Non c’è pace per le criptovalute. Il mercato globale delle monete digitali ha mantenuto la sua tendenza al rialzo dopo fallimento di Genesis, una delle più grandi società nel settore dei Bitcoin e delle criptovalute, mentre ha tenuto meno alla notizia secondo cui l’exchange di crypto Gemini avrebbe tagliato un altro 10% della sua forza lavoro. Nonostante ciò, il mercato non ha reagito con isteria a questo (ennesimo) duro colpo. Anzi, nelle ultime settimane il valore del Bitcoin e delle altre criptovalute è in rialzo, anche se siamo ben lontani dai 70mila del gennaio del 2021, ma l’inversione di tendenza è evidente. Perché?
Criptovaluta | Guadagni | Prezzo |
Bitcoin | +0,25% | 22.976,30 dollari |
Ethereum | +0,12% | 1.628,59 dollari |
BNB | +2,67% | 313,45 dollari |
Diversi operatori ritengono comunque che il peggio sia passato. Inoltre, anche il calo del dollaro Usa è un altro fattore che ha contribuito a sostenere l’aumento di prezzo delle principali criptovalute. Poi, molti investitori istituzionali starebbero aumentando le loro partecipazioni in previsione della prossima corsa al rialzo, in vista anche dell’halving di Bitcoin nel 2024, uno dei processi più importanti del suo sistema economico. Si tratta dell’evento – che si verifica circa ogni quattro anni – in cui il premio in blocco di una criptovaluta viene diviso a metà per ridurne il livello di emissione, rendendolo un bene più scarso (e dunque ne aumenta la domanda) e combattendo l’inflazione. In passato l’halving ha sempre portato un aumento del valore di Bitcoin e sono in molti a credere che anche questa volta la valuta non deluderà.
Di conseguenza, tutti questi fattori contribuiscono al trend positivo delle crypto, che non è stato intaccato dal crack di Genesis – che ha pagato caro il pasticcio di Ftx – dato che il mercato già lo aveva messo in conto. Ma è il ritorno del bel tempo o solo un fuoco di paglia?
Criptovalute in rialzo: il crack di Genesis
La piattaforma Genesis Global Holdco ha dichiarato bancarotta lo scorso 20 gennaio insieme a sue due sussidiarie, Genesis Global Capital e Genesis Asia Pacific. L’exchange ha chiesto il ricorso alla cosiddetta “Chapter 11” della legge fallimentare statunitense, una formula che offre alle aziende la possibilità di ristrutturare il debito attraverso un piano di riorganizzazione.
Anche se forse c’è ancora un’ultima speranza. La piattaforma spera di raggiungere un accordo con i suoi creditori entro questa settimana. “Non credo che avremo bisogno di un mediatore. Sono molto ottimista”, ha dichiarato l’avvocato O’Neal aggiungendo che Genesis spera di uscire dalla bancarotta entro il 19 maggio grazie alla vendita di alcuni beni e all’arrivo di nuovi finanziamenti. In caso di successo, i creditori di Genesis potrebbero ricevere contanti, beni digitali e azioni da conti di intermediazione insieme ai proventi dell’asta.
Il giudice ha approvato diverse mozioni, tra cui il pagamento dei dipendenti e dei fornitori, pratica comune nelle procedure fallimentari. I rami di Genesis che si occupano di prestiti – Genesis Global Holdco, Genesis Asia Pacific e Genesis Global Capital – sono in discussione con i creditori da circa due mesi, da quando ha interrotto i prelievi dei clienti nel novembre 2022.
Nelle discussioni è stata inclusa anche la società madre, Digital Currency Group che, secondo Bloomberg, deve a Genesis quasi 1,7 miliardi di dollari. Il debito di DCG nei confronti dell’exchange comprende circa 575 milioni di dollari di prestiti con scadenza a maggio 2023 e una cambiale da 1,1 miliardi di dollari con scadenza a giugno 2032.
Gemini si ridimensiona e licenzia il 10% del personale
L’exchange di criptovalute sostenuto dai gemelli Winklevoss è stato travolto dal fallimento del colosso del prestito di criptovalute Genesis Global Capital. Di conseguenza, Gemini non è stato in grado di restituire i fondi ai titolari di account Earn, lasciando dietro di sé 766 milioni di debiti, e causando tensioni tra Gemini e la sua società madre, Digital Currency Group.
“Era nostra speranza evitare ulteriori riduzioni dopo l’estate, ma le persistenti condizioni macroeconomiche negative e le frodi senza precedenti perpetuate dai cattivi attori del nostro settore non ci hanno lasciato altra scelta che rivedere le nostre prospettive e ridurre ulteriormente il personale”, ha scritto Cameron Winklevoss in un messaggio interno ottenuto da The Information.
Stando ai dati di PitchBook, a novembre 2022 Gemini ha circa 1.000 dipendenti, ciò vuol dire che almeno 100 persone potrebbero aver perso il lavoro. Si tratta del terzo taglio per la società che aveva già ridotto la sua forza lavoro del 7% nel luglio 2022, dopo una riduzione del 10% il mese precedente.
Altre società di criptovalute (Crypto.com, Coinbase, Kraken) hanno tagliato il personale dall’11 novembre, giorno in cui la borsa cripto di Sam Bankman-Fried Ftx ha presentato istanza di fallimento. All’inizio di gennaio, Coinbase ha tagliato il 20% della sua forza lavoro in un secondo importante round di tagli, nel tentativo di preservare la liquidità durante la flessione del mercato delle criptovalute.