Tra campo e mercato. Il weekend “lungo” del calcio italiano comincia oggi con i primi due anticipi della seconda giornata, ovvero Udinese-Venezia (ore 18.30) e Verona-Inter (20.45), ma i riflettori, come sempre accade in questo periodo dell’anno, saranno condivisi con il mercato, monopolizzato dalle vicende di Ronaldo e Mbappé. Il portoghese è ormai a un passo dal Manchester City, tanto da aver già svuotato il suo armadietto alla Continassa: segnale di un addio imminente, forse già nella giornata odierna, non appena gli inglesi avranno presentato alla Juve l’offerta di 25 milioni necessaria a sancire il matrimonio. I dirigenti bianconeri su questo sono stati chiarissimi, al punto di arrivare ad alzare la voce nell’incontro tutt’altro che cordiale avuto con Jorge Mendes, sbarcato a Torino per sbrogliare la matassa. Il procuratore ha ribadito agli stati generali juventini (presenti Arrivabene, Nedved e Cherubini) la volontà di CR7 di andare via, senza però proporre una cifra concreta.
Da lì l’irrigidimento bianconero, a spiegare una volta per tutte che mai e poi mai avrebbero lasciato partire il portoghese senza un adeguato compenso, quantificato appunto in 25 milioni. Cifra che consentirà alla Signora di evitare una pericolosa minusvalenza di bilancio, assolutamente insindacabile, al di là dei buoni rapporti avuti sin qui. E così Mendes ha comunicato al City il tutto, ottenendo in cambio un impegno a presentare l’offerta giusta nel giro di poche ore: l’affare può considerarsi in dirittura d’arrivo, tanto che Guardiola e CR7 hanno già avuto un colloquio telefonico per sancire l’inizio della nuova avventura. Ora non è più il caso di chiedersi cosa farà il portoghese, bensì quali saranno le mosse della Juve per sostituirlo. La prima si chiama Moise Keane: Mino Raiola, tutt’altro che casualmente, è stato in visita alla Continassa subito dopo Mendes. L’attaccante, ceduto all’Everton nell’estate 2019 per 27,5 milioni, è un profilo molto gradito, sia per questioni tecniche (fu Max a farlo debuttare nel 2016 e a lanciarlo con continuità nel 2018) che regolamentari, visto che potrebbe essere inserito in lista Champions come giocatore cresciuto nel vivaio.
L’altro nome caldo è quello di Icardi, da sempre nel mirino della Signora, solo che questa volta l’argentino è apparso piuttosto freddo, convinto com’è di potersi giocare le sue carte in un Psg che ha sì preso Messi, ma che presto perderà Mbappé. L’altra grande notizia di giornata, infatti, riguarda proprio il francese, ormai vicinissimo al Real Madrid. Gli spagnoli hanno alzato l’offerta a 170 milioni più 10 di bonus, un’enormità considerando che il giocatore andrà in scadenza nel 2022. Al-Khelaifi, per il momento, continua a resistere ma la sensazione è che il muro stia per cedere: per la scossa decisiva sarà necessario un ulteriore rilancio di Florentino, magari arrivando a sfiorare quota 200, però è molto difficile che l’affare possa saltare, alla luce della volontà del giocatore e delle problematiche contrattuali di cui sopra. Il Psg però non dovrebbe (condizionale comunque d’obbligo) entrare nella corsa per Ronaldo, ormai mentalizzato a vestire la maglia azzurra di Manchester, per poi sfidare Messi nel girone più entusiasmante della Champions League.
Decisamente meno ingarbugliato il mercato dell’Inter, che si avvicina al traguardo con una sola casella da riempire, ovvero quella del vice Dzeko. L’arrivo di Correa infatti ha risolto il nodo principale, ovvero dare a Inzaghi una terza punta di valore da alternare al bosniaco e a Lautaro Martinez, ora però, considerando i guai fisici di Sanchez, ne servirebbe un’altra, ovviamente meno costosa. Il nome più caldo sembra essere quello di Keita Balde, in uscita dal Monaco, mentre perde quota la candidatura di Scamacca, che il Sassuolo potrebbe cedere all’estero (l’Eintracht Francoforte lo acquisterebbe a titolo definitivo), sempre che lui, ovviamente, sia d’accordo. In tutto questo Inzaghi deve pensare al Verona, avversario nell’anticipo di questa sera al Bentegodi. Partita non semplice, perché l’Hellas, pur sconfitto alla prima dal Sassuolo, ha mostrato di essere ben altra cosa rispetto allo spaesato Genoa visto a San Siro. Il tecnico nerazzurro, ieri assente in conferenza stampa, sembra orientato a confermare la squadra del debutto, con Lautaro unica novità.
Al Bentegodi sarà 3-5-2 con Handanovic in porta, Skriniar, De Vrij e Bastoni in difesa, Darmian, Barella, Brozovic, Calhanoglu e Perisic a centrocampo, Lautaro e Dezko in attacco. Sistema di gioco simile anche per Di Francesco, che in attesa di abbracciare il Cholito Simeone, si affiderà a un 3-4-2-1 con Montipò tra i pali, Magnani, Gunter e Ceccherini nel reparto arretrato, Faraoni, Tameze, Ilic e Lazovic in mediana, Barak e Zaccagni alle spalle dell’unica punta Kalinic.