Per Credit Suisse è arrivato il momento della verità. Il colosso svizzero paga il conto dei due scandali finanziari più grossi degli ultimi tempi. E il prezzo è molto alto.
Prima Greensill, la società finanziaria britannica che ha dichiarato fallimento lo scorso 8 marzo, poi Archegos, il family office di Bill Hwang crollato la settimana scorsa dopo aver effettuato scommesse per miliardi di dollari su alcuni titoli grazie alla leva finanziaria e ai prestiti concessi da alcune banche. Due vicende che coinvolgono direttamente Credit Suisse che ha calcolato un impatto sui suoi conti pari a 4,4 miliardi di franchi svizzeri, circa 4,7 miliardi di euro. Nel solo primo trimestre, la banca ha anticipato una perdita di 900 milioni di franchi.
Un conto troppo elevato perché restasse senza conseguenze. La banca ha infatti deciso di “tagliare due teste eccellenti”. A lasciare i loro incarichi saranno Brian Chin, capo dell’investment banking, e Lara Warner, chief risk officer per le questioni di compliance. Al loro posto arriveranno, rispettivamente, Christian Meissner e (ad interim) Joachim Oechslin.
Parallelamente, il Ceo di Credit Suisse, Thomas Gottstein, ha promesso che trarrà “lezioni serie” da quanto accaduto nelle settimane passate. “Riconosco che questi casi (Greensill e Archegos, ndr.) hanno causato notevole preoccupazione tra tutti i nostri stakeholder”, ha affermato Gottstein, la cui poltrona sembra essere tutt’altro che stabile.
Conseguenze sono in arrivo anche per altri dirigenti. Saranno tagliati i bonus dei manager, mentre il presidente del cda, Urs Rohner, dovrà rinunciare a un compenso pari a 1,5 milioni di franchi. Rimangono invece in standby le possibili dimissioni dei consiglieri. La banca ritiene infatti che “sia nell’interesse degli azionisti prendere in considerazione questa proposta quando le indagini interne sui recenti sviluppi saranno concluse e i risultati comunicati”, ha indicato Credit Suisse.
Le ripercussioni delle vicende Archegos e Greensill si ripercuoteranno anche sugli azionisti. Credit Suisse ha deciso di ridurre la sua proposta di dividendo ordinario a 0,10 franchi svizzeri lordi per azione nominativa, rispetto alla precedente proposta di 0,29 franchi in contanti annunciata a febbraio.
“A seguito della questione che riguarda l’hedge fund con sede in Usa – si legge nel comunicato diramato dal colosso bancario svizzero – il cda corregge la sua proposta su questo aspetto della sua agenda, proponendo di distribuire dividendi ordinari complessivi ridotti, pari a 0,10 franchi svizzeri su base lorda per ogni azione registrata, la metà rispetto agli utili trattenuti e la metà delle riserve di contributi di capitali”.
A Zurigo, dopo gli annunci odierni, il titolo Credit Suisse regge il colpo (-0,2%). Nell’ultimo mese le azioni hanno ceduto quasi il 22% del loro valore, scendendo a quota 10,15 franchi.