Continuano a salire i contagi da Covid-19 in tutta Italia: dal 22 al 28 giugno sono stati registrati quasi 55 mila casi al giorno, con un aumento dei ricoveri ordinari (+25,7%) e dele terapie intensive (+15%); tornano a crescere anche i decessi (+16,3%). Un numero che secondo la Fondazione Gimbe è “largamente sottostimato per il massiccio utilizzo dei tamponi fai-da-te”, che ovviamente non finiscono poi nei conteggi nazionali.
La regione con il maggior numero di casi à la Lombardia, davanti a Lazio, Veneto, Emilia Romagna, Campania, Molise, Toscana, Marche, Abruzzo e Puglia. Ma nel complesso in tutte le regioni i nuovi casi positivi sono più che raddoppiati.
Al momento però la pressione ospedaliera non è allarmante. La nuova variante Omicron 5 ha un elevato tasso di contagiosità, riesce a infettare persone già immunizzate, ma sintomi più lievi. Questo però non vuol dire che bisogna abbassare la guardia.
Covid e lavoro privato: le regole nei luoghi di lavoro privati, la bozza
Controllo della temperatura all’ingresso con divieto se essa risulta superiore a 37,5°, mascherine, orari ingressi e uscite contingentati quando possibile così come l’ingresso agli spazi comuni come mense, spogliatoi, distributori di bevande o snack, incentivi allo smart working. I dipendenti che dovessere presentare sintomi riconducibili al virus dovranno comunicarlo subito al datore di lavoro ed effettuare un tampone. Dal canto suo il datore di lavoro dovrà provvedere a sanificare periodicamente locali e postazioni di lavoro che dovrà essere immediatamente effettuata in caso il dipendente risulti positivo.
È quanto prevede la bozza del protocollo sulle misure anti Covid nei luoghi di lavoro privato che i ministeri di Salute e Lavoro presenteranno alle parti sociali e che resterà in vigore fino al 31 ottobre, se il quadro epidemiologico non richiederà ulteriori aggiornamenti.
L’allentamento delle restrizioni ha portato una maggiore circolazione del virus. Non tutte le regole però sono però decadute. Vediamo quelle ancora in vigore.
Covid Italia: cosa devono fare i positivi? E i contatti stretti?
Per i positivi vale ancora l’isolamento a partire dal tampone positivo. Ci sono differenze però in base allo stato vaccinale. Per i non vaccinati o i vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale primario (due dosi) da più di 120 giorni e per i guariti da più di 120 giorni l’isolamento dura 10 giorni. Alla fine del periodo serve un test (antigenico o molecolare) negativo. Se è positivo l’isolamento prosegue.
Per i vaccinati con terza dose o che hanno completato il ciclo vaccinale da meno di 120 giorni o sono guariti da meno di 120 giorni, l’isolamento è di 7 giorni. Alla fine, serve sempre il test negativo per uscire. Se si è ancora sintomatici il test finale va fatto a 3giorni dalla fine dei sintomi.
Tutti possono uscire dall’isolamento dopo 21 giorni se nell’ultima settimana non ci sono stati sintomi. Senza fare il tampone.
Per i contatti stretti non c’è più l’isolamento, ma l’autosorveglianza. Bisogna sempre indossare mascherine Ffp2 al chiuso e, in caso di assembramenti, anche all’aperto. La regola vale per 10 giorni. Bisogna però fare un test alla comparsa dei primi sintomi. Se risulta negativo e i sintomi restano bisogna farlo di nuovo al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto.
Covid Italia: dove sono obbligatorie le mascherine?
Su treni, navi e trasporti pubblici locali (metro, tram, autobus, corriere) resta l’obbligo di mascherine Ffp2 fino al 30 settembre. Mentre non c’è più sugli aerei. Necessarie invece per le strutture sanitarie ma non devono essere per forza Ffp2.