La possono mettere come vogliono le autorità svizzere, ma ciò che hanno fatto per salvare il Credit Suisse, per il mercato, è un po’ come cambiare le regole del gioco mentre si sta giocando. Un fatto che riconduce a quel fragile sentiment di fiducia che regola tutti i rapporti, quelli finanziari in particolare.
I regolatori svizzeri, nel tentativo di mettere una pezza alla gestione a una loro banca, hanno deciso di cancellare d’emblée un tipo di bond (gli AT1, che fanno parte della categoria ribattezzata CoCo bond) per 16 miliardi di franchi sviuzzeri e di salvare invece, seppur per il rotto della cuffia, i titoli azionari.
L’inversione della gerarchia ha fatto perdere la fiducia per questi strumenti
Nessuno si aspettava un tale inversione della gerarchia indicata dalla Brrd (Bank resolution regulatory directive) in caso di bailin. Tanto più da una paese che ha tenuto sempre in piedi il suo orgoglio, oltre che con cioccolato e orologi, proprio con il sistema bancario. E sono in molti a pensare che quel tipo di obbligazioni abbiano perso il loro valore, anche a prescindere dal caso specifico di Credit Suisse, e che verranno abbandonate.
E’ intervenuta persino l’Eba, l’autorità bancaria europea, ricordando, di fatto alle autorità svizzere, il rispetto della gerarchia: “gli strumenti di capitale ordinario sono i primi ad assorbire le perdite e solo dopo il loro pieno utilizzo sarebbe necessario procedere alla svalutazione dell’Additional Tier One” ha detto stamane. La gerarchia prevede, infatti, una scala di rischio, ai vertici della quale vi è il Common Equity (le azioni), poi il Preferred Equity e gli Additional tier 1 (At1), quindi le emissioni Tier 2, il debito subordinato (Subordinated debt), il Senior Unsecured debt, i depositi e il debito Senior secured.
Lagarde: le banche della zona euro hanno ratio anche superiori ai requisiti legali
Lo shock si è diffuso su tutti i tipi di mercati, con perdite anche a 2 cifre stamane per la paura del contagio. Poi, pian piano la ripresa. La domanda che ricorre è se, e fino a che punto, il sistema bancario europeo possa essere coinvolto. A prevalere è, ovviamente, la massima cautela.
La presidente Bce Christine Lagarde, ha detto oggi che si sta “monitorando con molta attenzione gli sviluppi nei mercati finanziari internazionali, dell’area euro e nel settore bancario, dal punto di vista della stabilità finanziaria. La Bce ha anche avviato degli stress test sulle banche: e “siamo molto fiduciosi nel fatto che le posizioni di capitale e di liquidità delle banche dell’area euro sono molto soddisfacenti dato che i ratio di capitale e di copertura della liquidita’ sono in eccesso rispetto ai requisiti’ legali.
Rassicurazioi arrivano anche sul fronte italiano
“Le perturbazioni” generate da Svb e Credit Suisse “sono in aree con cui abbiamo molto a che fare” ma “il sistema finanziario europeo non è direttamente coinvolto”, ha detto il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco. E’ dello stesso avviso anche Giancarlo Giorgetti, a capo del dicastero dell’Economia, che stamane ha detto a margine di un appuntamento di Intesa Sanpaolo in fondazione Cariplo che “per il sistema bancario italiano siamo tranquilli, le ripercussioni per il sistema bancario italiano ritengo che siano del tutto insignificanti”.
Attese ondate di ricorsi legali
Sono in molti sul mercato a ritenere che le autorità svizzere verranno inondate a breve di migliaia di ricorsi legali che “le costringeranno a rivedere le loro posizioni” dice uno strategist. “Non sarà facile, ma i cavilli legali non mancano”. Gli analisti di Rbc invece ritengono che non sia possibile perché la decisione di cancellarli è stata presa dalla Finma, la Consob svizzera, che ha agito in base alla clausola Point of Non Viability. Si tratta di una situazione in cui una banca o un altro istituto regolamentato subisce un grave stress finanziario a causa di liquidità o capitale insufficienti, provocando il sequestro e la risoluzione da parte dell’autorità di regolamentazione.
