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Crediti deteriorati lordi, in Italia sono ancora 325 miliardi

Secondo il Market Watch NPL pubblicato da Banca IFIS, il mercato degli Npl continuerà a crescere nel 2020: sono previste transazioni per 37 miliardi, in aumento dai 32 del 2019 – Ecco tutti i numeri.

Crediti deteriorati lordi, in Italia sono ancora 325 miliardi

In Italia ci sono ancora 325 miliardi di euro di crediti deteriorati lordi (NPE) da recuperare: 246 miliardi di euro di sofferenze bancarie a cui si sommano 79 miliardi di euro di Unlikely to pay. A ribadire il dato è il consueto Market Watch NPL pubblicato da Banca IFIS: l’edizione di gennaio, la prima del 2020, fotografa nel dettaglio il mercato dei crediti deteriorati in Italia. Un mercato che, come stabilito dal piano industriale recentemente presentato, Banca IFIS continuerà a considerare il suo core business e nel quale continuerà ad esercitare un ruolo di primo piano, con altri 8,5 miliardi di acquisti previsti da qui al 2022.

Nel dettaglio, il Market Watch racconta che 141 miliardi di euro lordi sono ancora oggi iscritti nei bilanci delle banche (77 miliardi di euro di sofferenze e 64 miliardi di euro di UTP), 198 sono invece i miliardi di euro ceduti, dal 2015 a fine 2019, a fondi, veicoli Gacs, banche specializzate e investitori dotati di piattaforme di recupero di cui si stima, a fine dello scorso anno, siano stati recuperati o “cancellati” in quanto non più esigibili (write-off on recovery) 14 miliardi di euro di NPL e UTP. E per il 2020, quali sono le stime? Ma soprattutto come si sta muovendo il mercato? Entro fine 2020, sulla base dei deal annunciati (39 le operazioni previste) si stimano 37 miliardi di euro lordi di transazioni NPL in aumento rispetto ai 32 miliardi di euro lordi transati nel 2019.

Di questi 37 miliardi, circa il 27% potrebbe essere scambiato sul mercato secondario (nel 2018 la percentuale si è attestata al 17%) mentre il 15% dei crediti deteriorati potrebbe essere deconsolidato tramite cartolarizzazioni che beneficiano della garanzia statale su NPL (Gacs). Di seguito le principali evidenze del Market Watch NPL:

Continua a scendere lo stock di NPE: 159 miliardi di euro di NPE bancari a fine del terzo trimestre 2019 (ultimo dato disponibile) in diminuzione di ben 182 miliardi di euro (-53%) rispetto a fine 2015 che è stato l’anno di picco, avendo raggiunto l’Italia 341 miliardi di euro di stock. Il trend di diminuzione è in linea con la media europea che, dal 2015 al 2019, ha ridotto del 48% i propri NPE.

Il calo delle sofferenze (NPL): lo stock alla fine del terzo trimestre 2019 è formato da 86 miliardi di euro di bad loan, -115 miliardi dal fine 2015 quando i Non Performing Loans in Italia ammontavano a 201 miliardi di euro. La previsione di chiusura del 2019 vede lo stock di NPL in ulteriore discesa a 77 miliardi di euro (-62% rispetto al dato 2015). L’indice di copertura degli NPL è oggi sopra il 60%.

Unlikely To Pay (UTP): stabile l’indice di copertura (coverage ratio) degli UTP che tocca il 39% a fine 2019. Nel 2020 si stimano 7 miliardi di euro di transazioni UTP per un totale di 10 deal. Il passaggio da UTP a sofferenza, il cosiddetto danger rate, resta sopra i livelli pre-crisi con una percentuale dell’1,2% rispetto allo 0,9% del 2007. L’industria delle costruzioni evidenzia ancora il più alto tasso di deterioramento.

• Focus sui prezzi: i prezzi dei portafogli secured sono rimasti sostanzialmente stabili, oscillando dal 33% del 2018 al 34% del 2019, mentre i prezzi degli asset unsecured risultano in crescita di due punti percentuali dal 6% del 2018 all’8% del 2019.

Chi compra e chi vende: con 18,6 miliardi di euro di NPL rilevati nel quadriennio 2015-2019, Banca IFIS si conferma al secondo posto tra gli investitori preceduta solo da Quaestio Management Capital (29,2 miliardi di euro di acquisti). I primi 10 top seller concentrano il 66% degli NPL transati nello stesso arco temporale. I principali originator sono stati: Unicredit con 41,5 miliardi di euro di NPL ceduti, MPS con 32,8 miliardi di euro, Banco BPM (16,3 miliardi) e Intesa Sanpaolo 13,8 miliardi.

Il lavoro di Banca IFIS ha poi presentato un focus sulle Gacs:

• Dal 2016 al 2019, grazie alle garanzie statali Gacs, le banche hanno ceduto sul mercato 70 miliardi di euro di crediti deteriorati (circa il 72% sono NPL corporate e il restante 28% NPL individual) per un totale di 24 cartolarizzazioni. Per il 2020 la stima è di ulteriori 6 miliardi di euro di NPL ceduti tramite lo schema Gacs.

• La dinamica dei prezzi, negli ultimi due anni, evidenzia una correlazione tra la quotazione del portafoglio garantito e la presenza di una maggiore componente secured: nel 2018 la media dei prezzi risulta del 28,7% a fronte di una presenza pari al 73% di NPL secured, nel 2019 la media segna 24,7% con una presenza pari al 68% di crediti secured.

• La performance del recupero dei portafogli Gacs è mediamente del 3% in linea con le dinamiche di recovery del mercato (3,1% la media). Cinque portafogli Gacs hanno superato gli obiettivi previsti dal business plan in termini di raccolta lorda e netta.

Il Market Watch NPL edizione gennaio 2020 è scaricabile anche online.

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