In Italia l’andamento della pandemia conferma un trend in diminuzione con dati Covid stabili (il tasso di positività al 14,8%) e ricoveri in calo mentre da martedì 12 aprile sono partite le prime somministrazioni della quarta dose vaccinale per over 80, ospiti delle Rsa e per i fragili over 60, invece il richiamo supplementare era già previsto per i soggetti immunodepressi. In vista dell’autunno si sta valutando l’ipotesi di un nuovo vaccino anti-Covid adattato, un richiamo autunnale come richiamo annuale che potrebbe comprendere anche quello antinfluenzale e riguardare solo gli over 50 o 60. Intanto si attende l’ok dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) sulla possibilità di farsi prescrivere gli antivirali dal proprio medico di base.
Un quadro in miglioramento rispetto alle ultime settimane e l’Italia si prepara ad abbandonare quasi tutte le restrizioni che ci hanno accompagnato negli ultimi due anni. Anche se è stata isolata per la prima volta nel nostro Paese la variante Xf del virus, un mix di Delta e Omicron. Per il numero uno del Css Franco Locatelli “non vi sono elementi di preoccupazione” ma bisogna comunque “prestare attenzione”. Anche alla luce della recrudescenza del virus in Cina, dove l’emergenza Covid-19 a Shanghai continua a essere critica e rimane in in lockdown.
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Covid, quarta dose per tutti in autunno?
Servono i dati, per questo maggio sarà un mese importante anche per capire cosa fa il virus e cosa aspettarsi nei prossimi mesi, dato che si presume una moltiplicazione dei contagi alla fine dell’estate. Non sono emersi particolari effetti collaterali relativi alla somministrazione del secondo richiamo, per cui il profilo di sicurezza del farmaco rimane invariato. Tuttavia, al momento non sono stati riscontrati particolari benefici da una nuova dose di preparato anti-Covid a mRna per gli under 60. Ma in autunno tutto potrebbe cambiare.
L’obiettivo è prepararsi ad anticipare una possibile escalation della pandemia. Per ora di certo c’è che la quarta dose (il secondo booster) viene raccomandato da ieri agli over 80 ospiti delle Rsa e 60-79enni con patologie croniche, ad esempio pazienti con tumore in corso, diabete, fibrosi polmonare. Uno studio israeliano ha dimostrato che il secondo richiamo negli anziani protegge 4 volte di più.
Verso il via libera dell’Aifa agli antivirali dal medico di base
È atteto nei prossimi giorni il via libera dell’Aifa alla prescrizione della pillola anti Covid, Paxlovid di Pfizer e del Molnupiravir di Merck, da parte dei medici di famiglia così da accorciare i tempi per l’accesso a tali terapie dato che il trattamento deve iniziare entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi e ha una durata di 5 giorni. Lo ha dichiarato il direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrini, martedì 12 aprile durante la conferenza stampa al ministero della Salute per fare il punto sullo stato e le prossime tappe. “Paxlovid sarà disponibile in 50mila dosi al mese a partire fra un paio di mesi. Ci sarà anche una formazione adeguata per i medici di famiglia. Molnupiravir è invece meno efficace e ci sarà un minore investimento”, ha aggiunto Magrini.
Si ricorda che non tutti malati di Covid potranno farsi prescrivere gli antivirali. Il piano è destinato a “pazienti adulti con infezione recente da Sars-CoV-2 con malattia lieve-moderata che non necessitano di ossigenoterapia e con condizioni cliniche concomitanti che rappresentino specifici fattori di rischio per lo sviluppo di Covid-19 severo”. Per questo motivo sarà essenziale garantire ai medici un’adeguata formazione in merito all’utilizzo di tali pillole e alla loro interazione con altri farmaci.
Questa categoria di pazienti potrà così ottenere la pillola antivirale senza dover andare in ospedale. Sarà il medico di base a dover compilare il piano terapeutico indicato dall’Aifa, quindi il paziente – una volta ricevuta la prescrizione – potrà ottenere i farmaci, probabilmente recandosi direttamente in farmacia e non solo nei centri attualmente indicati per la loro distribuzione.