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Covid, stato di emergenza fino al 31 marzo e nuove regole sui viaggi

Il Consiglio dei ministri ha approvato la proroga dello stato d’emergenza – Nessuna misura per ora sull’obbligo di mascherine all’aperto – Tra le novità: nuovi fondi e nuove regole per i viaggi dall’estero

Covid, stato di emergenza fino al 31 marzo e nuove regole sui viaggi

La decisione è presa: il Cdm ha approvato la proroga dello stato di emergenza fino al 31 marzo 2022. Una scelta quasi inevitabile quella di Palazzo Chigi, su cui pesa il protrarsi della diffusione della variante Omicron in Europa, in particolare dal Regno Unito. La legge, però, prevede che lo stato di emergenza non possa superare i 12 mesi e che sia prorogabile per non più di altri 12. Per questo motivo, la richiesta di prorogarlo fino a dopo l’inverno, richiede prima il passaggio in Parlamento e una legge ah hoc.

Le novità riguardano i nuovi fondi stanziati, per due passaggi: il primo per mantenere il prezzo dei tamponi under 18 calmierato (15 euro) per tutto il 2022; il secondo riguarda lo stanziamento di 6 milioni di euro per realizzare un sito militare di stoccaggio e conservazione dei vaccini, in prospettiva di andare verso una gestione più autonoma ma comunque tarata e basata anche per quanto riguarda i richiami sul lungo periodo da parte della struttura guidata dal generale Figliuolo.

Mentre, a dispetto delle indiscrezione circolate in giornata, il Cdm non ha approvato alcun obbligo di mascherina all’aperto, nel periodo delle festività, lasciando questa scelta ai comuni.

Invece arrivano le nuove regole sui viaggi dall’estero e che saranno contenuti in una ordinanza che il ministro Speranza andrà a firmare in serata. Per tutti i rientri dall’estero (sia Ue e extra Ue) i non vaccinati dovranno sottoporsi a un periodo di quarantena di 5 giorni. Mentre i vaccinati potranno rientrare nel Paese solo con esito negativo di un tampone rapido o molecolare.

La decisione sullo stato d’emergenza arriva dopo un’attenta valutazione delle alternative anche il ritorno una struttura ordinaria. Entrambe le opzioni, in ogni caso, hanno bisogno di un intervento legislativo perché allo stato di emergenza Covid sono legate tutta una serie di norme che da due anni regolano la vita dei cittadini italiani, come l’obbligo di mascherine, del green pass, l’inserimento dei colori per le Regioni, i protocolli per la sicurezza sul lavoro e per lo smart working, fino al ruolo e le funzioni degli organismi creati per far fronte alla pandemia, ossia il commissario straordinario e il Comitato tecnico scientifico. Dunque, se finisce lo stato d’emergenza decadono anche tutte le norme legate.

Ma cos’è lo stato di emergenza? Viene disposto al verificarsi di eventi eccezionali, come terremoti alluvioni o per esempio come avvenuto per la pandemia da Covid-19, dal consiglio dei ministri su proposta del premier d’intesa con i governatori e i presidenti delle Province autonome interessate. Si possono così attuare interventi speciali con ordinanze in deroga alle disposizioni di legge, in modo da snellire tutte le procedure burocratiche per poter agire rapidamente e con poteri straordinari per tutelari i cittadini.

L’allungamento dello stato di emergenza sanitaria almeno fino al primo trimestre 2022 ha trovato d’accordo molti esponenti della maggioranza. Non ci sono dubbi per il leader dei dem Enrico Letta: “Credo sia maturo il tempo” per annunciare la proroga ed evitare “di trovarci oggi come l’Olanda”. Anche Giuseppe Conte si era espresso favorevolmente alla proroga, ritenendola “necessaria”, non solo alla luce della “curva epidemiologica” ma anche per via della variante Omicron “molto contagiosa”. Invece, più cauto Matteo Salvini, della Lega “Non do giudizi a priori, aspettiamo i dati”.

Favorevole anche Andrea Mandelli di Forza Italia: “I numeri parlano chiaro: la pandemia è ancora in corso e la campagna di vaccinazione non è conclusa. Per le prossime settimane servono ancora attenzione, cautela e rispetto delle regole”.

L’unica voce fuori dal coro è quella del leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. “Non sono d’accordo con la proroga dello stato di emergenza: se dura più di due anni non può essere più considerata un’emergenza. Credo – ha continuato Meloni – che il governo oggi debba riuscire a combattere l’epidemia ripristinando i diritti”.

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