Ma sono le stesse autiorità svizzere a rispondere: “In un primo momento si è trattato di trovare una soluzione per la protezione dei risparmiatori e dell’immagine della piazza finanziaria svizzera”, dice un portavoce dell’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma), aggiungendo: “In seconda battuta andranno chiarite altre questioni”.
Il mercato in serata ha recuperato buona parte il profondo rosso della mattina
Sul mercato obbligazionario intanto, dopo uno spaventoso scivolone nella prima parte della seduta, ora, parallelamente a quanto accade sul mercato azionario, si sta vedendo un recupero.
Prendendo a esempio l’Etf di Invesco At1, dopo aver aperto con un ribasso del 15%, a metà mattinata perdeva l’11,6% e verso la chiusura ha ridotto le perdite al 5%. “Ci sono buone possibilità che le perdite nelle prossime ore vengano del tutto azzerate” dice un altro strategist. “Il sistema bancario della zona euro è molto più controllato rispetto a quello di altri paesi extra ue” dice Giacomo Alessi, strategist indipendente. “Aggiungerei anche che in particolarre il sistema bancario italiano è particolarmente forte”.
Non è così certamente per le obbligazioni AT1 di Credit Suisse da 1 miliardo di dollari con una cedola del 4,5% è offerta fino a 1 centesimo di dollaro, come risulta dai prezzi di Tradeweb.
Che cosa sono i bond At1
Certo, si tratta di un tipo di bond subordinato (e quindi non senior) molto particolare, rivolto per lo più a investitori istituzionali: normalmente il valore minimo di sottoscrizione di questi titoli è di 200.000 euro. “Questo potrebbe essere stato uno dei motivi alla base della decisione di preferire l’azzeramento di questi asset invece delle azioni che invece possono essere in mano anche ai non professionisti” dice Alessi. “Anche se, aggiunge, tra quelli cancellati c’è anche un bond domestico svizzero che aveva come taglio minimo 5.000 franchi svizzeri e che potrebbe quindi essere andato nelle mani dell’investitore retail “ dice.
Questa tipologia di bond può essere di tipo perpetuo, cioè senza una data di rimborso precisa ma stabilita a discrezione dell’emittente. In caso di perdita, non pagano alcuna cedola. Quindi per la banca, si tratta di uno strumento di difesa del capitale. Questi bond sono nati nell’ambito degli Accordi di Basilea III del 2009 quando le autorità di regolamentazione hanno chiesto alle banche di aumentare il rapporto tra il capitale Tier 1 e gli asset ponderati per il rischio con una nuova classe di titoli denominata Capitale aggiuntivo di Classe 1 (obbligazioni AT1). Essi possono perdere automaticamente valore se uno dei fattori chiave della solidità finanziaria dell’emittente scende sotto un certo livello.
Un mercato complessivo da 275 miliardi di dollari
Questi strumenti erano una costosa, ma comoda, stampella in caso di necessità di capitale e sono in molti a pensare che questo tipo di strumento potrebbe non essere più utilizzato. Si stima che al momento ci siano in circolazione 275 miliardi di dollari collocati in banche ed hedge fund, dicono gli strategist Ulteriore interrogativo è se qualche investitore istituzionale sia particolarmente esposto all’emissione da 16 miliardi di Credit Suisse diventando lui stesso un nuovo fronte della crisi finanziaria. Certamente si tratta della più grande perdita nel mercato del debito AT1, superando gli 1,35 miliardi di euro persi dagli obbligazionisti del Banco Popular spagnolo nel 2017.
Quello che è accaduto all’ordine di gerarchia potrebbe in futuro portare le emittenti bancarie a offrire un rendimento così alto per queste obbligazioni, che potrebbe essere addirittura preferibile un aumento di capitale, secondo gli esperti.