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Criptovalute: la Cina corre, l’Occidente è in surplace

Sul Financial Times l’economista El-Erian, di cui pubblichiamo l’intervento nella versione italiana, fa il punto sul confronto in atto sulle criptovalute, che sembra ormai giunto all’ora della verità. Ecco perchè

Criptovalute: la Cina corre, l’Occidente è in surplace

Il Financial Times ha di recente pubblicato un breve intervento di Mohamed El-Erian su cui vale la pena di riflettere.

El-Erian è un insider di grande peso del mondo della finanza globale. Sul quotidiano di Londra – dal motto: “We live in financial times” – El-Erian, insieme ad altri, contribuisce regolarmente a una rubrica, per me di difficile approccio, dal titolo “Markets Insight”.

La carriera di El-Erian – 62 anni, americano di origini egiziane – come economista ed esperto di finanzia richiederebbe varie pagine tante sono le esperienze che ha accumulato e le posizioni che ha rivestito nelle istituzioni, nelle organizzazioni finanziarie, nel mondo dell’informazione e della formazione.

Basti dire che oggi El-Erian è Presidente del Queen’s College di Cambridge e consigliere economico capo di Allianz. Ad Allianz è arrivato da Pimco, la creatura Bill Gross conosciuto come il “Re dei bond”, con il quale El Erian ha collaborato per 5 anni in qualità di CEO proprio di Pimco.

Nel 2020 Allianz ha gestito un patrimonio di 3 milioni di miliardi di dollari, collocandosi all’11° posto delle società di asset management. Pimco contribuisce con 2,1 milioni di miliardi ad Allianz.

Di seguito pubblichiamo la traduzione italiana dell’intervento di El-Erian sul Financial Times del 30 luglio 2021, dal titolo: China lays down challenge to the west on crypto.

Una fase nuova

È giunto il momento per i governi occidentali di smettere di considerare la cripto rivoluzione come un miscuglio di attività illegali, speculazioni sconsiderate e fabbrica dei riscatti.

Piuttosto, i governi dovrebbero iniziare ad indirizzare le innovazioni cripto in una direzione che aiuti la finanza, l’economia e la società in generale.

D’altro canto, i cripto devono prendere atto delle conseguenze sistemiche della loro attività come pure delle questioni normative ed energetiche che un tale posizione sistemica implica. La mentalità “a somma zero” secondo la quale i guadagni cripto possono scaturire soltanto da pari perdite del sistema finanziario tradizionale è un enorme ostacolo.

Nel complesso, il dibattito politico sulle criptovalute in atto in Occidente rimane troppo limitato rispetto all’importanza delle questioni in gioco ed è eccessivamente polarizzato. I partecipanti parlano lingue troppo diverse.

Tutto questo moltiplica la tensione tra il settore privato sempre più cripto-propenso e il settore pubblico sempre più cripto-avverso. È ben percepibile il crescente imbarazzo delle istituzioni e delle banche centrali.

L’Occidente è surplace e la Cina corre

Nel mondo occidentale ci sono troppe opinioni differenti sul costo-beneficio della rivoluzione cripto per i servizi finanziari consolidati, rendendo le cose ancora più ingarbugliate.

Al contrario, la Cina sta spingendo a tutto vapore con il consueto approccio dall’alto verso il basso forte e unitario, nel tentativo di guidare un cambiamento che possa estendersi ben oltre il paese del dragone.

Ciò che accadrà dopo che la Cina avrà preso la testa, avrà profonde implicazioni per i servizi finanziari globali, la politica monetaria, la politica degli investimenti, le piattaforme di pagamento e l’assetto stesso delle valute di riserva globali, come dollaro, euro e yen. Ci saranno anche ripercussioni sul controllo e l’uso dei big data, così come sulla competizione tecnologica ed economica tra Cina e Stati Uniti.

Oggi sono individuabili tre processi che mostrano la direzione in cui le cose si stanno muovendo.

I tre sviluppi in corso

1) Le tecnologie che guidano la rivoluzione  cripto, soprattutto la tecnologia della blockchain, stanno impattando in modo dirompente l’industria finanziaria che è rimasta troppo a lungo in una condizione di inefficienza e di compiacenza indotta dagli eccessivi profitti.

La combinazione tra una regolazione che ha protetto il settore da innovazioni anche avventate e l’inerzia dei clienti tradizionali non è più un argine all’onda della concorrenza montata dalla tecnologia.

2) Nonostante la loro instabilità, le criptovalute stanno gradualmente diventando una parte sempre più grande dei portafogli degli investitori attraverso un duplice impiego: quello nell’attività di contenimento del rischio come un’alternativa all’oro e ad alcuni titoli di stato e quello in scommesse opportunistiche su attività non correlate alle fluttuazioni del mercato tradizionale (non-correlated assets).

3) le criptovalute iniziano decisamente a diffondersi nell’ecosistema dei pagamenti. Da un lato c’è la preoccupazione per il fenomeno dei pagamenti illeciti (si pensi al crescente numero di attacchi ransomware) ma dall’altro c’è un fatto molto positivo che riguarda i trasferimenti delle rimesse, un settore nel quale troppi canali tradizionali rimangono lenti e costosi.

Il punto, oggi

Una crescita più vasta delle criptovalute a livello globale continua ad essere ostacolata dalla volatilità dei prezzi, dalla mancanza di una diffusa fiducia e dalle preoccupazioni normative.

La grande domanda adesso è: i cripto disrupters e i regolatori in Occidente riusciranno a convergere su un punto comune?

Qui la responsabilità maggiore ricade sui cripto, i quali rischiano di ripetere l’errore che ha compiuto Big Tech – perseguire i propri obiettivi senza rendersi conto che il loro conseguimento renderà le loro attività fondamentali a livello sistemico.

I cripto non andranno molto lontano con i governi e le banche centrali senza mettere in campo maggiori garanzie antiriciclaggio. Devono anche saper fugare la diffusa preoccupazione per una potenziale erosione degli strumenti tradizionali di politica monetaria.

Dall’altra parte le banche centrali devono sviluppare una mentalità più aperta se vogliono tenere il passo della Cina.

La Cina è dietro l’angolo

A Pechino si è compreso molto bene il potere di trasformazione della rivoluzione cripto e, per questo, desiderano cooptarla in modo olistico e altamente controllato.

Così facendo, lanciano una sfida all’Occidente che va ben oltre la questione della maggiore abilità e prontezza della Cina nello sviluppare nuovi sistemi di pagamento e una propria valuta digitale supportata dalla banca centrale. Tutte cose che diventeranno rapidamente globali e non prerogativa della solo Cina.

C’è piuttosto un problema serio per lo status di valuta di riserva del dollaro, c’è anche il problema di fornire alla Cina l’occasione per un maggiore controllo sui big data sensibili e per chiudere ciò che rimane del gap tecnologico con l’Occidente.

In assenza di un approccio più collaborativo, entrambi i lati del mondo delle valute alternative in Occidente (cripto e governativi) potrebbero vedere il loro futuro determinato da ciò che una Cina in rapido movimento sta facendo e ha in programma fare.

Prima di andare

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Se cercate una lettura leggera come un romanzo si consiglia il libro Itinerari per criptoavventurieri. Bitcoin, blockchain, mining, token, trading, wallet (goWare) di Gerardo Coppola e Daniele Corsini (entrambi ex-Banca d’Italia) con il tecno-cripto Filippo Onoranti.

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