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Cresce l’incognita tassi, Telecom sotto i riflettori

Aspettando Godot, ovvero l‘inflazione che ancora non arriva, i mercati finanziari avanzano sereni, pronti ad incassare le buone notizie attese dalle trimestrali, sia in Usa che in Europa. Tutto sembra filare per il meglio ma l’incertezza è in agguato. È bastato che il Wall Street Journal anticipasse la notizia che Mario Draghi terrà un discorso al vertice dei banchieri di Jackson Hole, tra un mese esatto, per far tremare il mercato del debito. L’ultima volta che Draghi ha tenuto uno speech ufficiale al vertice in Wyoming è stato tre anni fa, quando annuncio l’avvio del Quantitative Easing. Stavolta, secondo Wsj, potrebbe al contrario decretare l’avvio del tapering e l’avvio del rientro alla normalità della politica monetaria della Bce.

Andrà così? Nel dubbio i mercati hanno fatto un passo indietro. Anche perché Janet Yellen, nella sua seconda audizione al Congresso, ha confessato che, in materia di inflazione, anche la Fed viaggia con molta cautela: i prezzi per ora restano bassi, ma, secondo logica, dovrebbero salire vista la ripresa del mercato del lavoro e dei salari. Di qui la scelta di andare gradualmente i tassi, sperando che la svolta non comprometta la ripresa. È questo il tormentone dell’estate 2017 che, salvo sorprese geopolitiche, non porta con sé tragedie greche o drammi cinesi.

TRUMP A PARIGI, WALL STREET ATTENTA AI CONTI DELLE BANCHE

I mercati si apprestano così a festeggiare il 14 luglio: Donald Trump, a Parigi, prova a dimenticare gli sviluppi familiari del Russiagate, Eall Street è concentrata sui conti delle banche, in uscita tra poche ore. Listini asiatici poco mossi ma orientato ad una chiusura positiva: gli operatori hanno apprezzato la cautela di Jent Yellen sul fronte dei tassi. Tokyo (+0,2%) consolida i guadagni della settimana (+1,1%). Stabile Hong Kong dopo una settimana di rialzi a doppia cifra. Più deboli le Borse cinesi: sui colossi dell’acciaio Baudu Steel e Baoshan, entrane sotto di un punto percentuale, pesano le minacce dei dazi americani.

Dall’indagine dell’area Studi di Mediobanca sui 66 maggiori gruppi bancari mondiali emerge che Icb of China è diventata la prima banca mondiale per attivi (3.297 miliardi di euro), scavalcando JP Morgan Chase in seconda posizione (3.178 miliardi). Nelle prime sei posizioni quattro banche sono cinesi, due statunitensi, la settima è giapponese (Mitsubishi).La prima europea è la britannica Hsbc in ottava posizione.

Poco mossa Wall Street in attesa dei conti del settore finanziario (ieri il migliore a +0,61%). Il Dow Jones (+0,1%) ha ritoccato al rialzo il record storico a 21,553,09. L’indice S&P sale dello 0,19%, Nasdaq +0,21%. Sono attese nel primo pomeriggio (ora italiana) le trimestrali di Citigroup (+0,15%), JP Morgan (+0,64%) e Wells Fargo (+0,78%).

Delta Air Lines perde l’1,8%. Nel secondo trimestre la compagnia aerea ha visto calare del 21% i profitti, ma il fatturato unitario è salito del 2,5% e per la prima volta dal 2014.

PETROLIO, LA SETTIMANA CHIUDE IN RIALZO

Il petrolio chiude la settimana in rialzo con il Wti a 46,08 dollari e il Brent a 48,36 dollari. L’Agenzia internazionale dell’Energia (Aie) ha rialzato le sue stime sulla crescita della domanda mondiale di greggio per il 2017 che si attesterà a 98 milioni di barili al giorno, in rialzo dei 1,4 milioni di barili rispetto alla precedente previsione.

