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Covid mette ko l’industria dei casalinghi

La crisi dell’export mette in ginocchio il Made in Italy della tavola, della cucina e della regalistica, il cui fatturato 2020 calerà di oltre il 15%

Covid mette ko l’industria dei casalinghi

Preoccupanti ma prevedibili arrivano i consuntivi di uno dei comparti più importanti e più avanzati del nostro Paese, quello delle tecnologie del food. Giovedì 8 ottobre ANIMA, la Federazione delle Associazioni nazionali dell’Industria Meccanica renderà noto insieme ai dati elaborati per la produzione e l’export dell’intero settore della meccanica italiana. L’Ufficio Studi ANIMA ha rilevato un trend fortemente negativo per Assofoodtech (attrezzature professionali per l’hospitality) e Fiac (casalinghi), con un calo del 13 per cento previsto per l’intero 2020, fatturato che scende dai 5,26 miliardi di euro del 2019 ai 4,55 di questo anno.

Un calo che è particolarmente marcato per i casalinghi (-16,9 per cento, dai 902 milioni di euro del 2019 ai 750 del 2020) dovuto soprattutto al fatto che le aziende italiane di questo settore, fortemente esportatrici, sono rimaste chiuse per il blockdown, e non hanno così potuto soddisfare la domanda estera del made in Italy della tavola, della cucina e della regalistica. Di quei 152 milioni di euro che mancano al fatturato infatti sono le esportazioni crollate per 110 milioni di euro a pesare di più. In realtà, le vendite dei casalinghi sul mercato interno registreranno a fine anno una caduta della domanda meno pesante di quella a due cifre di alcuni comparti professionali e stanno già riprendendosi.

Il problema è che è mancata e manca la domanda dell’hospitality (ristoranti, alberghi, bar). Il lockdown ha invece registrato aumenti concentrati nei primi mesi dell’anno degli acquisti di casalinghi da parte delle famiglie (dati Istat: dal 6 al 7 per cento) e di piccoli elettrodomestici. Per quanto riguarda il fatturato delle attrezzature professionali, le previsioni 2020 sono particolarmente pesanti per le macchine e i forni per panetteria e per le macchine espresso (rispettivamente -16 per cento e -14,1 per cento) a seguito, naturalmente, delle chiusure dell’Ho.Re.Ca. in tutti i continenti. 

“Adesso è necessario dare un aiuto concreto alle imprese – dichiara Andrea Salati Chiodini, presidente Assofoodtech – in questi mesi le aziende hanno subito grosse perdite di fatturato, aiutarle non significa rimandare i pagamenti di due mesi, ma agire in maniera decisa su sgravi fiscali e agevolazioni, immediati e non dilazionati nel futuro, per riuscire a resistere anche l’anno prossimo. Considerando un calo medio del -13,5% – prosegue Andrea Salati Chiodini – che per qualche settore Assofoodtec ha superato anche il -20% (come le macchine ed impianti per molini, mangimifici e sili), è necessario aiutare le aziende e le famiglie; molti aspettano ancora i finanziamenti e la Cig che, in molti casi, è stata anticipata dalle aziende proprio per aiutare i propri collaboratori e famiglie a “sopravvivere”.

“Questo aiuto sociale, in sostituzione dello Stato, non ha fatto altro che mettere ancora più in crisi di liquidità le aziende. Con la paura di un secondo lockdown, le aziende non sanno come comportarsi. Cosa bisogna fare? Mettersi del materiale in magazzino, per essere pronti ad un’eventuale ripartenza (pagandone poi le relative tasse) non sapendo cosa succederà, facendo una scommessa sul futuro? Lo Stato deve capire che le aziende metalmeccaniche sono fondamentali per l’economia italiana, soprattutto per l’export”, ha concluso il presidente.

Nel frattempo, i grandi distributori internazionali, da tempo “ingolositi” della straordinaria carica attrattiva esercitata in tutti i mercati dai nostri casalinghi per la loro qualità industriale e per il design, stanno facendo molto discretamente shopping; dopo l’acquisizione, alla fine del 2019, della prestigiosa Alluflon, un gruppo marchigiano produttore di pentolame di fascia alta con marchi storici come Moneta, da parte di Brilliant Concept Development di Hong Kong, all’inizio di quest’anno, un altro gigante cinese sempre di Hong Kong ha messo a segno un colpo grosso. Si tratta della Meyer Manufacturing Co.Ltd., produttore e distributore di pentole, che prende il controllo della TVS, anche questa marchigiana.

Le due aziende, di taglia media, protagoniste da decenni del miglior made in Italy della tavola, con innovazioni e brevetti superpremiati in tutto il mondo, vendute nelle show room più belle, hanno risentito ancor prima della crisi del Covid, della sleale concorrenza dei distributori internazionali favoriti da una distribuzione frastagliata e molto arretrata e che guarda solo il prezzo Così i due gioielli italiani daranno lustro soprattutto ai due big di Hong Kong che, come accade per le aziende cinesi dell’elettronica di consumo e degli elettrodomestici, considerate di livello cheap, hanno fatto incetta di brand di grande qualità, possibilmente italiani, per aggredire la fascia medio alta e alta dei mercato mondiale.  Proprio quella fascia dove il made in Italy è ancora il n.1.

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