Sono passati quasi tre anni da quando il mondo è stato stravolto dall’epidemia del secolo. A colpi di vaccinazioni, ci sembrava di esserne usciti dalla pandemia da Covid-19. Ma ora a risvegliare i timori più oscuri è arrivato il caso della Cina. In Italia cosa succede? Il governo lancia messaggi rassicuranti ma intanto corre ai ripari con una nuova circolare del ministero della Salute su mascherine e smartworking, maggiore sorveglianza, rafforzamento degli ospedali. E invoca un coordinamento con la Ue. Ecco le ultime notizie utili su Covid-19 e vaccinazioni.
Covid-19: come in un (triste) gioco, si riparte dalla Cina
Come è noto, le autorità cinesi hanno annunciato di abolire dal prossimo 8 gennaio l’obbligo, in vigore da tre anni, di quarantena per chi arriva nel Paese dall’estero. Da quel momento le prenotazioni di viaggi dalla Cina sono esplose complice anche l’avvicinarsi delle celebrazioni del Capodanno cinese, che nel 2023 inizieranno il 22 gennaio: a mezz’ora dall’annuncio le ricerche di viaggi all’estero sono schizzate ai livelli massimi da tre anni, secondo la società di prenotazione Trip.com. Anche la piattaforma Ctrip parla di un aumento di 10 volte nelle ricerche di popolari destinazioni transfrontaliere nello stesso lasso di tempo.
Meloni: lavorare sulla responsabilità dei cittadini più che sulla coercizione
In Italia il governo lancia messaggi tranquillizzanti. “La situazione in Italia è abbastanza sotto controllo” ha detto la premier Giorgia Meloni nella sua conferenza stampa di fine anno della Presidente del Consiglio. “La mia idea è che si debba lavorare sulla responsabilizzazione dei cittadini piuttosto che sulla coercizione. Intendo fare così anche in futuro”. Un’ordinanza emanata dal ministro della Salute, Orazio Schillaci ha stabilito poi che i viaggiatori provenienti dalla Cina in Italia dovranno sottoporsi a un tampone rapido obbligatorio.”I primi risultati di laboratorio evidenziano in Cina la circolazione di varianti e sottolignaggi già presenti nel nostro territorio e questa è la notizia più rassicurante”, ha detto Schillaci durante l’informativa al Senato puntando il dito su Pechino e sul suo sistema sanitario: “Nel Dragone stiamo assistendo a una tempesta perfetta, con una copertura vaccinale contro il Covid insufficiente e la maggior parte delle persone ancora suscettibili al virus”.
Covid-19: il governo si prepara. La nuova circolare di Schillaci
Mascherine al chiuso, smart working e riduzione degli assembramenti. E poi, intensificazione delle quarte dosi di vaccino anti-Covid e di una dose aggiuntiva per alcune categorie a rischio. Sono alcune delle misure indicate in una circolare del ministero della Salute, in caso di peggioramento della situazione epidemiologica. Il documento, intitolato “Interventi in atto per la gestione della circolazione del SarsCoV2 nella stagione invernale 2022-23′“, contiene diverse indicazioni per “predisporre a livello regionale un rapido adattamento di azioni e servizi nel caso di aumentata richiesta assistenziale”. Sebbene l’evoluzione della pandemia sia “imprevedibile”, si legge nel testo del ministero, “il nostro Paese deve prepararsi ad affrontare un inverno in cui si potrebbe osservare un aumentato impatto assistenziale attribuibile a diverse malattie respiratorie acute”, dall’influenza alle nuove varianti di SarsCoV2.
Nel resto del mondo: “Covid is not over”
Mentre la Ue prende tempo, Madrid segue Roma. l’India estende le restrizioni anche a chi arriva da Giappone, Hong Kong e Singapore. Tokyo e Seul limitano i voli da Pechino. “Covid is not over”, il Covid non è finito, “come gli ultimi sviluppi globali hanno reso chiaro”. È il monito di Hans Kluge, direttore regionale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per l’Europa. I Paesi della regione europea per Kluge “dovrebbero mantenere le capacità di test e sorveglianza, inclusa la capacità di rilevare nuove varianti – elenca in una serie di tweet – assicurarsi che chi ne ha diritto sia completamente vaccinato, evidenziare misure per ridurre la diffusione” del contagio, “soprattutto tra i più vulnerabili”.
