Credem ha chiuso i conti dei primi nove mesi dell’anno con un utile netto consolidato di 151 milioni di euro, in crescita del 3,1% su base annua. Il margine di intermediazione si attesta a 867,4 milioni (+2%), mentre le commissioni nette salgono a 397,1 milioni (+2,5%). In salita anche i costi operativi a 551,7 milioni (+2,3%).
Il cost/income è stabile al 63,6%. Il risultato lordo di gestione è di 315,7 milioni (+1,4%) e il risultato operativo sale a 276,7 milioni (+0,5%). Le rettifiche nette di valore su crediti sono in calo del 33,8% anno su anno e si attestano a 26 milioni. La raccolta complessiva da clientela cresce del 2,1% a 66,99 miliardi. Le sofferenze nette su impieghi netti sono all’1,05% (rispetto a 1,43% nello stesso periodo del 2017), mentre la percentuale di copertura dei crediti in sofferenza è del 68,4% (60,9%).
La percentuale di copertura dei crediti problematici totali lordi, invece, è del 51,9% (dal 43,9%). Il Npl ratio lordo scende al 5,1% (5,8%). Il Cet1, calcolato su Credemholding, è al 13,14%, in crescita di quasi 20 bps rispetto al 12,96% di fine giugno 2018.
Nella parte finale dell’esercizio 2018, spiega la banca, si attendono “condizioni non troppo dissimili rispetto a quelle che hanno caratterizzato i primi nove mesi dell’anno, con alcuni elementi di possibile discontinuità” relativi “in particolare alle rettifiche su crediti fino ad ora particolarmente contenute”.