A Piazza Affari Saipem è salita dello 0,8%: Goldman Sachs ha tagliato il target price a 5,1 euro da 5,3 euro, confermato il giudizio Buy. Tenaris +0,1%: Goldman Sachs ha tagliato il target price a 14,7 euro da 15 euro, raccomandazione Neutral. Eni +0,1%: JP Morgan ha abbassato il target price a 11,5 euro da 13 euro, confermato Underweight. Goldman Sachs ha abbassato il target a 17 euro da 17,7 euro, confermato Buy.

MILANO +0,4%. LONDRA ACCETTA DI PAGARE I COSTI DELLA BREXIT

Milano ha terminato le contrattazioni in progresso dello 0,42%. Segna un rialzo consistente Madrid (+0,93%), più timida Parigi (+0,27%). Poco mossa Francoforte (+0,12%). Piatta Londra (-0,05%).

Ieri, per la prima volta, il governo inglese ha ammesso che dovrà versare una buonuscita a Bruxelles per sistemare i conti della Brexit. È un clamoroso voltafaccia: pochi giorni fa il segretario agli Esteri Boris Johnson aveva ribadito che l’Unione Europea “poteva star fresca” se avesse insistito a chieder un risarcimento.

BTP IN ALTALENA NEL GIORNO DELLE ASTE

Contrastato il mercato del debito dopo l’indiscrezione del Wall Street Journal su Mario Draghi. I titoli di Stato italiani hanno registrato un andamento nervoso: i rendimenti dei decennali, dopo essersi portati al minimi del 2,24%, sono risaliti al 2,32%, vicini al massimo di metà maggio.

Ad appesantire i Btp ha contribuito la digestione dell’offerta a medio lungo termine di metà mese. Ieri il Tesoro ha assegnato 7,25 miliardi, registrando tassi in rialzo sulle scadenze a 3 e 7 anni. Assegnati anche un Btp 15 anni settembre 2033 e un Btp con vita residua di 20 anni. Lo spread con l’analoga scadenza del Bund si è allargato a 179 punti base da 174, massimo dal 9 giugno.

CREDIT SUISSE: È L’ORA DELLE TLC

“Riteniamo che il settore delle telecomunicazioni sia quello difensivo più interessante e dovrebbe evidenziare un’outperformance rispetto alle azioni nel loro complesso”. Questo si legge nel report mensile di Crédit Suisse. “Il settore delle telecomunicazioni – continua l’analisi – ha un carattere difensivo a valutazioni interessanti e consente un giudizio più neutrale sui tassi nel nostro portafoglio”.

L’opinione degli analisti è stata confortata dal trend della seduta di ieri, segnato da flussi di acquisti sulle tlc (indice Stoxx settoriale +1,8%). Avanzano, tra gli altri, Orange (+2%) e BT Group (+3,5%).

TELECOM SUPERSTAR. MA INCOMBE L’OMBRA DI GENISH

Avanza anche Telecom Italia (+2,5%), spinta da più fattori. S&P Global Ratings, innanzitutto, ha migliorato l’outlook a positivo grazie al miglioramento della performance operativa e alla generazione di cassa. “Accogliamo con favore la revisione dell’outlook da parte di S&P – ha commentato Mediobanca Securities – che va in linea con la nostra visione e potrebbe aprire la strada a un upgrade del rating nei prossimi mesi”. “Inoltre ci auguriamo – hanno proseguito gli analisti – che questo aggiornamento possa consentire alla comunità finanziaria di focalizzarsi nuovamente sui fondamentali, dopo i giorni di tensione sul fronte della governance e in vista di un buon set di risultati, la cui pubblicazione è prevista per il 27 luglio”.

L’augurio sarà probabilmente disatteso. Vivendi, principale socio di Telecom Italia, lavora alla nomina di Amos Genish a una posizione chiave nel gruppo telefonico (probabilmente direttor generale) in modo da poter esercitare una maggiore influenza ai vertici dell’azienda. Non è chiaro che posizione potrebbe essere offerta a Genish in Tim né se Cattaneo concorderebbe con la nomina. L’attuale ceo è atteso a Parigi per un incontro decisivo con Vincent Bolloré.

