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Credit Suisse: nel quarto trimestre previste perdite per 1,5 miliardi di franchi. Oggi l’assemblea

FIRSTonline

Credit Suisse, la seconda banca svizzera, già in pesanti difficoltà, prevede per il quarto trimestre una perdita ante imposte fino a 1,5 miliardi di franchi svizzeri (1,58 miliardi di euro), mentre si prepara a chiedere oggi, agli azionisti riuniti in assemblea straordinaria, l’autorizzazione per un aumento di capitale monster da 4 miliardi di dollari.
“Nella sua dichiarazione di previsione, la banca ha sottolineato che il difficile contesto economico e di mercato ha avuto un impatto negativo sull’attività in tutte le sue divisioni”, ha detto la banca svizzera secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters.
Credit Suisse aveva fissato in 4,07 franchi il prezzo di riferimento per l’operazione sul capitale rivolto a qualificati investitori istituzionali, un prezzo corrispondente al prezzo medio ponderato per il volume delle azioni alla Borsa svizzera il 27 e 28 ottobre.
“In particolare l’investment bank è stata influenzata dal sostanziale rallentamento dei mercati dei capitali e dalla ridotta attività nelle attività di vendita e trading, esacerbando i normali cali stagionali e la relativa sottoperformance del Gruppo”, ha aggiunto la banca. L’attività per la clientela è stata modesta nelle divisioni Wealth Management e Swiss Bank e la banca prevede che queste condizioni di mercato continueranno nei prossimi mesi.
Inoltre, sono accelerati all’inizio del quarto trimestre i deflussi di cassa, ha detto ancora la banca.
A livello di gruppo, all’11 novembre, i deflussi netti di attività erano circa il 6% delle masse gestite alla fine del terzo trimestre. Nel Wealth Management, i deflussi si sono ridotti “sostanzialmente” dai livelli elevati delle prime due settimane di ottobre, ma non si sono ancora invertiti, attestandosi intorno al 10% del risparmio gestito alla fine del terzo trimestre 2022.

“Operazione Salvate il CS” per contenere la presenza di investitori arabi

Ma l’assemblea di oggi non servirà solo per cercare di salvare la banca dalla bancarotta, ma avrà anche la missione di salvare il secondo istituto svizzero da quella che alcuni vedono come un’eccessiva ingerenza nel capitale della Saudi National Bank, intenzionata ad investire 1,52 miliardi di dollari. In questo modo l’istituto controllato dalla monarchia di Ryad, ovvero dall’autocrate Mohammed Bin Salman, arriverebbe a detenere il 9,9% del colosso bancario elvetico in difficoltà.
Secondo quanto ha scritto il portale zurighese di informazioni finanziarie Inside Paradeplatz, esisterebbe una ”Operation save CS”, guidata da Ubs, storico avversario di Credit Suisse, che vorrebbe coinvolgere altri importanti attori finanziari della Confederazione, con l’obiettivo di raccogliere 2 miliardi di dollari, quindi una cifra superiore a quella che metterebbero a disposizione i sauditi, impedendo loro di diventare il secondo azionista per importanza di Credit Suisse.
Il primo azionista è la società di investimento statunitense, Harris Associates, che detiene 266 milioni di azioni della banca elvetica, ciò che corrisponde al 10% del capitale azionario.
Ma nel capitale c’è anche il fondo sovrano del Qatar che ha una partecipazione in Credit Suisse del 5%. Partecipazione che, a inizio novembre, ha annunciato di voler aumentare.
L’operazione “Salvate il Credit Suisse” servirebbe a limitare la partecipazione di di investitori arabi nella banca svizzera.

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