politica: Saipem -3,92%, Telecom -4,55% e Leonardo -3,92%.
In una giornata difficile trovano una notevole spinta invece Diasorin (+4,7%), Amplifon (+2,96%), Campari (+2,47%), Prysmian (+2,24%), Ferrari (+1,97%), Interpump (+1,28%) e Recordati (+1,92%).
Fuori dal paniere principale, Banca Mps cede il 4,96%: il suo principale azionista, il Tesoro, dovrebbe raccogliere 2,5 miliardi di euro con un aumento di capitale entro metà novembre.