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Credito al consumo, in sette anni crescita del 44%: cosa rivelano le analisi della First Cisl

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Il ricorso degli italiani al credito al consumo continua a crescere costantemente nonostante l’aumento dei tassi d’interesse. Nel 2016, l’ammontare dei finanziamenti era di circa 107 miliardi di euro, mentre nel 2023 è aumentato fino a quasi 154 miliardi, registrando un incremento del 44% in soli sette anni. È quanto emerge dai risultati di un’analisi condotta dalla Fondazione Fiba di First Cisl utilizzando dati di Bankitalia.

I risultati dell’analisi

Le statistiche della Banca d’Italia indicano che il credito al consumo ha raggiunto un totale di 153,86 miliardi di euro a marzo di quest’anno. Di questo importo, 113 miliardi sono stati erogati dalle banche, mentre 40,86 miliardi da società finanziarie. Nel confronto con i dati del 30 giugno 2016, si nota un notevole aumento poiché in quel periodo gli importi erano rispettivamente di 78,36 miliardi da banche e 28,46 miliardi da società finanziarie, per un totale di 106,82 miliardi. Considerando solo le banche, nel 2002, anno da cui iniziano le serie storiche, l’ammontare del credito al consumo era di circa 27,5 miliardi di euro.

Credito al consumo cresce più dei prestiti alle famiglie

La crescita del credito al consumo è molto più rapida rispetto a quella dei prestiti totali alle famiglie, con un aumento del 44% contro il 14% nel periodo preso in considerazione. La Banca d’Italia ha anche rilevato che i prestiti per scopi di consumo rappresentano ora un quarto del totale dei finanziamenti alle famiglie e, in rapporto al reddito disponibile, hanno raggiunto il 12,8%, un valore superiore alla media dell’area euro che è del 9,6%.

Vi è però una diversa crescita a livello territoriale. Le regioni del Nord-Ovest e del Nord-Est registrano un aumento più elevato, con un aumento del 49,8% e del 55,4%. Le regioni del Centro, Sud e Isole, invece, registrano aumenti più contenuti con un 42,9%, 36,5% e 33% di aumento. Tra le regioni, il Trentino Alto Adige spicca con una crescita del 68,1%, che è 2,7 volte superiore a quella della Sardegna, che ha registrato un aumento del 25%.

I tassi di interesse per il credito al consumo

I tassi di interesse per il credito al consumo sono rimasti sostanzialmente stabili da giugno 2016 a giugno 2022. Hanno iniziato a salire con l’inizio delle politiche restrittive della Banca Centrale Europea, sebbene gli aumenti decisi dalla Bce a partire da luglio 2022 siano stati incorporati solo parzialmente. La Bce ha innalzato i tassi dal 0% al 3,5% nel marzo 2023, mentre il Tasso Annuo Effettivo Globale (TAEG) per il credito al consumo è aumentato dal 8,34% a metà 2022 al 10,12% nel marzo 2023. Ciò è dovuto al fatto che i tassi iniziali per il credito al consumo erano già molto alti. Inoltre, si nota una penalizzazione significativa per i prestiti di importo più basso, che colpisce principalmente le fasce più deboli della popolazione.

I tassi applicati al credito al consumo sono rimasti sostanzialmente stabili da giugno 2016 a giugno 2022. Hanno cominciato a muoversi al rialzo con l’avvio della stretta varata dalla Bce, ma gli aumenti decisi da quest’ultima da luglio 2022 sono stati incorporati solo in misura parziale. La Bce ha infatti alzato i tassi da 0% al 3,5% del marzo 2023, mentre il Taeg sul credito al consumo è passato da 8,34% di metà 2022 al 10,12% del marzo 2023. Ciò si spiega probabilmente con un livello iniziale già molto alto dei tassi sul credito al consumo. Emerge inoltre una forte penalizzazione per gli importi più piccoli e quindi per le fasce più deboli della popolazione.

Colombani: “cresce il credito al consumo ma attenzione al rischio sovraindebitamento”

“La crescita molto significativa del credito al consumo è da valutare con molta attenzione. Il più alto rapporto col reddito disponibile rispetto alla media europea induce ad ipotizzare che molte famiglie finanzino in questo modo la spesa corrente per mantenere il proprio stile di vita o per far fronte a situazioni di difficoltà. Nonostante i tassi alti, infatti, la corsa a indebitarsi non rallenta: è probabile che la rapidità nella concessione dei finanziamenti finisca per prevalere su qualsiasi altra considerazione, anche sull’effettiva convenienza del finanziamento” ha commentato il segretario generale First Cisl Riccardo Colombani.

“Le nuove formule di credito al consumo, anche quelle caratterizzate da poche rate e zero interessi come il ‘buy now, pay later’, invogliano le persone a consumare, ma rischiano di determinare situazioni di sovraindebitamento – aggiunge Colombani – Per questi motivi è opportuno che si rafforzino i presìdi di trasparenza, dando maggiore pubblicità a dati ed informazioni e che si facciano investimenti in strutturati processi educativi per aumentare la consapevolezza individuale e collettiva”.

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