Una traduzione letterale in italiano del cognome dell’ex amministratore delegato di Ftx, la piattaforma di trading di criptovalute, avrebbe potuto annunciare il destino di Sam Bankman-Fried, appunto: “banchiere fritto”, come nel più classico dei “nomen-omen”, eppure – fino a pochi mesi fa – il presagio non poteva che andare in tutt’altra direzione: ad aprile, infatti, Bankman-Fried posava accanto al primo ministro dello Stato delle Bahamas in un abbraccio che mostrava l’entusiasmo di entrambe le parti nell’annunciare il trasferimento, in una delle isole dell’arcipelago, del quartier generale di Ftx. Forse l’amministrazione del Paese pensava di emulare El Salvador che, per primo, aveva adottato una cripto come valuta legale.
Ad inaugurare la fiera della delusione, il procuratore generale delle Bahamas, Ryan Pinder, che ha raccolto le accuse da parte degli Stati Uniti nei confronti di Bankman-Fried. Si tratta di accuse penali, ancora non ben specificate. Molto probabilmente gli USA chiederanno l’estradizione. Il premier delle Bahamas Philip Davis non ha esitato un minuto nel prendere le distanze dal fondatore di Ftx, anche perché le indiscrezioni parlano della possibile imputazione per frode e riciclaggio di denaro. Nemmeno gli utenti di Wikipedia hanno pensato di concedere il beneficio del dubbio a Bankman-Fried: dall’una e mezza di questa notte, la voce sull’enciclopedia open-source online dedicata a Sam, lo definisce “un truffatore”, prima ancora che CEO della società da lui creata.
Il suo arresto precede di poche ore l’attesa audizione del nuovo numero uno di Ftx, John Ray III – specialista delle ristrutturazioni – al Congresso. Le sue parole finora sono state di critica verso la precedente gestione con un’accusa particolare alla “concentrazione di controllo nelle mani di un piccolo gruppo di individui senza esperienza” che non ha permesso controlli standard, “necessari per un società alla quale viene data fiducia con denaro e asset”.
La paura, in questo momento, è che il crollo di questa società si trasformi nella crisi del Paese che la ospitava. La scommessa delle Bahamas sul settore crypto si era rivelata un’operazione inizialmente di successo e aveva contribuito a promuovere la spinta della nazione insulare verso un più ampio investimento in asset digitali. Tanto da ispirare l’exchange rivale “Okx” che aveva annunciato di essere in procinto di far diventare le Bahamas il nuovo hub regionale anche di Okx.
La battaglia dei risparmiatori italiani per recuperare i fondi su Ftx
Il tracollo dell’exchange di criptovalute svela una gestione opaca e un complesso sistema di scatole cinesi, da Cipro alla Svizzera, che rende oltremodo complicato tenere traccia del percorso del denaro. Nel frattempo, un comitato per tutelare gli investitori si sta muovendo per favorire, in Italia e all’estero, azioni legali, collettive e individuali a supporto di risparmiatori e operatori specializzati. Tutti i soggetti coinvolti, prima di tutti le istituzioni, premono – ora – perché non si ripetano errori analoghi con altre piattaforme e sono quindi impegnati nella realizzazione di attività e manifestazioni collaterali, seminari, pubblicazioni, approfondimenti nel campo delle Criptovalute e del FinTech o di quanto altro fosse ritenuto utile per la più efficace tutela dei risparmiatori di questo settore.