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Crac 4 banche: fondo o credito fiscale in aiuto obbligazionisti

Il governo è al lavoro per sostenere i risparmiatori più deboli tra quelli colpiti dal crac bancario di Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e Cassa Ferrara. Si tratterà di un intervento parziale riservato solo a chi ha acquistato obbligazioni subordinate delle 4 banche malate. Allo studio l’istituzione di un fondo di solidarietà o la possibilità di ricorrere a un credito d’imposta sull’Irpef. Il decreto salva-banche è stato inserito nella Legge di Stabilità che ora è in discussione alla Camera e sono più d’uno gli emendamenti presentati per soccorrere i risparmiatori incauti o ingenui delle banche in questione. Il faro, ha spiegato il governo, “è che non si infrangano le regole Ue che vietano aiuti di Stato”.

Come allora intervenire? Il Pd ha proposto un fondo di 120 milioni, due terzi dei quali a carico delle banche, ma la cifra potrebbe limitarsi a soli 100 milioni e garantire così il 30% dell’esposizione dei piccoli obbligazionisti, pari a circa 350 milioni.

Molto più difficile, anche per i limiti imposti dalla Ue, dare un sollievo anche a chi ha sottoscritto le azioni delle banche. L’intervento «non può essere orizzontale» ha chiarito il viceministro Morando. Il clima alla Camera è teso. In commissione c’è stato uno scontro tra i deputati del Pd e i 5 Stelle, che vogliono l’intervento del Tesoro con un prestito e il commissariamento delle banche, che la Ue boccerebbe senza appello, mentre anche FI cerca di sfruttare l’occasione.

La commissione proseguirà l’esame degli altri emendamenti, lasciando per ultimi questi sulle banche mentre sono in corso a Montecitorio proteste e manifestazioni dei risparmiatori colpiti dai crac. Opposizioni all’attacco con M5S e Fi. Oggi e domani il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, sarà a Bruxelles e per trovare una soluzione praticabile bisognerà attendere il suo ritorno. Difficilmente la soluzione si materializzerà prima del suo ritorno. Subito dopo Natale il governo si concentrerà sulla riforma delle Banche di credito cooperativo con un decreto che dovrebbe accogliere il testo di autoriforma presentato dalle stesse Bcc. 

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