Le sfide globali come Covid, sottolinea Kluge, “richiedono una collaborazione globale che porti a soluzioni globali. Tutti i Paesi devono condividere informazioni cruciali su Covid, incluso il sequenziamento genomico delle varianti e dei sottolignaggi del virus”, esorta il direttore di Oms Europa
La paura dello sviluppo di nuove varianti più pericolose
A fare paura è soprattutto la prospettiva che la libera circolazione del virus favorisca la selezione di nuove varianti più pericolose che possono emergere ovunque il virus abbia la possibilità di correre senza freni. Al momento l’attenzione si concentra sulla XBB.1.5, che in Cina sta circolando da ottobre e che è il risultato della ricombinazione di altre due sottovarianti di Omicron: BA.2.1 e BA.2.1. In Cina “sta accadendo qualcosa di molto importante: il numero di decessi per Covid è incontrollabile e finora si è solo accennato alla possibilità che circolino una o più nuove varianti”, osserva il virologo Francesco Broccolo, dell’Università del Salento. Nuove varianti capaci di aggirare le nostre difese potrebbero riportarci a quel punto che abbiamo fatto di tutto per dimenticare
Timore per la tenuta del sistema in Italia e dubbi sulla forza dell’ordinanza
Il microbiologo Vittorio Sambri, direttore dell’unità di microbiologia dell’Ausl Romagna con il laboratorio di Pievesestina e coordinatore della rete regionale dei laboratori che eseguono la diagnosi di laboratorio dell’infezione da Sars Cov 2, è uno di coloro che sono più preoccupati della tenuta del sistema di fronte a questa nuova possibile ondata e giudica inapplicabile l’ordinanza del ministro Schillaci: “Dice che bisogna fare un tampone in aeroporto ai viaggiatori in arrivo dalla Cina, ma se sono positivi dove li mettiamo? Abbiamo ancora i mezzi per sequenziare tamponi in modo massiccio?” e segnala: “La nostra capacità di sequenziamento è aumentata, ma dal 1° gennaio avremo una riduzione di personale importante, perché i liberi professionisti assunti per il Covid non ci saranno più. Abbiamo meno del 50% delle persone che sanno far funzionare le macchine. Inoltre da notare che, in base all’ordinanza di Schillaci, che scadrà il 31 gennaio, chi risulta positivo deve sottoporsi a un tampone molecolare e, se c’è conferma della positività, andare in isolamento fiduciario fino a quando non verrà dimostrata con un altro test la negatività. E le perplessità emergono proprio sul tema “Isolamento fiduciario”.
Dal bollettino di oggi ancora fattori positivi. Ci vorranno 10 giorni per vedere gli effetti dello scossone cinese
In Italia gli effetti dello scossone partito dalla Cina saranno visibili non prima di una decina di giorni. Per il momento non c’è traccia di un rialzo dei casi nel bollettino a cadenza settimanale reso pubblico oggi. Anzi, il numero dei nuovi positivi è in ulteriore discesa rispetto all’aggiornamento della settimana prima, quando già le notifiche erano calate di circa 40mila a confronto del quadro precedente, secondo i dati raccolti dall’istituto Superiore di Sanità (Iss) su invio delle Regioni.
I dati aggiornati sulla copertura vaccinale
Finora a tenere la situazione sotto controllo sono state le vaccinazioni. Secondo i monitoraggi, l’84,38% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale primario. Il 9,46% della popolazione italiana e il 29,32% della platea (gli over 60, donne incinte, fragili) ha fatto la quarta dose. Il 68,21% ha fatto la terza dose. L’1,46% è in attesa di seconda dose. Complessivamente – contando anche il monodose e i pre-infettati che hanno ricevuto una dose – è almeno parzialmente protetto l’85,84% della popolazione italiana. Considerando solo gli over 12, rispetto alla platea individuata dal Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 la percentuale di almeno parzialmente protetti è del 91,59% mentre il 90,39% è vaccinato.
E’ davvero come un’influenza il Covid che sta circolando in Italia ?
L’idea che la variante Omicron fosse “leggera”, come effettivamente sembra, deriva dall’illusione ottica prodotta della nostra altissima copertura vaccinale. Per chi non l’ha mai incontrata e non ha avuto il vaccino, invece, può essere in alcuni casi pericolosa come il primo virus proveniente da Wuhan.
La diffusione del virus oggi con la variante Omicron BA.5 è almeno 10 volte superiore a quella dello stesso periodo dello scorso anno, ma sappiamo che occorre guardare soprattutto ai numeri dei ricoveri e a quelli della terapia intensiva o dei decessi.
Al novembre scorso, erano ricoverate 8.179 persone, con un tasso di occupazione 12,9 dei posti letto, secono i dati del Ministero della Salute. Nello stesso periodo del 2021 erano 5.227, con un tasso di occupazione dei posti letto del 9%. Tra ottobre e novembre i ricoveri non sono mai scesi in media sotto i seimila, il doppio rispetto agli stessi mesi del 2021. Il numero di decessi è decisamente aumentato: a novembre sono stati 2.300 contro i 1.600 del novembre 2021; e lo scorso ottobre 2.100 contro i 1.100 dell’ottobre 2021.
I passaggi della politica di Xi Jinping. Che cosa si sa e che cosa non si sa
Dopo le proteste della gente esasperata da lockdown lunghi mesi e dopo i dati traballanti dell’economia, la Cina ha abbandonato progressivamente la politica della tolleranza zero Covid, un baluardo del governo del presidente Xi al suo terzo mandato. Non ci sono molte informazioni dalla Cina: i farmaci scarseggiano, le corsie degli ospedali sono affollate e i crematori sono pieni. Le testimonianze si rincorrono nei video che sfuggono alla censura e vengono costantemente rilanciati sui social.
Il risultato è che il Paese registra adesso la curva di infezione più alta del mondo.
Secondo il Financial Times ci sarebbero stati 250 milioni di nuovi casi nei primi venti giorni di dicembre, il 18% della popolazione avrebbe dunque contratto il Covid. La versione di Pechino parla di poco più di 60 mila contagi. Recenti studi stimano un milione di decessi, una cifra drammaticamente lontana dai numeri diffusi sinora dalle autorità: 8 decessi appena nell’ultimo mese.
Il mondo torna a domandarsi che cosa sta realmente accadendo in Cina. Soprattutto adesso che il Paese si è tirato fuori dal balletto delle cifre: dopo lo stop ai “tamponi di massa” obbligatori, le autorità hanno smesso di divulgare i dati. Forse arriveranno una volta al mese, secondo le ultime indicazioni.