Una Champions più combattuta che mai. La 34esima giornata certifica, oltre allo scudetto dell’Inter, tutto il pathos della corsa all’Europa che conta, soggetta a scossoni e colpi di scena partita dopo partita. Dopo questo turno gli equilibri cambiano nuovamente, con il Milan che rientra nel gruppo a spese del Napoli, fermato clamorosamente dal Cagliari con un gol in pieno recupero. Anche l’Atalanta però, con il pari di Reggio Emilia, non può più dormire sonni tranquilli, risucchiata nella bagarre assieme a tutte le altre. La classifica attuale vede quattro squadre in due punti, ma occhio alla Lazio: con la vittoria virtuale sul Torino, infatti, aggancerebbe il Napoli.
Questo campionato, comunque, ci sta insegnando a non dare nulla per scontato, perché le partite facili, semplicemente, non esistono più. La Juventus, per esempio, ha vinto a Udine, ma ha faticato oltre ogni logica aspettativa, tanto che all’83’ il risultato era di 1-0 per la squadra di Gotti, passata in vantaggio già al 10’ con Molina, lesto nell’approfittare di una dormita della difesa bianconera. Poi però, quando tutto sembrava finito (compreso il ciclo-Pirlo, che in caso di sconfitta sarebbe stato quasi certamente esonerato), ecco riapparire magicamente Cristiano Ronaldo, sin lì spettatore non pagante della sfida. Il portoghese, a secco da 4 partite e molto nervoso, s’è issato la squadra sulle spalle, prima trasformando il rigore del pareggio (83’, fallo di mano di De Paul), poi trovando il 2-1 con un colpo di testa: l’esultanza sfrenata la dice lunga su quanto contasse questa partita, per lui e per i compagni.
“Una vittoria importante, arrivata con fatica e orgoglio, ci siamo complicati la vita con una disattenzione, ma c’è stata grande voglia di portare a casa il risultato e questa è la cosa più importante – l’analisi di Pirlo – Il gruppo c’è, è forte, ha voglia di lottare e raggiungere gli obiettivi. In certe occasioni siamo mancati per mentalità e non è da Juventus, ma l’abbraccio finale dimostra che ci tenevamo a vincere. Dobbiamo continuare con questo spirito fino alla fine”.
Juve aggrappata alla zona Champions, anche grazie ai passi falsi di Atalanta e Napoli. Partite pazze quelle del Mapei Stadium e del Maradona, ricche di colpi di scena dall’inizio alla fine. Per i nerazzurri di Gasperini il primo è arrivato al 23’ con l’espulsione di Gollini, che ha lasciato i suoi in inferiorità numerica per un’uscita sconsiderata su Boga. Eppure i bergamaschi sono comunque riusciti a passare in vantaggio col solito Gosens, autore del decimo gol in campionato (32’), ma hanno inevitabilmente sofferto il Sassuolo, tanto da subire il pareggio a inizio ripresa da Berardi, freddissimo nel trasformare un calcio di rigore (52’). Lo stesso non si può dire di Muriel, che al 77’ ha avuto la palla per cancellare la festa dell’Inter, ma soprattutto per mandare la Dea in Champions: il colombiano però s’è fatto ipnotizzare da Consigli e il risultato, nonostante l’espulsione di Marlon, non è più cambiato.
“Abbiamo provato a vincere ma è stata una partita complicata – il commento di Gasperini – L’arbitro? Meglio pensare alle prossime gare, siamo tutte lì, vediamo quello che succede…”.
A Napoli invece tutto sembrava filare liscio per Gattuso, passato in vantaggio dopo appena 13’ con il solito Osimhen. Ma i troppi errori sotto porta, uniti a un Cagliari sempre pericoloso (straordinario Meret in almeno tre occasioni), hanno fatto sì che il match restasse in bilico fino alla fine, con la conseguenza che al 95’, su una palla filtrante di Duncan, è arrivato il pareggio rossoblù con Nandez. Ora la Champions torna seriamente a rischio, sia per il terreno perso nei confronti di chi sta davanti che per quello guadagnato da chi insegue.
La Lazio infatti continua a correre, anche se il 4-3 sul Genoa è stato tutt’altro che tranquillo. E dire che i biancocelesti sembravano saldamente in controllo già dopo il primo tempo, chiuso sul 2-0 grazie ai gol di Correa (30’) e Immobile su rigore (43’). A inizio ripresa l’autorete di Marusic (47’) sembrava poter riaprire la partita, ma un minuto dopo Luis Alberto trovava il sette con uno splendido tiro a giro, ristabilendo il doppio vantaggio. Che diventava triplo quando Correa trovava il 4-1 (56’), facendo pensare a una partita ormai chiusa: nulla di più sbagliato, perché l’uno-due firmato da Scamacca su rigore (80’) e Shomurodov (81’) nel giro di un minuto la riapriva clamorosamente, costringendo la Lazio a un finale di sofferenza, scongiurato poi dalla vittoria.
“Siamo lì e ci proveremo fino alla fine, vogliamo arrivare tra le prime quattro, dunque vincerle tutte fino alla fine – ha ribadito Inzaghi – Il girone di ritorno è stato perfetto, in quello d’andata abbiamo perso qualche punto per giocarci al meglio il girone di Champions. Ora siamo qui, faremo di tutto per raggiungere l’obiettivo”.
Ora una settimana di pausa, giusto per caricare le batterie in vista del prossimo turno, nobilitato da un Juventus-Milan che sa tanto di spareggio. A patto che le altre non incappino in qualche trappola, evenienza piuttosto frequente in questo campionato pazzo e imprevedibile.