Ormai sentiamo sempre più spesso parlare di criptovalute, ma solo pochi sanno davvero come funzionano. Nel giorno in cui è stato aperto il Registro degli operatori in valute virtuali gestito dall’OAM, da un’indagine svolta dall’Organismo Agenti e Mediatori, in collaborazione con l’Università di Tor Vergata, emerge che chi possiede una cultura finanziaria è più propenso ad effettuare investimenti, seppur di solito entro la soglia di 10mila euro.
Difatti, dei 774 italiani coinvolti dall’indagine, l’89% ha almeno sentito parlare di criptovalute ma soltanto il 6% ha approfondito la propria conoscenza in materia. Di contro l’11% che non ha alcuna conoscenza sul tema, di cui il 67% è rappresentato da donne ed il 33% da uomini. Il 56% mostra di avere poche conoscenze finanziare, mentre il restante 44% ha dimostrato di avere per lo più buone conoscenze finanziarie (28%) o addirittura ottime conoscenze (16%).
Chi ha una cultura finanziaria investe di più in criptovalute
Secondo l’indagine OAM-Tor Vergata, il numero di rispondenti che hanno dichiarato di aver sentito parlare di criptovalute corrisponde all’89% del campione totale (52% uomini e 48% donne) il sub campione si caratterizza per un buon livello di conoscenze finanziarie: il 64% dei rispondenti possiede buone o ottime conoscenze finanziarie, il 25% ha un discreto livello di conoscenze e solo l’11% non ne ha affatto.
Però il 61% del sottocampione sostiene di avere limitate conoscenze sulle nuove valute digitali, mentre il restante 39% dimostra di avere una buona (33%) o addirittura una approfondita e accurata conoscenza (6%).
Dal sondaggio emerge che all’aumentare del livello di conoscenza sulle criptovalute aumenta la propensione all’investimento. Tra il 61% che ha “sentito parlare poche volte”, il 74% non intende investire in criptovalute, l’11% ha dichiarato di avere acquistato in passato criptovalute ma non lo farà in futuro mentre il 14%, nonostante la conoscenza superficiale, ha comunque intenzione di acquistarle per la prima volta in futuro; l’1% ha espresso la propria intenzione di continuare anche in futuro gli investimenti passati in criptovalute.
Nel gruppo che ha dichiarato di avere “una buona conoscenza delle criptovalute” (il 33% del sottocampione) il 39% ha dichiarato di non aver mai acquistato in passato valute digitali e di non avere intenzione di acquistarle in futuro; il 23% non ha intenzione di ripetere in futuro gli investimenti in criptovalute; il 29% e il 10% ha dichiarato rispettivamente di avere intenzione di acquistare per la prima volta in futuro le valute digitali e di dare continuità agli investimenti passati.
Infine, tra coloro che hanno dichiarato di avere “approfondito accuratamente la conoscenza sulle criptovalute” (il 6% del sottocampione) il 29% dei rispondenti ha dichiarato di aver acquistato in passato criptovalute ma non lo farà in futuro; il 37% ha intenzione di acquistarle per la prima volta in futuro; il 22% darà continuità ai propri investimenti passati in criptovalute; soltanto il 12% ha invece rivelato di non voler investire neanche in futuro sulle valute digitali.
Chi investe in criptovalute non oltrepassa il tetto dei 10mila euro
Tra il 41% del sub campione che ha dichiarato di aver acquistato o di voler acquistare in futuro criptovalute la maggioranza (il 58%) è propensa a investire fino a 10mila euro, il 17% tra 10mila e 24.999 e il 13% un importo tra 25mila e 39.999 euro. Il 6% ha dichiarato di avere intenzione di investire importi superiori, mentre il 5% non ha indicato importi. Relativamente alle caratteristiche che renderebbero un investimento finanziario interessante per gli intervistati, alta preferenza è stata posta su elevati rendimenti (39%) e buona diversificazione del portafoglio (33%) mentre poca importanza viene attribuita all’elevato potenziale speculativo, l’anonimato o alla possibilità di perdere un’ottima opzione di investimento.
Complessivamente dalla ricerca emerge come il livello di investimenti in criptovalute dipenda dal livello di educazione finanziaria mentre non risulta influenzato dal livello di istruzione.
Solo il 41% pensa che diventeranno un mezzo di pagamento
Per quanto concerne la probabilità di utilizzo futuro delle criptovalute rispetto alla tradizionale moneta, il 59% del sottocampione che ha sentito parlare di criptovalute la ritiene per nulla (14%) o poco probabile (45%). Il restante 41% dimostra, invece, più fiducia verso l’utilizzo del nuovo strumento di pagamento. Analogamente il 55% del sottocampione ritiene per nulla (12%) o poco probabile (43%) che le criptovalute possano sostituire gli attuali strumenti di pagamento elettronici, mentre il restante 46% lo ritiene piuttosto o perfino molto probabile.