FIAT CHRYSLER IN VOLO: ARIA DI ACCORDO SUL DIESELGATE

Dopo l’apertura di Wall Street sono piovuti gli acquisti su Fiat Chrysler che ha guadagnato il 3,87% a 10,47 euro. Mediobanca ha confermato sul titolo il rating outperform, con target price a 14 euro. Secondo il broker l’azione, che tratta a un rapporto prezzo/utili atteso per il 2017 di 4,2 volte e al 42% di sconto rispetto ai concorrenti, è stata tenuta sotto pressione dai timori legati al rischio di costi elevati per i richiami. Una volta che il colosso italoamericano troverà una mediazione con l’Epa, gli analisti si aspettano un potenziale rimbalzo del 20%.

Le traversie del dieselgate hanno investito ieri anche Daimler (-0,5%), dopo aver recuperato le pesanti perdite iniziali: la casa è accusata dalla procura di Stoccarda per aver montato un sistema che controlla i contenuti di ossidi di azoto nei gas di scarico dei motori. 

Soffre anche Cnh Industrial, peggior titolo del listino con un ribasso dell’1,9%.La società soffre le difficoltà del settore agricolo dopo le stime sul calo della domanda avanzate dalla Fao e dall’Ocse.

FINANZA: BRILLA GENERALI, OGGI DEBUTTA DO BANK

Le teste d’uovo di Mediobanca erano ieri in vena di elaborare strategie oltre i limiti della cronaca quotidiana. Gli analisti hanno simulato uno scenario ipotizzando una riduzione del costo dell’equity, un miglioramento della crescita del Pil e un possibile aumento dei tassi di breve e sono arrivati alla conclusione che questi fattori potrebbero portare a un rialzo del comparto bancario di circa il 30% rispetto agli attuali livelli.

Nel frattempo ieri il comparto bancario ha lasciato sul terreno lo 0,14%. Unicredit ha perduto mezzo punto. Intesa -0,3%, Banco Bpm +0,1%, Ubi -0,1%: Mediobanca ha fatto ripartire la copertura con raccomandazione Outperform. Giornata di realizzi anche per il risparmio gestito. In particolare Finecobank ha lasciato sul terreno il 2,05%, seguita a breve distanza da Azimut (-1,29%). Poste Italiane -0,49%. Stamattina JP Morgan ha annunciato di avere avviato la copertura con un giudizio Neutral e un target price di 6,62 euro.

La notizia che la compagnia avrebbe messo in vendita 44 miliardi di euro di portafogli tedeschi di assicurazione vita, ha messo le ali a Generali +1,6% che ha segnato i nuovi massimi da maggio. Il gruppo assicurativo avrebbe incaricato Morgan Stanley per valutare l’operazione.

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Oggi farà il debutto in Piazza Affari DoBank la società di gestione dei non performing loans. La capitalizzazione iniziale è di 704 milioni di euro. Centodieci soggetti tra investitori italiani ed esteri hanno richiesto 132.5 milioni di azioni. 

ENEL VERSO I MASSIMI. CUCINELLI CRESCE A DUE CIFRE

Enel si rafforza in rialzo e termina la seduta a 4,948 euro, a un soffio dal prezzo record del 2017 di 4,988 euro. Societe Generale ha annunciato di avere avviato la copertura con un giudizio Buy e un target price a 5,60 euro. Il prossimo 24 luglio staccherà un dividendo parziale di 9 centesimi di euro (yield 1,9%).

Brunello Cucinelli (+0,94%) ha chiuso il primo semestre con ricavi in crescita del 10,7% a 243,3 milioni (+9,7% a cambi costanti) e confermato l’obiettivo di chiudere l’anno con un aumento a doppia cifra di fatturato e margini.

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