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Crisi banche, Visco: studiamo soluzioni per le medio-grandi

Dall’assemblea dell’Abi, il governatore parla anche di possibili crisi in arrivo fra gli istituti medio-piccoli: “Rafforzare gli schemi di garanzia dei depositi” – Patuanelli: “Sarebbero utili le bad bank” – Il ministro Franco: “Possibile Pil+5% nel 2021”

Crisi banche, Visco: studiamo soluzioni per le medio-grandi

“Siamo impegnati nella valutazione delle possibili soluzioni ai casi di crisi che riguardano alcuni intermediari di medie-grandi dimensioni, attualmente alle prese con processi di recupero e risanamento che le difficili condizioni economiche sperimentate negli ultimi anni hanno contribuito a rendere ancora meno agevoli”. Lo ha detto il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nel corso del suo intervento all’assemblea dell’Abi.

“Le difficoltà indotte dalla pandemia acuiscono le pressioni sul settore bancario, spinto, in Italia come altrove, a rivedere i modelli di attività per renderli più sostenibili e adeguati ai profondi cambiamenti in atto – ha aggiunto il numero uno di Via Nazionale – A queste sfide gli intermediari stanno rispondendo anche attraverso piani di ristrutturazione e possibili operazioni di aggregazione. Seguiamo da vicino questo processo anche nell’ambito dell’Eurosistema, non certo per guidarne l’esito secondo programmi prestabiliti, ma per assicurare che esso conduca a intermediari più solidi e, quindi, maggiormente in grado di sostenere l’economia e favorirne il ritorno su un sentiero di crescita elevata e duratura”.

Secondo Visco, “non è da escludere che nel prossimo futuro si verifichino casi di crisi” tra le banche di medie e piccole dimensioni: “’Alla luce dell’inadeguatezza del sistema attuale abbiamo più volte sottolineato quanto sia necessario individuare al più presto meccanismi di gestione delle crisi degli intermediari non sistemici. A questo fine è importante rafforzare le capacità di intervento degli schemi di garanzia dei depositi nazionali, sia in via preventiva sia nelle liquidazioni con cessione di attivi o passivi. Nel breve periodo è cruciale che le istituzioni europee assicurino flessibilità nell’utilizzo per le banche di più piccole dimensioni dello schema di aiuto di Stato in liquidazione che a seguito delle condizioni definite dalla Commissione ha perso l’automatismo applicativo dell’originaria proposta delle autorità italiane”.

Sul fronte degli Npl, il numero uno dell’Abi, Antonio Patuanelli, ha sottolineato che “per i nuovi crediti deteriorati e deteriorandi occorrono tutte le misure che sono state utili per ridurre quelli preesistenti: sarebbero utili anche le tanto attese cosiddette bad bank”.

Inoltre, secondo Patuanelli, “le Banche devono essere previdenti su tutto, preparate anche all’imprevedibile, pure ad una possibile ‘pandemia tecnologica’ contro la quale sono ingenti gli investimenti bancari per la sicurezza”.

Alle banche, ha detto ancora Patuanelli, occorre “certezza del diritto anche prospettica” e oggi “abbiamo una certezza in più: la sentenza definitiva della Corte di Giustizia Europea sugli aiuti di Stato per il caso Tercas ha introdotto certezza del diritto e maggiore credibilità per le Istituzioni europee. Si tratta di nostre soddisfazioni innanzitutto morali che hanno tolto equivoci e rivitalizzato in pieno l’operatività, a minori costi, dei salvataggi bancari con i metodi della prevenzione. È apprezzabile che il Governatore della Banca d’Italia abbia autorevolmente affermato sui salvataggi bancari che la risoluzione con bail in non va bene per le piccole banche non sistemiche, per le quali si adatta meglio l’intervento di un fondo di garanzia dei depositi in grado di assicurare un’uscita ordinata dal mercato senza che si verifichi una liquidazione disordinata che distruggerebbe valore”.

Dallo stesso palco è intervenuto anche il ministro dell’Economia, Daniele Franco: “La fida principale è uscire dalla lunga stagnazione che ha preceduto la crisi pandemia – La politica economia resterà espansiva per riportare il Pil non solo al livello del 2019”, ma anche oltre i valori pre-pandemia. Questo orientamento “è stato confermato anche dalla Commissione europea – ha aggiunto il numero uno del Tesoro – che ha esteso la sospensione dell’applicazione del patto di stabilità e di crescita anche sul 2022. Con il rafforzarsi della ripresa la politica economica dovrà diventare via via più selettiva”.

Quanto al ruolo delle banche, Franco ha ricordato che l’accesso agevolato ai mutui in favore dei giovani rappresenta un “passo preso per facilitare il loro ingresso nella vita economica e sociale: è una delle sfide per il nostro paese e su questo, ovviamente, contiamo sul ruolo attivo delle banche per il successo della misura”.

Infine, sul Pil, il ministro ha detto che il Def “aveva stimato una crescita 2021 del 4,5%: in quel momento si trattava di una delle previsioni più ottimistiche”, ma ora, dopo i dati positivi sul primo e sul secondo trimestre, “il recupero del Pil pari o superiore al 5% appare oggi raggiungibile, così come il ritorno al livello del Pil precrisi entro il terzo trimestre del 2022”.

Su banche e crisi sono intervenuti anche i sindacati, sottolineando che “le relazioni industriali nel settore bancario hanno offerto un’ottima prova nel momento più difficile della pandemia”, ha dichiarato il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani, sottolineando che, superata la crisi “è opportuno dare attuazione alla Cabina di regia sul digitale per gestire l’innovazione, che non deve essere usata come foglia di fico per coprire nuovi tagli del personale”.

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