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CR7 non va a Napoli, super Dybala porta la Roma in vetta, il Milan inciampa, l’Inter sorride. Paredes alla Juve

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Il Milan inciampa, Roma e Inter sorridono. Le prime tre gare della quarta giornata hanno già offerto una sorpresa piuttosto grossa, vale a dire il pari dei rossoneri sul campo del Sassuolo. Uno 0-0 che va addirittura bene ai campioni d’Italia, salvati nel primo tempo dal solito grande Maignan, capace di parare un rigore a uno specialista come Berardi, uscito poi per infortunio. Si è trattata della peggior prestazione stagionale del Diavolo, un po’ per il turnover evidentemente eccessivo di Pioli (ben 5 cambi rispetto a sabato col Bologna), molto per una giornata storta che ci può anche stare, tanto più ad agosto: il problema è che le altre non aspettano e così il Milan si vede scavalcato dalla Roma e pure dall’Inter, fino a ieri dietro di un punto.

I nerazzurri partiranno così in vantaggio nel derby di sabato, visto che il match di San Siro con la Cremonese si è rivelato, come previsto, piuttosto semplice. A deciderlo sono stati i gol di Correa (12’), Barella (38’, splendido tiro al volo) e Lautaro (76’), prima che Okereke ne facesse uno buono solo per i tabellini (90’), e così Inzaghi può sorridere e preparare il big match contro il Milan con un pizzico di serenità in più: scenario tutt’altro che scontato dopo la sconfitta con la Lazio e divenuto invece realtà.

Chi sta meglio di tutti, comunque, è la Roma di Mourinho, al comando in solitaria dopo il netto successo sul Monza, ovviamente in attesa della risposta del Napoli. A trascinare i giallorossi al primo posto è stato l’uomo più atteso, quel Paulo Dybala accolto come un re e ancor a secco di gol: fino a ieri sera, s’intende, perché sul 3-0 dell’Olimpico brilla soprattutto la sua firma. Doppietta d’autore, quella della Joya, in particolare il primo gol (18’, gran sinistro potente e preciso), mentre il secondo è stato un tap-in (32’) tanto facile quanto indicativo di una rabbia agonistica sin qui sconosciuta. Il timbro finale lo ha piazzato Ibanez di testa, prima che Mourinho si concedesse il lusso di dare un po’ di riposo ai suoi top.

Juventus-Spezia (Ore 20.45, Dazn e Sky)

L’attenzione si sposta ora sulle partite odierne, con le big chiamate a rispondere presente dopo le vittorie di Roma e Inter, ma anche ad approfittare del passo falso del Milan. Il discorso vale in particolare per la Juve, che dopo i pareggi con Sampdoria e Roma deve necessariamente riallacciare il filo con la vittoria, assente dalla prima giornata. Il match con lo Spezia, inoltre, fa da cuscinetto al duo da brividi Fiorentina-Psg, ragion per cui qualsiasi risultato diverso dai 3 punti non è nemmeno da prendere in considerazione. Certo, i liguri non la pensano così e arrivano allo Stadium forti di un’ottima partenza (4 punti, solo uno in meno della Signora) e di una leggerezza mentale che può renderli molto pericolosi, ovviamente in caso di approccio sbagliato. “È una partita importante, più difficile da preparare mentalmente rispetto a quella con la Roma – ha avvertito Allegri -. Dovremo aggredirla sin dal primo minuto e per farlo ci vorrà l’approccio giusto, questi 3 punti vanno portati a casa”. 

Allegri esulta: Paredes è della Juve

Il calendario serrato renderà comunque inevitabile un po’ di turnover, al netto delle solite assenze che impoveriscono la rosa. Il tecnico bianconero ritrova Di Maria, anche se solo per la panchina, ed è pronto a ruotare gli uomini dopo la buona prova contro la Roma. Il suo 4-3-3 vedrà Szczesny in porta, De Sciglio, Gatti, Bremer e Danilo in difesa, Rabiot, Locatelli e Miretti a centrocampo, Cuadrado, Vlahovic e Kean nel tridente offensivo, il tutto in attesa di accogliere Paredes, di fatto un nuovo giocatore della Juve: l’accordo con il Psg è totale (prestito con diritto di riscatto legato ad alcune condizioni), tanto che l’argentino sosterrà una prima parte di visite mediche già oggi a Parigi, prima di aggregarsi domani ai nuovi compagni.

Gotti, costretto a rinunciare allo squalificato Ekdal, proverà a giocarsela con un 3-5-2 con Dragowski tra i pali, Caldara, Kiwior e Nikolaou nel reparto arretrato, Gyasi, Agudelo, Sala, Bastoni e Reca in mediana, Strelec e Nzola in attacco.

Napoli-Lecce (Ore 20.45, Dazn)

L’altra sfida di serata è quella del Maradona, dove il Napoli di Spalletti riceverà il neopromosso Lecce. Gara, sulla carta, senza particolare storia, ma i pugliesi, seppur tra le mura amiche del Via del Mare, sono riusciti già a mettere in difficoltà l’Inter, dimostrando di saper sfruttare i cali delle big. Insomma, servirà una prestazione gagliarda da parte degli azzurri, decisamente migliore di quella di Firenze, apparsa sottotono rispetto alle precedenti.

Spalletti, ieri in silenzio stampa, spera di rivedere il Napoli delle prime versioni, balzato alle cronache sia per la qualità degli interpreti (Kvaratskhelia su tutti) che per la manovra corale, forse la migliore vista sin qui, ad ogni modo ciò che gli preme di più è ritrovare la vittoria, tanto più che le prossime due gare saranno contro Lazio e Liverpool, non esattamente avversarie facili.

Mendes insiste per portare Ronaldo, ma l’affare è sfumato

A dare una mano al tecnico azzurro, oltre al livello oggettivamente più basso del Lecce, potrebbe essere la fine delle voci di mercato su Osimhen e, di conseguenza, su Cristiano Ronaldo. Già, perché il Manchester United ha acquistato ufficialmente Antony dall’Ajax per 100 milioni, mollando di fatto il nigeriano, comunque ben felice di restare a Napoli. In parallelo finisce anche il discorso CR7, nonostante Jorge Mendes abbia provato a scindere le due operazioni, ricevendo però una risposta negativa da parte di De Laurentiis: troppo alto lo stipendio del portoghese, ma soprattutto troppo fornito il reparto offensivo, che prevede, oltre a Osimhen, anche Raspadori, Simeone, Kvaratskhelia, Lozano e Politano.

La priorità torna dunque a essere la partita con il Lecce, che Spalletti affronterà con un 4-2-3-1 con Meret in porta, Di Lorenzo, Rrahmani, Kim e Mario Rui in difesa, Anguissa e Lobotka a centrocampo, Politano, Raspadori e Kvaratskhelia alle spalle dell’unica punta Osimhen. Stesso sistema di gioco anche per Baroni, che proverà a dare un seguito al punto conquistato con l’Empoli affidandosi a Falcone tra i pali, Gendrey, Tuia, Baschirotto e Pezzella nel reparto arretrato, Askildsen, Hjulmand e Gonzalez in mediana, Strefezza, Ceesay e Di Francesco in attacco. 

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